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Musica

Africa Unite: «Quarant'anni di reggae non sono fortuna»

Intervista a Bunna, voce della storica band che ha da poco pubblicato Non è fortuna. Uno dei migliori album italiani di quest'anno

No, non è stata fortuna fare la storia del reggae in Italia. Una storia lunga 40 anni che è ancora viva e vitale come dimostra l'ultimo disco, Non è fortuna, per l'appunto, un album molto bello, con l'intensità ed il sound che sono propri degli Africa Unite.

«L'mmagine di copertina è emblematica» racconta Bunna. «Se il funambolo riesce a camminare nel vuoto sulla corda e non cade, non è perché è fortunato, ma perché ha imparato a farlo» sottolinea. «In questi quattro decenni il momento che ha generato più gioia, perché vedevamo la possibilità di trasformare una passione, in qualcosa che ci avrebbe permesso di vivere, è stato all'inizio degli anni Novanta con il passaggio al cantato in italiano in Babilonia e Poesia. Si era interessata a noi un'etichetta indipendente, La Vox Pop che ci ha offerto un budget per registrare il disco, un ufficio stampa per la promozione...» spiega.

Non è fortuna includequattro ospiti d’eccezione. Nella title track compare David Hinds, cantante della band britannica Steel Pulse. Brinsley Forde, cantante degli Aswad, altro nome fortemente voluto da Bunna e Madaski, interviene in Bilancio Inutile. Tonino Carotoneinvece è la voce di Tuyo, brano di Rodrigo Amarante che fa parte della colonna sonora della serie Narcos. Infine, il giovane rapper Tito Sherpa, recente scoperta della band, interviene in La Grande Truffa del Millennio e Amori Scarichi.

«Oggi il reggae non è popolare come negli anni Ottanta e Novanta, anche se comunque sento e vedo che continua a influenzare il sound di questi tempi. Basti pensare al reggaeton, anche se la considero una derivazione un po' infelice... Però funziona e cattura un certo tipo di pubblico. Come genere a se stante e come messaggio, il reggae si è oggettivamente spento. L'attitudine di Bob Marley di usare la musica per dire cose importanti non c'è più. Noi, nel corso degli anni, siamo riusciti a costruirci una nicchia di pubblico fedele, uno zoccolo duro di persone che ci seguono. Con un buon ricambio generazionale. I nostri coetanei hanno trasmesso la musica degli Africa Unite anche alle generazioni successive, ai loro figli, e questo è molto bello».

Sono potenti incisivi nei dischi (vi consigliamo vivamente di ascoltare Non è fortuna nel suo complesso) gli Africa , ma lo sono anche di più nei live. In altre parole hanno l'impatto di una band vera che suona, che ha un concept musicale. Non è poco in in contesto di concerti artefatti dove le parti realmente "suonate" sono tristemente diventate un'eccezione. «Oggi funziona la formula due cantanti e un deejay, il fatto di suonare sembra un po' passato di moda. Essere sul palco con una formazione è invece una bellissima sensazione. Per noi e per chi ci viene ad ascoltare, anche perché non c'è paragone tra un deejay e una band che fa una performance vera. D'altra parte oggi il successo e la popolarità si fondano su aspetti che con la musica non c'entrano nulla, vedi i clic e le visualizzazioni. La musica è passata in secondo piano, però per noi viene prima di tutto. Sarà una "old school philosophy", ci piace così».

Non è Fortuna (feat. David Hinds)www.youtube.com

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Gianni Poglio