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Ansa
Musica

Trapper e violenza: quando la musica è solo una scusa

Più famosi per i reati che per le canzoni, i protagonisti del romanzo criminale legato al mondo della trap sono quanto di più lontano ci possa essere dal concetto di artista


Il primo ed essenziale punto da chiarire è che la quasi totalità degli italiani non sa nemmeno chi siano i protagonisti dell'estate delinquenziale della trap: Jordan Jeffrey Baby, Traffik, Elia 17 Baby, Simba La Rue. Ragazzotti più famosi per gli arresti, le denunce e le violazioni del codice penale che per le canzoni. Ignoti a tutti tranne che a quel manipolo di follower che si esalta per le azioni violente riprese in tempo reale e postate alla velocità della luce come trofeo di caccia sui social.

Che poi in mezzo a rapine, rapimenti, accoltellamenti, droga, razzismo e misoginia ogni tanto ci scappi anche una canzone , se così si può dire, è solo un accidente. E allora la musica diventa solo una scusa, un veicolo per celebrare via social uno stile di vita che sta fuori dal mondo reale e civile, a base di ossessioni psicotiche per il lusso, ritorsioni da Far West verso le gang rivali, azioni violente e pornografia di bassissimo livello. Ora, il problema non è criminalizzare la trap come genere musicale in sé (trapper non è sinonimo di delinquente), che piace ai sedicenni e che risulta ovviamente inascoltabile e cacofonico per chiunque nella vita si sia emozionato con i Beatles, i Pink Floyd, Prince o gli Ac-Dc, ma guardare la realtà e prendere atto che i reati sono reati e che non esistono disagi od emarginazioni che li giustifichino.

La fotografia della realtà è nelle cronache di questi giorni: Jordan Jeffrey Baby e Traffik sono finiti in carcere con l'accusa di aver rapinato bicicletta e zaino ad un cittadino nigeriano di 41 anni in provincia di Monza all'urlo "ti ammazziamo perché sei nero". Tutto questo filmandosi a torso nudo mentre lanciavano la bici del malcapitato sui binari della stazione per lasciare traccia indelebile "dell'impresa". Rapina aggravata dall’uso del coltello e dalla discriminazione razziale sono reati di cui dovranno rispondere. Elia 17 Baby, è stato fermato dai carabinieri della compagnia di Olbia per la rissa con accoltellamento di un 35enne (che rischia di rimanere paralizzato ) sulla spiaggia di Marinella. L'accusa? Tentato omicidio. "Faida tra le gang di Simba La Rue e Baby Touché: nove arresti tra Como, Lecco, Bergamo" titolava il Corriere lo scorso 29 luglio. Per inciso, Simba La Rue si trova in carcere in attesa di essere operato d'urgenza dopo le coltellate che gli hanno gravemente messo fuori uso una gamba.

Davanti a tutto questo ed allo sterminato elenco di precedenti penali dei protagonisti dell'estate nera della trap, appare chiaro quanto l'aspetto musicale sia residuale e irrilevante. La musica è solo una scusa, un altro fattore di esaltazione dell'ego. Ma le canzoni (specie quelle brutte) passano e vanno, i reati restano e per quelli ci sono i tribunali e le sentenze.

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Gianni Poglio