Musica

Beach Boys: '1967 Sunshine tomorrow' celebra i 50 anni della Summer of love

La complilation contiene una nuova versione stereo dell'album 'Wild Honey' e 54 brani tra outtakes di studio e live

Quest'estate abbiamo avuto la fortuna, a pochi giorni di distanza, di vedere all'opera sia i Beach Boys a Roma che Brian Wilson (con il fido Al Jardine) a Umbria Jazz, avendo la conferma, a giudicare dall'entusiasmo con il quale il pubblico li ha accolti e applauditi, che i ragazzi della spiaggia sono ancora oggi amatissimi.

Per questo è di grande interesse la nuova uscita a marchio The Beach Boys, 1967 – Sunshine Tomorrow, una ricca compilation curata dalla Capitol Records in due cd con ben 65 brani che offre uno sguardo inedito su un anno cruciale per la band di Hawthorne.

Il cuore della pubblicazione è Wild honey, l’album uscito l’11 dicembre del 1967, che qui è proposto per la prima volta in stereo, composto da undici brani, parecchi dei quali, nel primo dei due CD, sono proposti in più versioni, tra outtakes di studio e live.

Bruce Johnston ha affermato che Wild Honey è la dimostrazione di come la band fosse allora senza pressioni:  “E' la cosa più importante che dobbiamo ricordarci di Wild Honey. Era un album nato per sfogarci e per fare qualcosa di semplice, ma dato che è uscito dalle teste di Brian e Mike, è stupendo e non così semplice. Lo adoro.”

Il nuovo missaggio stereo dell’album Wild Honey è stato affidato ai due produttori Mark Linett e Alan Boyd, che durante le loro ricerche hanno aperto gli archivi della band, trovando un tesoro di rarità tra cui 54 brani incisi nel 1967.

Nel CD 1 di 1967 – Sunshine Tomorrow trovano spazio l'intero album Wild Honey, le session inedite di Wild Honey e 5 tracce dal vivo registrate tra il 1967 e il 1970, finora inedite.

Nel CD 2, oltre a dieci inediti provenienti dalle sessions di Smiley smile, l’album precedente uscito a settembre del 1967, troviamo i tredici brani che vanno a costituire l’album Lei’d in Hawaii, registrato ma mai ufficialmente pubblicato prima d’ora, più altri cinque provenienti dalle stesse registrazioni che sarebbero dovute essere completate dal vivo con pubblico, più, ancora, altri tre titoli registrati dal vivo durante il Thanksgiving tour dell’autunno 1967 e versioni di studio inedite di Surf’s up e Surfer girl.

1967 – Sunshine Tomorrow, rivolto agli appassionati dei Beach Boys più che ai novizi per il gran numero di versioni alternative dei brani, esplora le dinamiche della band in un anno affascinante e frenetico di registrazioni e tour.

L’ultima sessione di registrazione del leggendario album poi accantonato, Smile, si svolse il 18 maggio 1967, e le sessioni di Smiley Smile iniziarono il 3 giugno nel nuovo studio in casa di Brian Wilson.

Smile, da lui stesso definito «una sinfonia adolescenziale a Dio», era un tentativo di smodata ambizione di superare la forma-canzone tradizionale e i 33 giri così come erano conosciuti fino ad allora, ispirandosi musicalmente alle composizioni di George Gershwin e al muro del suono di Phil Spector. Un omaggio a tutta la musica americana, un’opera talmente complessa da sfuggire di mano al suo autore che, non riuscendo a portarla a termine, si chiuse in se stesso a causa di una grave forma di schizofrenia, frutto anche dell’abuso di Lsd.

Tra le varie stranezze che accompagnarono le infinite sessioni di Smile, Brian pretese che tutti i musicisti indossassero un elmetto da pompiere durante l’esecuzione di Fire, oltre a far ricreare una spiaggia casalinga per avere i piedi nella sabbia mentre componeva al pianoforte.

Alcuni affermano che l’ascolto di Strawberry fields dei Beatles lo sconvolse per la sua audacia, che riteneva maggiore del suo Smile, altri sostengono che sia stata l’ostilità del cugino Mike Love nei confronti di quelle musiche così oscure e spiazzanti, sta di fatto che nel 1967, tramite l’ufficio stampa dei Beach Boys, fu annunciato l’abbandono del progetto originario, ultilizzando alcune idee per un album più accessibile, Smiley Smile, appunto.

“Volevo avere un posto familiare per registrare” -ricorda Brian Wilson nelle note introduttive di 1967 – Sunshine Tomorrow- “Volevo provare qualcosa di diverso e nuovo. Sono stato io a produrre Smiley Smile, ma è stato Mike ad ispirarmi dicendo: 'Brian, facciamo un album bello e semplice'. Chiamammo un ingegnere del suono che adattò il mio rifugio a studio di registrazione e trasformò il mio piano per renderlo più squillante”.

“Appena prima di questo momento, Brian aveva raggiunto l’apice della sua produzione. Con Smiley Smile invertì la rotta e fece un album luminoso, arioso, facile - ha spiegato Mike Love - “è stato un album “underground” per noi. Completamente fuori dal mainstream dell’epoca, distante sia dal rock che dalla psichedelia imperante; noi ci presentammo con una canzone intitolata Wind Chimes: semplicemente non aveva niente in comune con quello che stava succedendo – e questa era l’idea di base.”

Il 25 e 26 agosto 1967 i Beach Boys (senza Bruce Johnston – ma con Brian Wilson all’organo, per la prima volta dopo due anni) registrarono due concerti e le relative prove a Honolulu, per un ipotetico live album, che avrebbe dovuto intitolarsi Lei’d In Hawaii.

Due settimane dopo la band iniziò a reincidere i brani di Lei’d In Hawaii in studio a casa di Brian e al Wally Heider Recording di Hollywood, dopo che i nastri del concerto furono giudicati “inutilizzabili”. I brani, incisi e mixati, non finirono però nel progetto Lei’d In Hawaii, che venne cancellato, e diventarono le sessioni di preparazione per Wild Honey.

1967 – Sunshine Tomorrow è una piacevole conferma della fresca ispirazione dei Beach Boys che, pur con un Brian Wilson sempre più in preda ai suoi demoni interiori e schiavo dell'LSD, sono stati in grado di comporre brani di grande qualità come Wild Honey, Darling e Let the wind blow.

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Quest'ultima contiene il verso "take away their sorrows, give them sunshine tomorrow", che ha ispirato il titolo di questa ricca e godibile compilation della Capitol Records, che ha il doppio merito di riportare nei negozi l'album Wild Honey in una scintillante versione stereo e al tempo stesso di permetterci di sbirciare nel processo creativo degli album Smiley Smile e Wild Honey, come se ci trovassimo anche noi negli studi domestici di Bellagio Road, nel cuore di Bel Air, in California.

Sono passati 50 anni dall'estate dell'amore, ma l'amore per la musica dei Beach Boys è ancora oggi fresco e tangibile.

The Base/Ufficio stampa Parco della Musica
I Beach Boys in tour nel 2017

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Gabriele Antonucci