iPhone, il Vesuvio e la tastiera: le cose da sapere
iPhone, il Vesuvio e la tastiera: le cose da sapere
Tecnologia

iPhone, il Vesuvio e la tastiera: le cose da sapere

Radio KissKiss lancia l’hashtag #AppleVesuvio per denunciare l’assonanza di due termini che fanno arrabbiare i napoletani. La colpa dell'algoritmo

Apple razzista? Tim Cook ce l’ha con i napoletani? Una pizza non digerita a Cupertino? Stamattina mezza Italia è inorridita contro la Mela per colpa della tastiera preinstallata sull’iPhone. Il motivo? Se digitiamo “Vesuvio”, i suggerimenti in alto (se attivati) mostrano “lavali” e al click di questa, “col” e poi “fuoco”. Radio KissKiss, una delle emittenti campane più seguite, ha lanciato l’allarme per prima, dando seguito su Twitter all’hashtah #AppleVesuvio, con cui chiede alla Apple di modificare l’algoritmo che guida la predizione del testo.

Come funziona la tastiera predittiva

E il problema sta proprio qui: Apple non è responsabile di ciò che la tastiera presenta come parola più affidabile al fianco di quella digitata, non direttamente almeno. Il teso predittivo si basa su due concetti principali: le regole grammaticali di una determinata lingua e gli usi più comuni che la più alta percentuale di utenti fa della stessa lingua. A fare il lavoro sporco è l’algoritmo, che lavora su quattro livelli gerarchici. Nel primo crea un database in cui a ogni termine del vocabolario viene attribuito un punteggio sulla base della corrispondenza che ha con tutti gli altri. Al secondo livello assegna un punteggio totale raggiunto da due parole, per ogni coppia possibile presa in considerazione (un numero quasi indefinito), mentre al terzo e al quarto individua le alternative testuali più probabili, se la prima scelta dell’utente non è quella evidenziata in origine (con il punteggio più alto al secondo livello).

Innovazione imperfetta

Quello che cambia rispetto alle prime tastiere virtuali predittive è che su iPhone, come su Android e Windows Phone, a farla da padrone non è solo il dizionario italiano, cioè la corretta formulazione di una frase secondo le regole grammaticali ma il comportamento delle persone che usano una certa piattaforma. Il motore di un simile funzionamento è ancora l’algoritmo: grazie alla tecnica del machine-learning, il codice informatico fa un mix delle norme linguistiche con le abitudini di chi ha un iPhone, per suggerire gli abbinamenti più probabili. Seguendo tale logica, secondo quanto denunciato da Radio KissKiss, i possessori di un iPhone che di solito scrivono “Vesuvio” nei messaggi, chat, email e qualsiasi altro campo di testo, lo fanno per completare la frase “lavali col fuoco”. All’algoritmo poco importa il significato, per lui si tratta di numeri e rilevanza matematica. Il problema non è chiaramente Apple ma le persone, gli italiani in questo caso.

Gli altri casi

Apple può intervenire a riguardo? Non possiamo dirlo ma tecnicamente dovrebbe eliminare la congiunzione astrale tra i due termini. Il problema è che toccherebbe farlo per decine di altri che, in vari modi, possono essere ritenuti offensivi per categorie di persone. Senza parlare poi di Google che nella compilazione automatica della barra di ricerca suggerisce la stessa frase se si digita “Vesuvio…”, Ma gli esempi sono tanti: “Grillo…”, “Trump…”, “La terra…”, “L’olocausto…”, e così via. Buon divertimento. 

La predizione imbarazzante

Esempi di autocompilazione "indotta" dal comportamento dei navigatori

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