Kylie Minogue: la recensione di Disco
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Kylie Minogue: la recensione di Disco

Il quindicesimo album della popstar australiana, anticipato dai singoli Magic e Say Something, è un dichiarato omaggio alla disco music degli anni Settanta e Ottanta

Dal 17 agosto le discoteche italiane sono chiuse come misura di contenimento del Covid-19 ed è davvero difficile prevedere il giorno in cui riapriranno al pubblico. É davvero un peccato che le nuove canzoni di Kylie Minogue, contenute nel riuscito album Disco, un nome che è praticamente un manifesto programmatico, non possano essere suonate nella loro location naturale, la discoteca, perché ognuna delle 12 canzoni che formano l'album (16 nell'edizione deluxe) è un irresistibile invito al ballo e al divertimento condiviso. Disco è il quindicesimo lavoro in studio dell'icona del pop, a due anni di distanza da Golden, che include i singoli Magic, Say Something e I Love It. La cantante australiana, che ha vinto una lunga battaglia contro il cancro al seno qualche anno fa, ha venduto oltre 80 milioni di album in tutto il mondo e si è aggiudicata 3 BRIT Awards, 2 MTV Music Awards e un Grammy.

La sua straordinaria performance a Glastonbury del 2019 è stata quella più vista in TV nella storia del festival. Il suo nuovo album conferma il trionfale ritorno delle sonorità disco nel 2020, probabilmente come reazione uguale e contraria al clima cupo e pesante causato dalla pandemia. Mai come oggi c'è bisogno di musica gioiosa, che ci allontani dai problemi quotidiani e che ci dia la giusta carica per affrontare l'incertezza di queste giornate, scandite dai bollettini dei nuovi contagi, dagli incontri su Zoom e dal coprifuoco. É curioso come, nel giro di pochi mesi, ben quattro popstar femminili appartenenti a diverse generazioni, Dua Lipa (25 anni), Jessie Ware (36 anni), Róisín Murphy (47 anni) e Kylie Minogue (52 anni), abbiano pubblicato album che sono un aperto omaggio alle sonorità disco/funk che hanno dominato le classifiche tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta. In Disco la cantante australiana ha collaborato a quasi tutte le composizioni, dieci su dodici, oltre a registrare i brani, utilizzando il software musicale Logic Pro, anche durante il periodo del lockdown, nello studio di registrazione all'interno della sua abitazione. Gli echi robotici dei Daft Punk di Random Access Memories si avvertono nelle godibilissime Miss A Thing e Where Does The DJ Go?. La coinvolgente melodia di Magic ricorda non poco Cherish dei Kool & The Gang, mentre Last Chance è un evidente omaggio a Voulez Vous degli Abba, ma i brani funzionano alla grande ed è quasi impossibile ascoltarli a un volume adeguato senza muovere a tempo qualche parte del corpo.

Il profluvio di archi di I love it e Supernova sono deliziosamente anni Settanta, mentre le eccellenti Real Groove e Say Something hanno un sapore decisamente Eighties. Celebrate You, che ha sentimento, positività e una melodia memorabile, potrebbe diventare un classico del suo repertorio, una I should be so lucky degli anni Duemila. Unstoppable ha un basso e una chitarra ritmica da antologia, degni degli Chic, mentre il testo è un concentrato di energia e di buonumore. Nell'edizione deluxe troviamo 4 bonus tracks di valore come Till you love somebody, Fine wine, Hey lonely e Spotlight, che allungano la festa dance di altri 15 minuti. Disco è un album riuscito, coeso, frizzante, ottimamente prodotto e arrangiato, forse non originalissimo nelle sonorità, ma che non ha mai un momento di noia, né un brano da skippare. Un ritorno in grande stile alla musica dance per Kylie Minogue, che potrebbe bissare il trionfo dell'album Fever del 2001 (quello della hit mondiale Can't Get You out of My Head) e che, siamo certi, farà ballare milioni di persone nella loro stanza, in attesa di poter tornare a calcare di nuovo i dancefloor. Una magia riassunta nel refrain del singolo Magic: "Ballando insieme non c'è niente che potrebbe essere migliore/ Domani non importa/ Faremo durare la notte per sempre/ Allora, credi nella magia?".

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Gabriele Antonucci