Musica

Nothing Is Real. Quando i Beatles incontrarono l’Oriente

Al MAO di Torino una grande mostra dedicata ai Fab Four e al loro viaggio in India. Era il 1968 e fu uno degli eventi chiave nella cultura pop occidentale

Tutto iniziò dopo l’uscita dello storico album "Sgt Pepper’s", quando i Beatles (e in particolare George Harrison) sentono forte il richiamo del misticismo orientale e si recano in India, a Rishikesh, nell' ashram del Maharishi Mahesh Yogi, in compagnia di un folto gruppo di amici, tra cui il cantautore Donovan, l’attrice Mia Farrow e la sorella Prudence, insieme a relative mogli e fidanzate, per un corso di meditazione trascendentale.

Questo viaggio ha avuto un’ enorme risonanza sui media internazionali ed è uno degli eventi chiave per lo slancio all’interesse verso l’oriente, che alla fine degli anni ’60 tocca la cultura popolare come la musica, la letteratura e il cinema, la fotografia e la pubblicistica in generale, la moda e il costume. Durante il loro soggiorno indiano, i Beatles scrivono diverse canzoni, che in seguito vengono pubblicate nell’ “album bianco”, Abbey Road e Let It Be.

Da questo particolare accadimento nasce "Nothing Is Real", mostra ideata e curata da Luca Beatrice, ispirata a un verso tratto da Strawberry Fields Forever: da quando i Beatles incontrano l’Oriente, la cultura pop contamina il misticismo in un’ideale fusione tra occidente e oriente.

Ecco quindi l’ ispirazione di questa suggestiva esposizione, un viaggio in undici sale negli spazi del MAO, il Museo d’Arte Orientale di Torino, dove troviamo una continua mescolanza "tra cultura alta e cultura bassa", dove centinaia di oggetti provenienti da diversi ambiti e linguaggi dialogano con opere d’arte contemporanea in un ambiente ricco di stoffe, profumi e suoni.

NOTHING IS REAL
Quando i Beatles incontrarono l’Oriente

MAO Museo d’Arte Orientale
1 giugno – 2 ottobre 2016
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11 – Torino

Italo Bertolasi, Regina dei Kafiri, 1970
©Italo Bertolasi
Italo Bertolasi, Regina dei Kafiri, 1970

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Rita Fenini