Musica

Davide Shorty, da X-Factor al primo album "Straniero": l'intervista

La passione per l'hip hop, la nuova vita a Londra e le coraggiose scelte dopo il talent: l'artista soul siciliano ci racconta la sua storia

È Straniero il titolo del primo album da solista di Davide Shorty, concorrente di X-Factor 2015 che si è strappato subito di dosso l'etichetta da talent per continuare il suo percorso artistico, un raffinato mix tra hip hop, soul, funk e jazz. Siciliano che vive a Londra da 7 anni, Shorty ha usato l'idea di straniero come filo conduttore di tutto l'album, parlando di integrazione e alienazione, dal lato del mondo che include a quello che esclude.

Dal disco è stato estratto il primo video ufficiale Nessuno mi sente, un brano dal sound internazionale presentato in un video girato a Londra da Tom Ewbank, già regista per Jordan Rakei, Tom Misch e Carmody. Una voce calda e avvolgente, un timbro soul che aveva sorpreso la critica di X-Factor e che ha scelto di dosare i compromessi pur di restare coerente al suo sound.  

L'intervista: 

Come nasce Straniero?

"Al concetto del disco ci ero già arrivato da dieci anni, prima di X-Factor avevo già deciso di scrivere un disco in italiano ma la lavorazione si è allungata. Adesso ce l'abbiamo fatta!"

Come è stata l'esperienza a X-Factor?

"Finito X-Factor ho vissuto un periodo molto intenso, è stata una botta d'amore pazzesca, molto bella da affrontare ma molto difficile da gestire. In queste dinamiche capita spesso di saturare, le persone non ti valutano più per quello che sei ma per il fatto che sei stato chiuso in una scatola per tre mesi."

In un'intervista hai detto che "dopo X-Factor il tuo ego ti era sfuggito di mano". Cosa intendevi? 

"Intendevo che è stato difficile affrontare tutto, ero troppo concentrato su me stesso e sentivo la pressione. In poco tempo mi sono ritrovato con una grossa etichetta a dover decidere cosa fare. Mi sono preso del tempo per capire come trasmettere alcuni concetti, soprattutto quello di "straniero". Io ero arrivato da straniero a Londra ma mi sono sentito straniero anche in Italia, quando ho provato a fare il musicista. Qui non c'erano sbocchi, per quanto siamo considerati un paese di grande cultura diamo poco spazio alla cultura. Quello dello straniero mi sembrava un tema attuale, soprattutto considerando quello che sta accadendo nel mondo: da Trump a Salvini, dalla Brexit a Le Pen, si sente molto il peso della diversità"

Nel disco spicca molto il tuo legame con la scena hip hop...

"Certo, io sono molto legato alla scena hip hop, ho iniziato da rapper per poi continuare da cantante e produttore. Cercavo i campioni giusti quindi ascoltavo tantissimi dischi, l'hip hop ha avuto un ruolo fondamentale nella mia crescita artistica"

Si capisce anche dalle featuring, su tutti quella con Tormento. Come vi siete conosciuti? 

"Mi ricordo un Mtv TRL del 2008, in cui Tormento presentava il suo singolo "A fuoco". Io ero appena uscito con un prodotto, lui mi riconobbe e mi disse: "Fratello, spacchi". In quel momento qualcosa è cambiato dentro di me: se il mio idolo aveva riconosciuto il mio talento avrebbero potuto farlo in tanti. Amavo il soul e lui è stato uno dei primi a mischiare il genere in Italia, averlo nel mio disco è un onore".

C'è anche Johnny Marsiglia...

"Johnny per me è un fratellone, siamo cresciuti insieme parallelamente e io l'ho sempre guardato con un filo di sfida perché era quello da battere. 12 anni fa ci eravamo anche sfidati al Tecniche Perfette, quando ancora si chiamava Johnny Killa. Ad oggi è il mio rapper italiano preferito, il suo stile ha portato una ventata d'aria fresca e dimostrato come si può avere un suono unico e originale... Senza autotune!"

Un riferimento a qualcosa che non ti piace? 

"Si, è gusto personale, ma non riesco proprio ad apprezzare alcune cose che stanno andando adesso. Un esempio su tutti? La Dark Polo Gang. A parte il suono non mi piacciono i messaggi, è tutto troppo effimero, è musica distruttiva e non costruttiva. La musica dovrebbe far evolvere l'essere umano, loro lo fanno restare fermo. Capisco il business ma la musica influenza molto le generazioni: se ad un 15enne parli solo di Gucci lui penserà che è giusto prendere in giro chi non veste Gucci. La musica crea dei modelli e spetta alla coscienza di ognuno dare i messaggi giusti: sia chiaro, i cattivi role model ci sono da sempre, io da piccolo ascoltavo Tupac che parlava di donne e droga. Però in altri brani dava spettacolo con riflessioni profonde e messaggi unici. La differenza era il livello di attenzione medio: adesso dopo 15 secondi si "skippa" la traccia". 

Canti in italiano ma non hai abbandonato i progetti UK...

"Esatto, è una necessità artistica portare avanti entrambi. Qui sto puntando su Davide Shorty ma in parallelo ho appena lanciato il primo disco dei Retrospective for Love, un progetto nato nel 2012 a Londra dove condivido il palco con la vocalist Leslie Phillips. Il titolo del disco è Random Activities of Heart." (l'album si può acquistare qui)

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Come sono andati gli instore di Straniero?

"Molto bene, soprattutto a Palermo dove l'affetto della gente mi ha travolto. È stato magico perché ho capito che tutto il lavoro che ho fatto e che sto facendo sta andando da qualche parte. Hai un ritorno molto più importante che è il ritorno umano. Io non ho i numeri della Dark Polo Gang ma neanche le stesse priorità: vorrei che la mia musica fosse fonte di ispirazione per le persone". 

Adesso inizierai i concerti dal vivo?

"Si e nello show avrò a fianco gli stessi musicisti che ci sono sul disco. Stare in una stanza a suonare con altre persone crea un'intesa unica, stiamo pensando ad uno spettacolo intenso dove ci sarà molta improvvisazione e dove il pubblico sarà parte integrante del concerto. Siamo ragazzi che amano la musica alla follia e l'unica cosa che vogliamo è continuare a farlo..."

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Tommaso Gesuato
Dall'album è stato estratto il video del singolo "Nessuno mi sente".

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Matteo Politanò