Musica

Gabriele Ciampi: "Così ho varcato la soglia della Casa Bianca"

Il compositore e direttore d'orchestra che si è esibito davanti agli Obama si racconta a Panorama.it

di Gabriele Ciampi

Papa Francesco
Papa Francesco mi ha detto di continuare su questa strada. Incontrarlo è stata un’esperienza umana e spirituale senza precedenti; non avevo mai incontrato un Papa prima d’ora. Parlargli del mio album e vederlo stretto nelle sue mani, sentire quegli apprezzamenti per me: è stato come sognare ad occhi aperti. Nel nuovo disco In Dreams Awake ho dedicato al Pontefice “Preludio per due violoncelli”, brano ispirato dai “messaggi” del Santo Padre. Un anno fa il concerto alla Casa Bianca per la famiglia del Presidente Obama, su invito della First Lady Michelle e ora il Santo Padre.
 
Da Roma a Los Angeles solo andata
La musica è sempre stata parte integrante della mia vita.  Ho iniziato con lo studio del pianoforte per ovvie ragioni (la azienda di famiglia si occupa di pianoforti da 3 generazioni, dal 1945) poi ho capito che la teoria, le regole e tutto ciò che ruotava dietro al "suonare" mi fascinava: decisi così di provare con la composizione tradizionale al Conservatorio di Roma. Dopo una parentesi molto improntante per me e non breve (10 anni) nella azienda di famiglia, sentendo anche sulle spalle il peso del dover portare avanti una azienda creata da mio nonno nel 1945, decido di percorrere la strada americana: una mia amica (oggi mia moglie) mi spinge a riprendere la musica, che avevo momentaneamente abbandonato, vengo selezionato per la UCLA per la classi di composizione e orchestrazione e alla fine decido di rimanere a Los Angeles definitivamente. Ovviamente questa decisione all'inizio ha portato molto turbolenza (specialmente in famiglia): mio padre e mio fratello non si aspettavano un cambiamento di vita radicale, mia madre era contenta perché la musica era qualcosa che mi aveva sempre appassionato e sarebbe stato un peccato far spegnere questa passione. Vivo qui a Los Angeles da 4 anni, i primi 3 anni sono stati di studio e di semina e di forti pressioni (specialmente da un punto di vista psicologico, dato che avevo deciso di lasciare una strada certa in Italia per un futuro incerto); poi lo scorso 8 dicembre, nel momento in cui ho toccato il cancello di ingresso alla Casa Bianca, ho capito che il mio sogno si stava realizzando: sicuramente è stata una bella soddisfazione anche per la mia famiglia e per me è stata la liberazione da un peso sulle spalle che stava diventando sempre più grande. Fin dal primo giorno qui a Los Angeles ho dovuto dimostrare (prima di tutto e me stesso e a mio padre ) di aver fatto la scelta giusta...e dopo 3 anni di lavoro l'occasione è arrivata. Ovviamente ogni giorno mi mancano tante cose, l'Italia è il mio Paese quindi è giusto che sia così. Come più volte ho detto non mi reputo assolutamente un cervello in fuga, semmai un cervello "in prestito"...spero un giorno di tornare in Italia e poter dare, nel mio piccolo, un contributo dal punto di visto artistico. Sicuramente l'Italia da un punto di vista qualitativo offre molto e gli Stati Uniti non hanno nulla in più rispetto al nostro Bel Paese da un punto di vista artistico. L'Europa (in particolare l'Italia) ha grandissimi musicisti che studiano nei Conservatori e nelle Accademie per 10 anni, 8-10 ore al giorno e che quindi hanno un solido background. In America si improvvisa di più, si pensa subito alla vita lavorativa e lo studio si riduce al minimo: io sono stato fortunato ad aver avuto l'opportunità di studiare in entrambi i continenti, le 2 scuole (tradizionale italiana e moderna americana) mi hanno arricchito e mi hanno permesso di sperimentare tanto alla ricerca dell'essenziale.
 
