Intervista a Max Gazzè: “Maximilian fa le valigie, ecco il mio tour mondiale”
Chiara Giolito
Musica

Intervista a Max Gazzè: “Maximilian fa le valigie, ecco il mio tour mondiale”

Dopo un’estate di sold out l'artista romano partirà per un nuovo tour che lo porterà fino allo storico club “Whisky a Go Go" di Los Angeles.

Il “Maximilian Tour” di Max Gazzè continua a macinare numeri incredibili confermando il momento d’oro dell'artista romano.  Uno spettacolo  di oltre due ore che stupisce per scenografie e repertorio: brani che dagli anni ’90 ad oggi ripercorrono la carriera di un evocatore delicato, autore di tantissime hit che ormai fanno parte della cultura popolare italiana. Da “Cara Valentina” a “Vento d’estate” passando per la più recente “Ti sembra normale”, la canzone più trasmessa dalle radio italiane della classifica Earone.   

L’ultimo album “Maximlian”, già disco d’oro, ha conquistato i palazzetti di tutta Italia con decine di sold out e un calendario che durerà fino a settembre. Poi sarà la volta del tour mondiale che dal 7 al 22 ottobre porterà Max ad esibirsi a Montreal, Toronto, Chicago, New York, Boston, Miami, Los Angeles, Tokio e Shanghai.

Max, il tuo tour finirà… con l’inizio di un altro tour! Dopo le tappe italiane partirai per un giro del mondo, dove trovi le forze per non fermarti mai?

“È proprio il tour che mi dà forza perché ho sempre tanta voglia di suonare. Ogni concerto è un ricambio di energie e per assurdo la parte più rilassante è proprio suonare, fare ciò che mi piace. Fosse per me sarei sempre in tour e spero di continuare a farlo il più possibile, se il fisico regge mi vedrete sul palco fino a 70 anni! “

In così tante date quante volte capita di avere imprevisti sul palco?

“Può capitare, come in ogni lavoro, di avere degli imprevisti. Quando qualcosa va storto l’importante è gestirlo nel migliore dei modi. In questo senso l’esperienza è una componente fondamentale, l’altra è però il feeling con la band e con le persone che lavorano con te.  Un esempio? A causa di un guasto tecnico ci è capitato di improvvisare suonando nel boccascena in acustica… Il pubblico ha capito ed apprezzato".

L’imprevisto che ti preoccupa di più?

“Suonare in automatico, quello è un grave errore per un musicista: serve sempre la tensione e un margine di errore a tenerci attenti”

Quali sono le tappe che ti incuriosiscono di più del prossimo tour mondiale?

“Andare in America è sempre bellissimo, ci sono stato diverse volte e adoro New York. Aspetto anche la data di Tokio, una città incredibile, mentre sono davvero orgoglioso di suonare a Los Angeles nel “Whisky a Go Go “, storico locale dove hanno suonato i più grandi nella storia della musica”.

E invece c’è una città nel mondo che, per empatia o affetto, ti coinvolge e piace più di altre?

“Se devo dirne una dico Berlino. Mi piacciono tante città, a partire da Madrid e Barcellona che ritengo splendide, ma Berlino ha qualcosa di diverso, qualcosa che non so descrivere con precisione. Quando ci sono stato ho sempre avvertito il suo fascino,  è uno dei posti in cui potrei passare del tempo.”

Dopo il tour cosa farai?

“Viaggerò ancora, magari per qualche posto esotico in un angolo sconosciuto del mondo. Per piacere personale, magari per mettermi a lavorare sulle mie ricerche: da tempo studio i rotoli di Qumran, i manoscritti del Mar Morto, e quanto prima mi piacerebbe riuscire a raccogliere il mio lavoro.”

Quando sei in vacanza pensi ancora alla musica o cerchi di distrarti?

“Partiamo dal presupposto che vacanza  nasce da vacante. Quindi dovrebbe essere un qualcosa di sospeso, un buco dove non c’è spazio né per pensare né per fare niente, giusto? Questo almeno è quello che mi piace pensare, la verità è che ho dei figli e quindi le vacanze sono dedicate a loro!”

Dovrai aspettare “solo” ottobre e la fine del tour. Quale è il primo posto che ti viene in mente pensando al relax?

“Mi immagino un’ambientazione di montagna in Giappone, con la neve stile Kill Bill. Un posto isolato dal mondo con un suono ovattato nell’aria, senza conoscere nessuno e senza niente da fare.  Pensane uno per me, qualche villaggio impronunciabile ed evocativo…"

Detto, fatto. Per Max ho pensato al bellissimo villaggio di Shirakawa, nella valle del fiume Shogawa: monti innevati, case con i tetti di paglia a spiovente come mani congiunte, un silenzio surreale e un vasto orizzonte. Un clima rassicurante e spettacolare, originale e con una storia unica, proprio come la musica di Max.

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Chiara Giolito
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Matteo Politanò