Musica

Beatles: perché "Abbey Road" è il capolavoro dei Fab Four

L'album, uscito 50 anni, fa, è stato l'ultimo registrato dal quartetto inglese, pochi mesi prima di sciogliersi per intraprendere ciascuno la carriera solista.

Non c’è dubbio che i Beatles siano il gruppo che vanta la maggiore influenza musicale nella storia del rock, con decine di band epigone.

Nessuna, però, neanche i loro eredi designati Oasis e Blur, è riuscita a ripetere la magia delle loro canzoni, veri e propri classici che non risentono dell’usura del tempo.

Una carriera tutto sommato breve, quella dei Fab Four, che va dal 1962 al 1970, ma incredibilmente intensa, che ha prodotto dodici album, ognuno dei quali è entrato a pieno diritto nella storia del rock.

Non è possibile immaginare il rock, il pop, il beat, la psichedelia e buona parte della musica che ascoltiamo oggi senza i Fab Four.

Il loro è stato un incontro magico tra quattro personalità assai diverse, che insieme hanno dato vita a un'epopea irripetibile per qualità e quantità di brani indimenticabili.

Eliminando la figura del frontman unico, i Beatles sono diventati inconsapevolmente le icone di una rivoluzione epocale, non solo in campo musicale.

George Martin, colpito dallo spirito cameratesco, dall’energia e dall’ironia dei quattro giovani artisti di Liverpool, comprese che non c’era bisogno di rimettere in discussione quella solida unione, cementata nel periodo dei concerti ad Amburgo, con la scelta di un solo cantante, a scapito del collettivo, il loro punto di forza.

I Beatles hanno inciso 211 brani, di cui 186 composti direttamente dai Fab Four, la maggior parte firmati dalla coppia Lennon-McCartney.

Ciò che impressiona è che oltre la metà sono canzoni straordinarie, tanto che nessuna raccolta da 20-30 brani può ritenersi sufficiente a rappresentare la magia della musica dei Beatles.

La band di Liverpool è stata tra le prime a credere nella forma del concept album, che fu poi magistralmente riproposta anche da The Who e dai Pink Floyd.

I dischi non erano più una raccolta casuale di singoli, ma un’opera in sé compiuta, con un filo conduttore e con una ispirazione complessiva che permeava ogni singolo brano, quasi fossero parti di un’unica sinfonia.

Ma forse la rivoluzione più importante dei Liverpool è stata quella di essere il primo gruppo di ragazzi che cantava espressamente per i ragazzi.

Prima di loro, la musica leggera era affidata a cantanti impettiti, che interpretavano canzoni svenevoli con l’entusiasmo e con la partecipazione emotiva di un manichino.

Non esisteva una musica scritta e composta appositamente per i giovani, i quali si arrangiavano con i 45 giri più “digeribili” presi in prestito dai genitori.

Da sempre i milioni di fan dei Fab Four si dividono su quale sia il miglior album dei Beatles: secondo noi (e secondo molti) Abbey Road, pubblicato il 26 settembre del 1969, 50 anni fan esatti, è il loro capolavoro, oltre che l'album più venduto della loro carriera, per il calore trasmesso da ogni brano e, soprattutto, perché è un lavoro particolarmente coeso.

Si pensi allo straordinario medley che occupa quasi per intero il lato B dell'album, con nove canzoni diverse magicamente collegate tra loro, fino a diventare una suite a tutti gli effetti.

Come together

L'album parte in quarta con il teso funk di Come Together, il cui ritmo rallentato e al tempo stesso incalzante fu un'idea di Paul McCartney. Il testo e l'ipirazione tematica è, invece, di John Lennon, che l'aveva composto per sostenere la candidatura in Senato di Timothy Leary, discusso guru dell'Lsd. L'incauta citazione di You can't catch me di Chuck Berry costerà una causa (persa) intentata da Morris Levy. L'inquietante verso "Shoot!"("Spara!"), più volte ripetuto da Lennon, suona oggi tristemente profetico. La canzone,una richiesta di liberazione sessuale e al tempo stesso di unione politica, verrà coverizzata nel 1988 da Michael Jackson nel film Moonwalker (e poi inserita nel 1995 nell'album History), che nel 1984 acquistò i diritti dei Beatles per 47,5 milioni di dollari, causando così la fine della sua amicizia con Paul McCartney.

