Ivi, Andromeda: quando l'arte del pop incontra Marlene Dietrich
Gaia Bonanomi
Musica

Ivi, Andromeda: quando l'arte del pop incontra Marlene Dietrich

Abbiamo intervistato la vocalist austriaca che sul lato b del suo primo singolo rilegge Dreams dei Fleetwood Mac

"Mi piacciono le voci che lasciano il segno, quelle che riconosci dopo pochi secondi perché hanno un timbro e un'intensità inconfondibili". Si racconta così a Panorama.it, IVI, 25 anni, austriaca, voce di Andromeda, un singolo catchy dal sound potente e contemporaneo.

Nel suo modo di cantare convivono la leggerezza e la raffinatezza della pop singer e il fascino della più ammaliante interprete/femme fatale del Novecento: Marlene Dietrich. "La voce di Marlene è straordinaria. Non avevo mai pensato che il suo stile fosse parte del mio modo di cantare. Me lo ha fatto notare per primo l'autore e produttore di Andromeda, Ferdinando Arnò" Andromeda è un brano che ti conduce fuori dallo spazio e dal tempo, in una nuova dimensione: tre minuti di "viaggio" accompagnati da una melodia affascinante (la canzone è stata mixata da Tom Elmhirst, il più importante sound-engineer dell'ultimo decennio, vincitore di quindici Grammy Award per il suo lavoro con Amy Winehouse, Adele, David Bowie e Beck, ndr)".



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"Mi ha colpito fin dalla prima volta che Ferdinando me l'ha fatta ascoltare" spiega. "Per me la musica è il dizionario universale delle emozioni. Le canzoni sono scatole magiche fatte di suoni, colori e profumi. Tra le mie influenze ci sono il country ed in particolare Karen Dalton e Johnny Cash, due passioni che ho ereditato dai miei genitori (il padre è stato batterista in una marching band, ndr) e che ho fatto mie con i passare degli anni" racconta la vocalist.

Non meno fondamentali per IVI i Fleetwood Mac di Dreams, il leggendario brano contenuto nel best seller, Rumours del 1977, che ha reinterpretato come b-side di Andromeda, il suo singolo di debutto: "Una canzone pazzesca… Stevie Nicks è da sempre uno dei miei punti di riferimento. In generale ascolto musica old style anche se interpretata da artisti di oggi. Adoro Leon Bridges, Gregory Porter, ma anche i Led Zeppelin. Per me la buona musica è quella suonata davvero da persone in stato di grazia" spiega.

"Music has the power. Mi piace ribadirlo perché la vita di tutti noi è caratterizzata da una colonna sonora fatta di brani che si sono stratificati nella memoria e nel cuore. E ognuna di queste canzoni richiama un'emozione diversa. Ogni pezzo che ci emoziona, che ci fa vibrare, è come un tatuaggio, un tatuaggio nell'anima".

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Gianni Poglio