Danger Mouse e Calvin Harris: il ritorno della musica nel rap
Simon Thirlaway
Musica

Danger Mouse e Calvin Harris: il ritorno della musica nel rap

Gli album Cheat Codes, insieme al rapper Black Thought, e Funk Wav Bounces Vol.2 del dj-produttore scozzese sono ricchi di strumenti analogici e musica suonata. Una rivoluzione, rispetto al sound della trap

L'11 agosto 1973 è universalmente considerata la data della nascita ufficiale del rap, che ormai ha una storia quasi cinquantennale. Quella sera, nell’ edificio situato al 1520 di Sedgwick Avenue, South Bronx, una delle zone più povere e degradate di New York, si è tenuto un party leggendario, che ha cambiato per sempre la storia della musica mondiale. Mr.Campbell, immigrato giamaicano con uno spiccato spirito imprenditoriale, ebbe l'intuizione, per il compleanno della figlia Cindy, di organizzare una grande festa di quartiere con un biglietto di ingresso (le donne pagavano la metà).

L'attrazione della serata era Clive Campbell, meglio conosciuto come Kool Herc, un giovane e talentuoso dj di appena diciotto anni che quella sera fece qualcosa di rivoluzionario: con un mixer, due giradischi e un doppio amplificatore, missò due dischi identici isolando delle parti di basso e di batteria (i cosiddetti "breaks" che, qualche anno dopo, ispireranno un celebre brano di Kurtis Blow) alternati in loop, mentre Herc parlava a tempo al microfono, magnificando le sue doti tecniche e incitando i presenti a divertirsi e a ballare.

Nasceva così, quasi inconsapevolmente, il rap, che oggi è di gran lunga la musica più ascoltata al mondo, soprattutto sulle piattaforme streaming. Tornando ai giorni nostri, da un decennio è in atto una "diaspora" della trap rispetto al rap: la prima, da un punto di vista musicale, è basata sulla ripetizione ossessiva degli stessi pattern ritmici di batteria elettrica, di basso e di una scarna parte melodica, mentre la parte rappata, non più basata sulla metrica, è lugubre e monocorde.

Il rap, fin dalla sua nascita, si basa invece sul meccanismo del "sample", una porzione musicale di un brano più o meno famoso (di cui vanno pagati i diritti agli autori), sul quale l'MC declama, in modo metrico e musicale, le sue barre. Non a caso il primo grande successo rap è Rapper’s delight della Sugarhill Gang, in cui viene campionata la base della coeva Good Times degli Chic, scatenando polemiche e battaglie legali sui diritti legali del brano. Per questo la trap ha segnato, un po' come il punk alla fine degli anni Settanta, un vero spartiacque tra generazioni: mentre il rap, nelle sue varie declinazioni, è stato per anni una porta di accesso per milioni di ascoltatori alla migliore musica soul, funk e jazz (Aretha Franklin, Marvin Gaye, Funkadelic, James Brown, Herbie Hancock) grazie ai sample, la trap è, di fatto, un mondo chiuso in se stesso, che non porta naturalmente ad ascoltare altri generi musicali, se non, al massimo, l'urban pop, una sua versione più melodica, pop ed edulcorata. Questa lunga premessa è necessaria per capire l'importanza di due album, usciti entrambi ad agosto a una settimana di distanza l'uno dall'altro, che segnano un gradito ritorno alla musica e alle grandi produzioni nel rap: Cheat Codes di Danger Mouse e Black Thought e Funk Wav Bounces Vol.2 di Calvin Harris.