Something

Tra i tanti meriti dei Beatles, c'è anche quello di aver messo sotto contratto nel 1968 per la loro etichetta Apple Records un giovane e promettente James Taylor, la cui Something in the way she moves ispirò il primo verso di Something, capolavoro composto da George Harrison e considerata da Frank Sinatra come "la migliore canzone d'amore mai scritta". Il brano era destinato all'amico Joe Cocker, ma, per fortuna dei Beatles, la loro versione uscì prima di quella (pur ottima) del leone di Sheffield. La canzone è talmente ricca di aneddoti e di curiosità che il gornalista e scrittore Donato Zoppo gli ha dedicato in questi giorni un intero libro, Something. Il 1969 dei Beatles e una canzone leggendaria, pubblicato da GM Press. Come scrive nella prefazione Michelangelo Iossa (uno dei più autorevoli studiosi del mondo Beatles in Italia), “Something è un gioiello assoluto, nitido come poche canzoni sanno esserlo. Una canzone nel cui testo non è mai scritto “I love you” ma dal quale emergono le meraviglie dell’Amore, di quell’incontro tra anime capace di cambiare le vite, le sorti delle persone, dell’umano, della collettività, delle famiglie, delle coppie“.

Maxwell's Silver Hammer

Non fatevi trarre in inganno dall'allegro motivo vaudeville di Maxwell's Silver Hammer: la canzone racconta le gesta efferate di un serial killer, tale Maxwell Edison, che uccise in sequenza, col suo martello argentato, una studentessa, la sua insegnante e un giudice. Il brano piaceva solo a Paul McCartney, tanto che, anni dopo, Ringo Starr l’avrebbe definito "il peggiore mai registrato dai Beatles".

Oh! Darling

Un irresistibile brano in stile doo-wop anni ’50, impreziosito da una maiuscola performance vocale di Paul McCartney, che ne era l’autore e che la provò decine di volte prima di arrivare al risultato finale. John Lennon ha più volte confessato che adorava la canzone e che avrebbe voluto cantarla lui:  "Oh!Darling era più nel mio stile. Ma l’aveva scritta Paul, quindi, che cavolo (eufemismo n.d.r.), voleva cantarla lui!”

Octopus Garden

Una delle poche canzoni composte e cantate da Ringo Starr, Octopus Garden fu ispirata da una conversazione avuta con il capitano dello yacht prestatogli da Peter Sellers, che incrociò in Sardegna durante le 3 settimane in cui lasciò polemicamente la band. Ringo fu aiutato da George Harrison, che riscrisse la sequenza degli accordi e ne migliorò la melodia. La canzone, giocosa e stravagante, ricalcava lo spirito naif di Yellow Submarine.

I want you(she's so heavy)

Il brano, il primo ad essere stato inciso per Abbey Road, ma anche l'ultimo ad essere completato ad agosto del 1969, è un blues lento e inquietante che Lennon aveva dedicato al suo rapporto simbiotico con Yoko Ono, con un testo formato da sole 14 parole ispirato alla concezione dell' arte della donna, basata sull'essenzialità. Una tesa canzone di amore e desiderio, basata sul ritmo di Coming Home Baby di Mel Tormè, che acquistava toni minacciosi per i gemiti del sintetizzatore Moog e per il riff di chitarra sovrinciso più volte da Lennon e Harrison.

Here comes the sun

Ennesima perla di George Harrison, che mostrò allora di poter rivaleggiare ad armi pari con Lennon e McCartney come compositore. Here comes the sun, basata su semplici variazioni di un accordo di Re, fu scritta in una sola mattinata, mentre il chitarrista dei Fab Four si rilassava nel prato della villa dell’amico Eric Clapton dopo essere scappato a gambe levate dall'ennesima riunione di affari alla Apple Records. Non uscirà mai come singolo, ma, quando il catalogo dei Beatles venne messo interamente su iTunes nel 2010, fu la canzone più scaricata.

Because

Ispirata dalla sonata Al chiaro di Luna di Beethoven eseguita da Yoko Ono al contrario, Because è uno dei brani più emozionanti di Abbey Road per le straordinarie armonie vocali di John, Paul e George e per il suggestivo testo basato su una visione panteistica in cui amore, droga e natura sono la stessa cosa, in grado di trasmettere brividi ad ogni ascolto.

