Beyoncé: Renaissance porta nel futuro la dance del passato
Carlijn Jacobs/Sony Music
Musica

Beyoncé: Renaissance porta nel futuro la dance del passato

L'atteso album di Queen Bey, trascinato dal successo del singolo Break my soul, spazia tra house, disco, garage, dancehall, afrobeat, funk e r&b

Per capire l'importanza di Beyoncé nella scena musicale contemporanea bastano due semplici numeri: 200 milioni di dischi venduti complessivamente in carriera e 28 Grammy Awards conquistati, record assoluto di ogni tempo per una cantante. Ogni album di Queen Bey è un evento, basti pensare al successo del pluripremiato Lemonade del 2016, il suo album più personale e al tempo stesso politico, e di Everything Is Love del 2018 insieme al marito Jay-Z.

Anche perRenaissance, pubblicato venerdì 29 luglio, l'hype era altissimo, anche perché l'album, il primo di una trilogia maturata durante la pandemia, è stato anticipato dal singolo di grande successo Break my soul, che, per le sue sonorità house anni Novanta (con il riconoscibile sample di Show me love di Robin S), ha messo subito in chiaro le coordinate sonore del nuovo progetto. Un grande omaggio alla musica da ballo di matrice black, alla quale Beyoncé è stata introdotta da piccola da suo zio Jonny, che, in 16 brani, spazia con naturalezza tra house, disco, garage, dancehall, afrobeat, funk, r&b, soul, gospel e rap. «Creare questo album mi ha permesso di trovare un posto per sognare e in cui rifugiarmi durante un periodo spaventoso per il mondo. Mi ha permesso di sentirmi libera e avventurosa in un momento in cui succedeva poco. La mia intenzione era di creare uno spazio sicuro, un posto senza giudizi», ha dichiarato la cantante in un lungo post sui social. La sensuale copertina del disco, che raffigura Beyoncé (con il top in cristalli già indossato sulla copertina di Dangerously in Love del 2003) in sella a un cavallo argentato, è un evidente tributo sia al dipinto Lady Godiva di John Collier del 1898 che al celebre ingresso di Bianca Jagger allo Studio 54 sopra un cavallo bianco, alla fine degli anni Settanta, in piena era disco music.

L'etichetta Parkwood Entertainment, fondata dalla stessa Beyoncé nel 2008, si aspetta che l’album venda in tre mesi almeno 3 milioni di copie, a conferma di quanto alte siano le aspettative intorno a Renaissance. Lo sforzo produttivo, dietro a un album-kolossal destinato a fare numeri da record, è stato titanico, con ben 80 tra autori e produttori coinvolti, anche se, come spesso capita, il numero di persone coinvolte è inversamente proporzionale alla freschezza e alla spontaneità dei brani. Ascoltando l'album si avverte la sensazione che ogni suono, ogni sample, ogni break, ogni synth, ogni singolo strumento sia stato analizzato, soppesato e infine approvato dall'ampio team creativo di Beyoncé, il che, se da un lato ci restituisce un album prodotto magnificamente, dall'altro si avverte una certa mancanza di anima e spontaneità, soprattutto nei brani più obliqui ed elaborati. I primi tre pezzi di Renaissance, I'm that girl, Cozy e Alien superstar, quelli che di solito dovrebbero immediatamente coinvolgere l'ascoltatore e farlo entrare nel mondo sonoro del progetto, appaiono più che altro come dei riusciti esercizi di stile intorno al ritmo (prevalentemente reggaeton) che, però, lasciano ben poco dal punto di vista emotivo, nonostante il testo sexy ed esplicito di Cozy.

Il primo sussulto lo avvertiamo in Cuff it, dove è evidente il tocco magico e l'inconfondibile chitarra ritmica di Nile Rodgers, oltre al sample di Ooh La La la di Teena Marie: siamo ragionevolmente certi che questo sarà uno dei brani più ascoltati e amati dell'album, con buone probabilità di diventare un tormentone estivo di qualità. Energy (prodotta dalla premiata ditta Pharrell Williams e Skrillex) inizia con una cassa dritta e suoni minimalisti per poi trasformarsi, via via, in un brano a metà strada tra dancehall e rap, con i versi del rapper giamaicano Beam, figlio della star del reggae Papa San. Kelis ha accusato la collega di non aver dichiarato il sample della sua Milkshake, anche, se, tecnicamente, siamo di fronte a un perfetto esempio di interpolazione, ovvero risuonare una porzione di una canzone altrui, accreditando gli autori dell’originale (in questo caso i Neptunes, regolarmente accreditati anche nel brano di Queen Bey).

Energy apre la strada alla hit Break my soul, oggettivamente un grande brano dance con un ritmo irresistibile che reca (anche) la prestigiosa firma di Jay-Z in un testo coinvolgente e motivante, all'insegna del women power. Il marito di Beyoncé ha firmato anche i brani Alien superstar e America has a problem, che, a differenza di quanto il titolo lasciava suggerire, non ha alcun riferimento politico, ma è un brano giocoso e sensuale. La coinvolgente Church Girl, costruita sopra un campionamento delle Clark Sisters, spazia con naturalezza tra gospel, soul e dancehall. Plastic Off the Sofa è un brano di rara bellezza, che mette in luce la voce da mezzosoprano di Beyoncè sopra un morbido e arioso groove jazz-funk che ricorda le migliori produzioni di Janet Jackson degli anni Novanta, cui segue un altro brano eccellente, Virgo's groove, che non avrebbe affatto sfigurato in Random Access Memories dei Daft Punk per il suo sapore funky contemporaneo. La diva della disco music Grace Jones e la cantante nigeriana Tems partecipano all'originale brano afrohouse Move, che, per la sua ritmica coinvolgente, potrebbe fare faville sulle piste da ballo. In All up in your mind si avverte il marchio riconoscibile di A.G. Cook e di BloodPop (che ha collaborato agli album più importanti di Lady Gaga), così come in Heated c'è lo zampino di Drake, eppure, nonostante le collaborazioni altisonanti, entrambi i brani scorrono senza lasciare il segno.

Gran finale con Summer Renaissance, che riprende la celebre base della hit epocale I Feel Love di Donna Summer/Giorgio Moroder, per poi portarla in inediti territori electro-house. In conclusione, l'operazione di riprendere alcune sonorità dance del passato per poi riadattarle al suono e al gusto del 2022 è lodevole dal punto di vista divulgativo, ma, nel caso ad esempio di Future Nostalgia di Dua Lipa, uno degli album più venduti del 2020, il risultato era molto più omogeneo e immediato rispetto a Renaissance, che pecca per alcuni eccessivi barocchismi e per voler concentrare troppe idee in pochi minuti. Non a caso, i brani più riusciti dell'album (e ce ne sono diversi, da Cuff it a Summer Renaissance, passando per Plastic Off the Sofa, Virgo's groove e Move) sono quelli in cui si avverte maggiore spontaneità e comunicativa, senza il desiderio di stupire a tutti i costi l'ascoltatore con effetti speciali. Dal punto di vista vocale, Beyoncé è sempre impeccabile e tecnicamente perfetta, ma la sua voce, per spiccare il volo, ha bisogno di canzoni all'altezza del suo talento. Renaissance è un album che ci accompagnerà e ci farà ballare non solo per l'estate, ma anche per tutto il 2022, grazie ad alcuni brani che potrebbero diventare a breve dei classici del repertorio di Queen Bey, da oggi non solo regina dell'r&b, ma anche della dance.

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Gabriele Antonucci