Mentre il primo, che vede finalmente la luce a 15 anni dalla sua ideazione, è un album collaborativo tra uno dei più geniali produttori contemporanei (Gnarls Barkley, Black Keys, Red Hot Chili Peppers) e uno dei migliori rapper conscious, nonché voce principale dei The Roots, il secondo, Funk Wav Bounces Vol.2 di Calvin Harris, è un omaggio al sound funk rilassato di fine anni Settanta-inizio anni Ottanta, con uno stuolo di rapper di primo piano come ospiti. Curioso che Calvin Harris, il dj più pagato al mondo (un suo dj-set costa almeno 400.000 dollari) e celebre per i suoi inni EDM, abbia suonato in prima persona quasi tutti gli strumenti dell'album -chitarre, basso, pianoforte, tastiere- per trovare quel sound analogico, ricco di calore e di pathos, che aveva già fatto la fortuna di Funk Wav Bounces Vol.1 nel 2017, anche allora accompagnato da numerose star del rap, dell'r&b e del pop. Un'altra piccola, grande rivoluzione portata da Calvin Harris in questo album è quella di far cantare dei trapper molto famosi (21 Savage, Young Thug, Offset, Lil Durk) senza utilizzare l'onnipresente autotune, che rende la voce "robotica" e piatta, oppure utilizzandolo al minimo, in modo da far ascoltare la loro vera voce, una sorpresa per molti ascoltatori. I rapper più "classici", con le basi ricche di chitarre, basso e archi di Harris, fanno qui un figurone, come Busta Rhymes in Ready or not, Snoop Dogg in Live My Best Life e Pusha T in Day One.

In alcune recensioni internazionali si è sottolineata l'uniformità del sound di Funk Wav Bounces Vol.2 come un difetto, mentre, secondo noi, è una qualità, soprattutto se paragonata alla confusione e alla discontinuità degli estenuanti album-playlist, ricchi di ospiti e poveri di idee. L'ultimo disco di Calvin Harris non sarà originalissimo, e di certo i testi delle canzoni non entreranno nelle antologie del cantautorato internazionale, ma ha un sound coeso, caldo e coinvolgente che lo rende il perfetto compagno di lunghi pomeriggi assolati in spiaggia o di viaggi in macchina per raggiungere i luoghi di vacanza.

Cheat Codes di Danger Mouse e Black Thought, invece, è un vero e proprio gioiello rap, in cui i talenti del produttore newyorkese e del rapper di Filadelfia sono perfettamente bilanciati e complementari. Tariq Trotter (vero nome di Black Thought), a quasi 51 anni, può ancora dare lezioni a tanti rapper in erba per la profondità delle sue liriche, per la sua comunicativa e per la sua tecnica nell'incastrare le rime. Brian Joseph Burton (meglio conosciuto come Danger Mouse) ha l'abilità artigianale di un sarto nel costruire, partendo dai sample più rari e introvabili, delle basi straordinarie, dal sapore western e jazz, che potrebbero tranquillamente essere inserite in una colonna sonora di un film hollywoodiano.

Pur non essendo un produttore strettamente hip hop, Danger Mouse ha creato tre pietre miliari del genere come The Grey Album (l’album in cui ha mixato The Black Album di Jay-Z con le strumentali dei Beatles), The Mouse and the Mask del compianto MF DOOM e At.Long.Last.ASAP di ASAP Rocky. Non a caso, proprio MF Doom (benché dall'Aldilà) e ASAP Rocky sono due degli ospiti più illustri di Cheat Codes, che vanta anche le collaborazioni di Raekwon, Michael Kiwanuka, Run The Jewels, Joey Badass, Kid Sister, Conway, Russ e Dylan Cartlidge. I featuring sono perfettamente funzionali al brano, mentre l'album, che dura solo 38 minuti, ha una compattezza e una piacevolezza musicale che rendono inutile il tasto "skip". Una vera e propria chicca è l'utilizzo, nel brano Saltwater, del suggestivo campionamento di una porzione de L’Amico Suicida dei Biglietto per l’Inferno, un gruppo prog rock italiano molto attivo negli anni Settanta. In conclusione, sia Funk Wav Bounces Vol.2 di Calvin Harris che Cheat Codes di Danger Mouse e Black Thought segnano il trionfale ritorno della musica suonata e delle grandi produzioni in due prodotti rap mainstream, segno che le lugubri e ripetitive cantilene trap hanno ormai iniziato a stancare gli ascoltatori, mentre gli strumenti analogici sono ancora vivi e attuali.

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Gabriele Antonucci