Medley

Abbey Road si chiude col lungo medley, un'idea avanguardistica di Paul McCartney, supportato tecnicamente da George Martin, che mixa sapientemente nove mini canzoni (You Never Give Me Your Money/Sun King/Mean Mr Mustard/Polythene Pam/She Came In Through the Bathroom Window/Golden Slumbers/Carry That Weight/The End/Her Majesty), fino a trasformarle in una vera e propria suite rock con una sua intima coerenza. Ringo e George, dopo le iniziali riserve, ne furono entusiasti. L'unica voce critica fu quella di Lennon, anche ad anni di distanza: «Mi piaceva la facciata A dell'album. Non mi è mai piaciuta quella specie di opera pop sull'altro lato, credo sia spazzatura.» The End è famosa non solo perché, per la prima volta, troviamo un assolo di batteria di Ringo Starr, ma anche perchè contiene la leggendaria frase «And In The End, The Love You Take Is Equal To The Love You Make» ("Alla fine, l'amore che ricevi è uguale a quello che crei"). Dopo venti secondi dalla conclusione di The End, chiudeva definitivamente l'album la breve traccia Her Majesty, un irriverente ma garbato ritratto della regina d'Inghilterra, che in un primo tempo era stata inserita fra Mean Mr Mustard e Polythene Pam. In fase di montaggio, Paul McCartney, dopo aver riascoltato l'assemblaggio dei brani in sequenza nel Medley, decise che Her Majesty ne interrompeva la scorrevolezza e così ordinò al tecnico John Kurlander di eliminarla. Kurlander la rimosse ma, anziché eliminarla, la attaccò in coda al nastro segnalando il volere di Paul. Nel passaggio dal nastro all'acetato, però, un altro tecnico – non si è mai capito se intenzionalmente o per errore – lasciò il motivo nella stessa collocazione in cui Kurlander lo aveva posizionato. Deliziato dallo spiazzante risultato finale, Paul approvò la nuova disposizione, che è quella che ascoltiamo ancora oggi.

La leggendaria copertina di "Abbey Road"

Abbey Road non è tecnicamente l’ultimo album dei Beatles, con Let It Be pubblicato nel 1970, ma fu l’ultimo che John, Paul, George e Ringo registrarono insieme.

Un paio di settimane prima dell’uscita di Abbey Road (avvenuta il 26 settembre 1969), Derel Taylor, ufficio stampa della Apple, rivelò che l’album era stato “registrato in sessioni tranquille e professionali, che di solito iniziavano alle 14.00 e continuavano fino a sera”.

L’album fu un altro degli enormi successi dei Beatles, vendendo milioni di copie e stazionando al primo posto delle classifiche di vendita britanniche per un totale di 17 settimane e in cima alla classifica di Billboard negli Stati Uniti per 11 settimane.

Per il loro lavoro per Abbey Road, Geoff Emerick e Phil McDonald vinsero il GRAMMY Award® di quell’anno come Best Engineered Recording, Non-Classical.

Nel 1995 Abbey Road venne inserita nella Recording Academy’s GRAMMY Hall of Fame, a riconoscimento della rilevanza storica e qualitativa dei lavori discografici.

Sin dal suo debutto, la popolarità universale e l’influenza di Abbey Road, l’album più venduto dei Beatles, sono state in continua crescita.

L’8 agosto di 50 anni fa la band più famosa al mondo si fermò fuori dagli EMI Recording Studios di Londra per attraversare, in fila indiana, le strisce pedonali di Abbey Road.

Con il fotografo Iain Macmillan in equilibrio su una piccola scala e un vigile urbano a fermare il traffico, i Beatles attraversarono avanti e indietro la strada per tre volte, con John Lennon in testa, seguito da Ringo Starr, Paul McCartney e George Harrison.

Vennero scattate solo sei foto, di cui la quinta fu la prescelta per la copertina del penultimo album in studio dei Beatles, Abbey Road, che prende il nome proprio dal viale alberato dove hanno sede gli studi di registrazione.

A partire dall’uscita di Abbey Road, le strisce pedonali di quella strada sono uno dei luoghi più fotografati al mondo, protetti come un monumento storico e visitati da migliaia di fan dei Beatles ogni anno.

Dopo il successo dell’album, gli studi di registrazione EMI vennero ribattezzati, per l’appunto, Abbey Road Studios. Di proprietà e gestione di Universal Music Group, sono diventati lo studio di registrazione più famoso al mondo e un’icona della musica mondiale.

Le nuove versioni dell'album per i 50 anni

I Beatles celebreranno il 50° anniversario di Abbey Road con una serie di edizioni particolarmente curate in uscita in tutto il mondo il 27 settembre 2019 per Apple Corps Ltd./Universal Music.

I 17 brani dell’album vengono presentati con un nuovo mix del produttore Giles Martin e di Sam Okell, in stereo, stereo in alta risoluzione, 5.1 surround e Dolby Atmos, a cui sono state aggiunte oltre 23 tracce tra sessioni di registrazione e demo, la maggior parte dei quali era rimasta finora inedita.

