Boosta: «Ho scritto la colonna sonora del nostro silenzio»
Musica

Boosta: «Ho scritto la colonna sonora del nostro silenzio»

Il compositore, tastierista e deejay, co-fondatore dei Subsonica, ha pubblicato il suo nuovo album con 12 brani strumentali nati dall'unione di melodie, pianoforti ed elettronica

«Ho immaginato e scritto la colonna sonora del silenzio di chi ascolta questo discoracconta Davide "Boosta" DileoUn film senza immagini, nel quale ognuno è libero di usare le proprie. Perché la musica è, per definizione, uno strumento. Amplifica, allena, attutisce, protegge e cura. Se è vero che tutto ha un suono, questo è il suono del mio silenzio». Parole di Davide Dileo, in arte Boosta, anima elettronica e co-fondatore dei Subsonica, che ha sempre posto al centro della sua attività di compositore (ha scritto anche due brani per Mina) e di dj la ricerca sulle infinite possibilità del suono. Il tastierista ha pubblicato oggi il suo nuovo album Facile, disponibile in formato CD, vinile e su tutte le piattaforme digitali per l'etichetta Warner Music Italy, composto da 12 brani strumentali inediti, nati dall'unione di melodie, pianoforti ed elettronica.

Composto, arrangiato e suonato interamente da Boosta, Facile è un racconto intimo, figlio delle ispirazioni e delle suggestioni scaturite nei mesi di chiusura forzata del lockdown, che ha l'ambizione di diventare la colonna sonora delle nostre emozioni più intime. «L'ascoltatore, come sempre dovrebbe essere, ne farà l'uso che preferisce – racconta Davide – La musica è importante. Forse non accenderà più rivoluzioni culturali e sociali come succedeva nel secolo scorso. Ma rimane uno degli strumenti più potenti di comunicazione. Con gli altri. Con sé stessi». Assai suggestivo anche il video del singolo di lancio Autoritratto, girato da Valentina Pozzi, che vanta la partecipazione della pattinatrice artistica sul ghiaccio Valentina Marchei che, per l'occasione, si esibisce con i pattini in linea.«La musica ha una relazione binaria con ciascuno di noi: ti dà qualcosa o non te la dà», sottolinea Boosta. «La musica è fatta con strumenti, ma diventa essa stessa strumento di vita. Non importa il motivo della creazione, è importante ciò che diventa per le persone che la ascoltano».

L'incontro di presentazione con la stampa via Zoom fornisce l'occasione all'artista di parlare anche di attualità, in particolare delle recenti chiusure dei locali di musica dal vivo. «Il periodo è drammatico, mi sono ripromesso di non fare polemica e io non so davvero che cosa avrei fatto al posto loro, ma non mi sento certo delle capacità di governo del presidente del Consiglio e del ministro della Cultura. La risposta di Franceschini alle critiche all'ultimo Dpcm, che ha chiuso per un mese le sale da concerto, non era una risposta nel merito, ma era una difesa piccata e difensiva, che non forniva i numeri che li hanno portati alla decisione di chiudere i luoghi della musica. Definire 'superflue' le attività artistiche mi ha dato fastidio, è un aggettivo che ha un peso. Sento l'odore di una politica in confusione, che lascerà tante macerie».

A Boosta non piace neanche la direzione che sta prendendo oggi il pop italiano mainstream e si sente sempre più un pesce fuor d'acqua per il modo in cui è fruita e promossa oggi la musica. «Il pop di oggi è sempre più povero e privo di idee. Prendete ad esempio 'Avrai' di Baglioni: è una grande canzone, difficilissima da suonare e da cantare, con una melodia memorabile che l'ha fatta diventare un patrimonio di tutti. Oggi stiamo diventando bidimensionali e sbiaditi, la grammatica della musica sta diventando un Bignami sempre più piccolo, a cui ogni giorno stiamo strappando una pagina in più. La complessità non significa essere artificiosi e difficili, ma andare un pochino più a fondo, come ho provato a fare in 'Facile'. Io 45 anni, sono felice, faccio quello che voglio e vivo ancora del mio mestiere: tutto è un suono e io vorrei dare un suono a tutto».
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Gabriele Antonucci