“Gli Stati Uniti sono il posto dove tutto è possibile”: così disse Barack Obama
Dal punto di vista artistico per me il sogno si è realizzato nel momento in cui sono entrato alla Casa Bianca, quando è arrivata l’inaspettata lettera di Michelle Obama e ho toccato la porta dello Studio Ovale: quel momento per un artista è intramontabile, una grande esperienza dopo 4 anni di duro lavoro che mi ha dato la forza di continuare a crederci. Ora vorrei realizzare il sogno italiano, ci credo e sono convinto che si possano avere grandi soddisfazioni nel nostro Paese. Sicuramente gli Stati Uniti sono il Paese in cui tutto è possibile, ma servono grandi sacrifici e un atteggiamento molto aggressivo: è facile cadere, ma la cosa importante è rialzarsi e ripartire. Non sono mai stato intimorito dall'idea di "andare al tappeto" , nè mi sono mai demoralizzato per non aver realizzato qualcosa: i fallimenti sono sempre tanti prima di avere un po' di successo, ma questo fa parte della vita, gli errori ci fanno crescere e ci danno la forza di andare avanti cambiando. Il concetto del Never Give Up (che è stato il punto di forza dell'attività politica e sociale di Hillary Clinton) è fondamentale in questo paese in cui gli incidenti di percorso e gli imprevisti sono ogni giorno dietro l'angolo.  Se dovessi commentare questo sogno che sto vivendo direi che per noi italiani tutto è possibile, io non sono americano ma sono stato "importato": quindi se sono riuscito a varcare la soglia della White House vuol dire che noi italiani possiamo fare tanto e non siamo secondi a nessuno. Più passano i mesi e più mi rendo conto che noi italiani abbiamo una grande forza, siamo creativi e abbiamo grandi idee da poter realizzare: dobbiamo credere di più in noi stessi, sognare di più per poi realizzare quel sogno. Per me tutto questo è solo l'inizio, devo lavorare ancora tanto e duramente: posso solo dire di non aver mai mollato in questi 4 anni e se tornassi domani in Italia porterei con me la grande motivazione che questo Paese mi ha dato sin dal primo giorno.
 
Una lettera da Hillary Clinton
 
Due donne americane straordinarie con le quali sono entrato in contatto in questi anni e a cui sono molto legato sono sicuramente la First Lady Michello Obama e Hillary Clinton. Michelle Obama mi ha concesso una grande opportunità invitandomi ad esibirmi per il White House for Holiday lo scorso 8 dicembre. Questa data è una data importante per la Casa Bianca, iniziano le decorazioni natalizie con un grande ricevimento per Ambasciatori, Politici e amici della famiglia Presidenziale. Ho avuto anche la fortuna di essere stato il primo compositore italiano scelto per esibirsi nel foyer della Casa Bianca proponendo un repertorio di musica originale. Inoltre la First Lady specialmente in questi ultimi 4 anni ha dato grande risalto alle arti a alla musica, considerandola l'unica arte in grado di unire diverse culture. Una donna straordinaria che, indipendentemente dal risultato elettorale, rimarrà per sempre nel cuore degli americani. Hillary incarna al meglio il concetto del Never Give Up (non mollare mai).
 
Nel nuovo disco, In Dreams Awake, ci sono due dediche particolari
 
Dal punto di vista artistico Michelle Obama ha lavorato molto per la musica in America, attribuendole un ruolo importante di coesione tra le diverse culture: tanti sono stati i finanziamento concessi per orchestre e festival musicali in questi ultimi 4 anni. Dal punto di vista delle opportunità, ho toccato con mano la sua grande attenzione verso artisti provenienti da tutto il mondo: la sua ricerca non si è mai limitata all'America, ma ha voluto molto spesso sostenere artisti provenienti dall'Asia e dall'Europa a dimostrazione del fatto che gi Stati Uniti sono da sempre il Paese delle opportunità. Da parte mia era doverosa una risposta e il mio unico linguaggio è la musica, quindi ho deciso di scrivere e dedicare a lei questo brano (Michelle) che è stato eseguito varie volte durante il concerto alla Casa Bianca lo scorso 8 dicembre: ricordo ancora quando lo abbiamo eseguito 2 volte di seguito: finita la prima esecuzione lo staff presidenziale si è avvicinato al podio e mi ha chiesto di dirigerlo ancora, creando non poco caos nell'orchestra pronta ad eseguire il brano successivo...Dopo momenti di "panico" siamo riusciti a capire la volontà della First Lady, che in realtà lo voleva ascoltare come bis finale... Invece noi abbiamo anticipato il bis. All'interno del mio nuovo progetto discografico, In Dreams Awake, c'è anche un brano dedicato a Papa Francesco, il Preludio per due Violoncelli. Io sono credente, ma questo brano va oltre la religione. Papa Francesco ha trasmesso un messaggio di Misericordia e speranza per tutti con la sua personalità, l'essere uomo e non soltanto uomo di chiesa. Il Preludio  è in accordo e sintonia con il suo operato. Lui ama l’essenziale e il mio brano si lega molto al messaggio legato a quest’ultimo Giubileo della Misericordia. E’ un dialogo tra i due strumenti che, grazie all’utilizzo dei diversi registri del violoncello, mette in risalto due diverse sonorità: quella più misteriosa  del registro grave e quella melodica, dolce e profonda, del registro medio-acuto. In un momento storico difficile questo brano vuole essere un messaggio di speranza per il futuro, scritto per lo strumento dalla sonorità dolce e allo stesso tempo potente per eccellenza: il violoncello. Da un punto di vista umano Papa Francesco è molto popolare sia in Europa che in America per la sua grande apertura mentale: un Papa che ha capito per primo che i tempi sono cambiati e che più volte ha invitato i Cristiani a prendere esempio da altre religioni. Un esempio quindi di grande modernità.
 