Questa è la prima volta che Abbey Road viene remixato e pubblicato con l’aggiunta di sessioni di registrazioni e demo. Queste ampie nuove edizioni seguono il successo di quelle realizzate per Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e The BEATLES (‘White Album’), uscite rispettivamente nel 2017 e 2018. Per creare il nuovo mix stereo, il 5.1 surround e il Dolby Atmos, Martin e Okell hanno lavorato con un esperto team di ingegneri e specialisti del restauro del suono agli Abbey Road Studios.

Tutti i nuovi formati di Abbey Road contengono il nuovo stereo mix, realizzato direttamente partendo dalle otto tracce dei nastri originali. Nella produzione del nuovo mix, Giles è stato guidato dal mix stereo originale supervisionato all’epoca dal padre George Martin.

Il Box Super Deluxe di Abbey Road contiene 40 tracce, compreso un Trial Edit & Mix del leggendario “The Long One”, il medley che occupa gran parte del Lato B dell’album, su tre CD (stereo) e un Blu-Ray (in Dolby Atmos, 96kHz/24 bit High Resolution stereo, 96 kHz/24 bit DTS-HD Master Audio 5.1). Oltre ai 4 dischi è presente un book con copertina rigida di 100 pagine, con prefazione di Paul McCartney, introduzione di Giles Martin e capitoli dettagliati e profondi scritti dallo storico, autore e radio producer Kevin Howlett, che raccontano i mesi che precedettero le sessioni di registrazione di Abbey Road, oltre a un track-by-track e ad annotazioni sulle sessioni, sulla copertina e il photo-shoot, e le prime reazioni alla pubblicazione dell’album.

È presente anche un saggio dell’autore e giornalista musicale David Hepworth che esamina le influenze dell’album in questi 50 anni. Il meraviglioso book è corredato da foto rare o inedite, comprese molte scattate da Linda McCartney. Ci sono inoltre immagini mai pubblicate di testi scritti a mano, appunti e persino una partitura di George Martin, ma anche stralci di corrispondenza tra i Beatles, calendari delle sessioni, custodie dei nastri e riproduzioni delle pagine pubblicitarie. Le 40 tracce dell’edizione Super Deluxe saranno disponibili inoltre per l’acquisto digitale e in streaming in risoluzione standard, in MFiT e in High Res 96kHz/24 bit per il download.

La versione Deluxe Vinyl Box in edizione limitata contiene le 40 tracce in 3 vinili da 180g. Il disco con il nuovo mix dell’album è contenuto in una busta che riproduce fedelmente l’artwork originale mentre i due LP con le session sono racchiusi in un’altra busta, il tutto in un box apribile con un inserto di 4 pagine.

L’edizione Deluxe 2CD contiene le versioni nel nuovo stereo mix, quelle dalle sessioni di registrazioni e i demo dei 17 brani, che seguono l’ordine della scaletta dell’album. I due dischi sono contenuti in un digipack con un booklet di 40 pagine, che riprende in forma ridotta i contenuti di quello dell’edizione Super Deluxe. Il nuovo stereo mix dell’album è disponibile anche in versione 1CD e 1LP in vinile da 180g, in digital download con audio standard e MFiT. Sarà disponibile inoltre una edizione limitata da 1LP Picture Disc raffigurante sui due lati del vinile il fronte e il retro della storica cover di Abbey Road.

Le versioni Super Deluxe e Deluxe Vinyl Box contengono le 23 tracce dalle sessioni di registrazione e i demo presentati in ordine cronologico per data di registrazione.

Il film "Yesterday"

Alla vigilia dell’uscita delle edizioni per il 50° Anniversario di Abbey Road, il “mondo Beatles” arriverà anche sul grande schermo: Yesterday, la nuova commedia diretta dal regista premio Oscar Danny Boyle(The Millionaire, Steve Jobs) con la sceneggiatura di Richard Curtis (Love Actually, Notting Hill), sarà nelle sale italiane da giovedì 26 settembre, distribuito da Universal Pictures.

Nel film Jack Malik (Himesh Patel), giovane cantautore inglese pressoché sconosciuto, viene investito da un autobus in un singolare incidente. Al suo risveglio, è l’unico al mondo a ricordarsi dell’esistenza dei Beatles e dei loro celebri brani.

Già disponibile la colonna sonora Yesterday (Polydor, Universal Music), che include nuove versioni dei successi più amati dei Beatles, interpretate dalla star del film, Himesh Patel (attore inglese divenuto famoso per la serie della BBC “EastEnders”).

Hulton Archive/Getty Images
I Beatles nel 1967

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Gabriele Antonucci