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Diana Ross: Thank You è un ritorno in grande stile tra disco e ballad

Il 25° album in studio della diva del pop-soul, pubblicato a ventidue anni di distanza dall'ultimo disco di inediti, è un concept sulla gratitudine, declinata in tutti e tredici i brani

Sono passati ventidue anni da Every Day Is a New Day del 1999, l'ultimo album contenente solo brani inediti di Diana Ross, l'indiscussa regina del pop-soul con oltre 100 milioni di dischi venduti, tra Supremes e carriera solista. Un'enormità, se pensiamo alla velocità con la quale si creano e si bruciano popstar nell'epoca dello streaming, ma non abbastanza per dimenticare una delle cantanti di maggiore successo del XX secolo, come certificato nel 1993 dal Guinness Book of World Records. Diana Ross è l'unica artista femminile a possedere due stelle sulla Hollywood Walk of Fame: una come leader delle Supremes, l'altra come interprete solista. Nel 2007 è stata la seconda donna (dopo Aretha Franklin) a ricevere la John F. Kennedy Center for the Performing Arts, la più alta onorificenza americana per un artista, oltre ad avere in bacheca il World Music Lifetime Achievement Award, il Bet Lifetime Achievement e il Grammy Lifetime Achievement.

Nella sua lunga e fortunata carriera, l'artista-simbolo della Motown ha tenuto più di duemila concerti in ogni parte del mondo, cantando per Re, Regine e Capi di Stato e partecipando agli eventi più importanti negli Stati Uniti d'America e nel resto del mondo. Un album di inediti per una cantante di 77 anni, che vanta un canzoniere ricco di brani memorabili, è sicuramente un rischio, ma Diana è riuscita stupire ancora una volta i suoi fedeli fan con Thank You, un disco ispirato, classico e moderno al tempo stesso, che rinfresca la formula dei suoi lavori più riusciti (pensiamo a The Boss e Diana), dove si alterano irresistibili brani disco a ballad ricche di pathos. Il 25° album in studio della cantante, attrice, produttrice e icona di stile è quasi un concept album sulla gratitudine, declinata in tutti e tredici i brani che lo compongono. «Ho passato l'ultimo anno a registrare nuova musica e questa musica è un riflesso della gioia, dell'amore e gratitudine che provo ogni giorno. È un album di grande apprezzamento per la vita e per tutti voi», ha dichiarato Diana Ross, che ha registrato il disco nel suo studio domestico.

L'artista di Detroit ha scritto e collaborato alla stesura di tutti i brani con cantautori e produttori pluripremiati tra cui Jack Antonoff, Troy Miller, Triangle Park, Spike Stent, Prince Charlez, Amy Wadge, Neff-U, Freddie Wexler, Jimmy Napes, Tayla Parx, Fred White e Nathanial Ledgewick. In occasione dell'uscita dell'album, la cantante ha voluto ringraziare i suoi fan con il video di All Is Well, il suo primo videoclip in oltre un decennio, diretto da Amanda Demme in collaborazione con i figli della signora Ross, Evan Ross (produttore) e Ross Naess (fotografia). «I miei figli mi hanno dato fiducia e l'incoraggiamento per realizzare questo video. Dopo aver trascorso quasi due anni senza esibirmi e senza andare davanti alla telecamera, mi hanno aiutato a tornare a stare con molte persone».

La canzone è una morbida ballad ricca di calore e di speranza, nella quale incoraggia i fan a trarre conforto dalle piccole gioie e a essere grati per ciò che li circonda: «C'è bellezza intorno a te, proprio in mostra / Fai del tuo meglio per dire "grazie" ogni giorno». Le ballad voce, piano e profluvio di archi sono una delle specialità della casa, come dimostrano anche Time To Call, Just In Case, Count On me e The Answer's Always Love (che ricorda la hit Endless Love), esaltate dall'interpretazione a volte melodrammatica, a volte più misurata della cantante, le cui doti vocali non sembrano risentire troppo della polvere del tempo. Sembra che The Answer's Always Love, scritta da Siedah Garret e Berry Eastmond, sia un omaggio a Michael Jackson, di cui Diana è stata grande e fedele amica per tutta la vita (ricordiamo che l'album di debutto dei Jackson 5, pubblicato nel 1969, si intitola Diana Ross Presents the Jackson 5). Una sorta di Man In The Mirror 4.0, soprattutto nelle tematiche pacifiste, ecumeniche e filantropiche: «E se non ci fossero confini a tenerci separati? / E se l'unica cosa che facessimo fosse musica, amore e arte?».

In un album di Diana Ross non possono mancare alcuni brani disco/dance, e non fa certo eccezione Thank You, dove troviamo canzoni uptempo di assoluto valore, che faranno la gioia dei suoi fan storici e che potrebbero fare faville sulle piste da ballo, magari nelle versioni remixate (non si contano i remix dei brani disco di Diana Ross, a cui ha dedicato perfino due album, Diana Extended: The Remixes e Supertonic: The Remixes album). Mentre If The World Just Danced e Tomorrow sono due brani decisamente house con la cassa dritta, anche se il secondo ha una robusta sezione di fiati tipicamente Motown, Let's Do It (caratterizzato da una ritmica broken beat) e soprattutto l'eccellente I Still Belivesono due evidenti tributi alla disco music anni Settanta.

Scelta saggiamente come terzo singolo, Let's Do It è una trascinante canzone latin disco, che si apre con voce e piano per poi esplodere in un tripudio di archi, percussioni e fiati, fino al coinvolgente ritornello, con tanto di controcori deliziosamente vintage. Un instant classic che ha tutti gli ingredienti per entrare a far parte dei brani più amati di Diana Ross. La cantante, pandemia permettendo, dovrebbe tornare nei prossimi mesi a calcare i palchi, a partire da Glastonbury 2022, recuperando così l'atteso show del 2020 cancellato a causa del Covid-19. Dopo la pubblicazione di un album convincente come Thank You, Diana Ross tornerà in tour non come una vecchia gloria del pop-soul e dell'r&b, che si limita a celebrare un passato ormai lontano, ma come un'artista che, a 77 anni, ha ancora molto da dire e da dare alla black music di oggi.

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Gabriele Antonucci