Dalla musica alla cucina...
 Credo fortemente nelle opportunità e nella novità: non c'è futuro senza progetti nuovi e non c'è innovazione senza sperimentazione.  Da un punto di vista compositivo con questo nuovo album viene sviluppata la mia idea di scrivere musica con l'essenziale, idea che è stata alla base del mio primo progetto discografico The Minimalist Evolution. Scrivere musica con il materiale essenziale e trasmettere un messaggio con poche note è al cosa più difficile per un compositore, ci vuole un istante per scrivere tante note sullo spartito ma ci vogliono giorni, settimane e mesi per decidere quali note eliminare. Questa idea di "Essenziale" viene poi estremizzata con l'Adagio per Clarinetto scritto per uno strumento Solo.

Questa continuo ricercare e sperimentare verso l'essenziale mi ha avvicinato molto anche alla cucina: musica e cucina è la perfetta unione, proprio perché non hanno segreti e si basano sulla semplicità. E' più difficile scrivere un Duo che un brano sinfonico: è più difficile secondo me cucinare bene un piatto di pasta al pomodoro e una pizza margherita rispetto a tanti esperimenti che oggi vengono fatti da alcuni chef più che altro per marketing (una volta ad esempio proprio in qualche programma televisivo ho sentito il nome di un piatto veramente curioso dal nome "uova di pesce volante"). La mia passione per la cucina mi ha spinto a provare l'esperienza televisiva di Masterchef America: lo scorso anno al casting ho preparato una insalata liquida di piselli con crema di buratta e gamberi. Ho un bel ricordo di quella esperienza che però è tutto tranne che cucina (ho partecipato per curiosità, non avrei mai pensato di trovarmi in un reality show dove è tutto scritto e preparato). E' un grande spettacolo, mi sono divertito, ma la mia passione (e la mia professione) è la musica, quindi sono stato costretto ad abbandonare in corsa durante il casting...una divertente esperienza che mi ha fatto incontrare aspiranti chef da tutto il mondo, un mix di culture culinarie differenti. Il piatto più strano che ho visto è stato un tentativo di pasta con del pesce crudo sopra che ha preparato un ragazzo giapponese...il colore era tipo quello della pasta che ti danno in ospedale quando sei malato...e il sapore era inesistente, a parte il wasabi sulla pasta! Un altro aneddoto che ricordo sempre volentieri è il giorno del mio matrimonio alle Hawaii, ho cucinato io per gli invitati delle pappardelle che ho fatto produrre artigianalmente a Gragnano sulla base di una mi formula...l'ho chiamata La Pasta del Maestro e la uso ancora per le cene che organizzo a Los Angeles. Una grande passione quella della cucina che mi diverte e mi rilassa. La composizione come dico sempre è una "tortura" psicologica, ore ed ore sempre sella stessa battuta o suonando le  note in attesa di quel guizzo che permette di completare un brano. Cucinare è stata prima una necessità (inizialmente come antistress per pensare ad altro) poi è nata la passione, che mi ha portato a produrre tutto in casa (pane, dolci, pizza) oltre a curare l'orto che mi permette di servire alle cene cibo 100% organico.

In ogni caso tornando alla musica rispetto tutti coloro i quali si espongono alle opinioni e ai giudizi degli altri. Nel momento in cui un artista sale sul placo si mette a nudo, si presta al giudizio del pubblico e propone la propria arte...e quindi ho grande rispetto per gli artisti che si esibiscono dal vivo. La musica classica non è una musica per pochi, ma deve essere accessibile a tutti. Specialmente in Italia andare ad un concerto sinfonico sembra una montagna da scalare, in realtà quella musica scritta dai grandi compositori del passato è proprio un messaggio per la gente, per il grande pubblico, per arricchire lo spirito. Mettere delle barriere vuol dire fare del male alla musica oltre a non rispettare gli autori che l'hanno scritta. Allo stesso modo in cucina non si deve entrare con i libri e le ricette in mano, bisogna agire seguendo il proprio istinto, anche in questo caso alla ricerca del famoso guizzo che permette di creare un gran piatto.  Anche la cucina non deve avere barriere, tutti possono cucinare e devono provarci, anche se bravi chef si nasce e tanti sono gli chef stellati nel mondo dai quali imparare sempre cose nuove. Un nome per tutti Niki Nakayama, una donna chef giapponese che, secondo me, sta rivoluzionando molto il mondo culinario moderno in cui i piatti trasmettono un feeling e non soltanto un sapore...

Giulia Marangoni
Gabriele Ciampi, l'ultimo album è In dreams awake

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