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Renato Granieri / Alamy/Olycom
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Le 6 memorabili vicende nell'arte del 2015

L'opera, l'artista, il personaggio, l'asta, il museo e la mostra più importanti dell'anno

L’opera
170,5 milioni di dollari, diritti d'asta inclusi: a tanto è stato venduto lo scorso novembre da Christie's a New York la tela intitolata “Nu couché”, che il livornese Amedeo Modigliani ha dipinto a Parigi tra il 1917 e il 1918. Il fortunato compratore un collezionista cinese, Liu Yiqian, che secondo Forbes possiede un patrimonio personale di 1.38 miliardi di dollari e che fino a quest'ultima, strabiliante acquisizione, era noto al mondo soprattutto per aver iniziato la sua carriera come taxista. L'opera sarà probabilmente la stella del Long Museum, il centro d'arte che Mr. Liu e sua moglie Wang Wei hanno fondato a Shanghai.

L’artista
Oscar Murillo, nato a La Paila in Colombia appena ventinove anni fa, sembra l'unico vero superstite del gruppo di baby artisti che, a partire dal maggio del 2013, cioè quando le case d'asta hanno aperto le porte ai giovanissimi, hanno infiammato il mercato con aggiudicazioni da capogiro. Lo scorso ottobre sia Sotheby's che Christie's hanno venduto ancora sue opere non lontano dalla soglia dei 400mila dollari, e per quanto molti collezionisti improvvisati ora vivano nel rimpianto, quelli che hanno puntato su di lui possono continuare sorridere.

Il personaggio
Brett Gorvy, dal maggio del 2013 presidente e capo supremo del potente dipartimento di arte contemporanea di Chrisie's, quest'anno è riuscito a ritoccare il record dell'opera d'arte più costosa mai venduta in asta, da lui stesso stabilito con Francis Bacon. Le femme d'Alger di Pablo Picasso sono infatti state battute lo scorso maggio a New York per 179 milioni di dollari e se si considera che Christie's ha di recente anche venduto la seconda opera più costosa di sempre, il “Nu couché” di Modigliani appunto, sembrerebbe proprio che almeno per ora il rosso vinca sul blu.

L’asta
Il pezzo forte di Sotheby's doveva essere la vendita, in quattro aste separate, della collezione di Alfred Taubmann, mogul dei centri commerciali statunitensi scomparso lo scorso 17 aprile, nonché proprietario per un glorioso ventennio della casa d'aste inglese - un ruolo costatogli una discussa condanna a dieci mesi di reclusione in seguito a un'indagine dell'antitrust statunitense. Solo l'ultima asta, che si terrà il 24 gennaio a New York, dirà se i 500milioni di dollari che Sotheby's ha dovuto garantire agli eredi per assicurarsi la vendita sono in effetti stati troppi.

Il museo
Tra i molti musei aperti durante il 2015 — la maggior parte dei quali privati, a dimostrazione della straordinario polarizzazione economica che il mondo sta attraversando — quello di certo più rilevante è il Whitney di New York, cioè un museo che già c'era dal 1931, ma che dopo una transizione durata quasi un decennio ha finalmente lasciato la gloriosa sede originaria, progettata dal Marcel Breuer sulla Madison Avenue, per raggiungere il nuovo edificio nel Meatpacking district, firmato dal Senatore a vita Renzo Piano, quasi cinquant'anni dopo il suo Centre Pompidou.

La mostra
Le qualità delle mostre non è quasi mai proporzionale al numero dei visitatori, ma quella dedicata al tardo Rembrandt, prima dalla National Gallery e poi dal Rijksmuseum sono straordinari: a Londra si sono registrate 264mila presenza mentre ad Amsterdam, complice la riapertura al pubblico del museum dopo un lungo periodo di restauro, i visitatori hanno sfiorato il mezzo milione, un terzo dei quali provenienti dall'estero. Il che è ancor più rilevante se si considera la relativa vicinanza tra le due città. Nessuno come Rembrandt.

(Stefano Pirovano)

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