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Intervista a Galeffi: "Il mio Scudetto, Cremonini e tutta la mia musica"

Abbiamo incontrato il nuovo talento della musica romana nel lungo tour che lo porterà anche in Inghilterra, Francia e Belgio

Si chiama Marco ma per tutti ormai è noto solo come Galeffi. Il cantautore romano, lanciato dalla stessa etichetta di Gazzelle, Maciste Dischi, è già tra le rivelazioni del 2018. Lo scorso dicembre è iniziato il lungo tour di Scudetto, il suo primo album di inediti che ha fatto breccia su Spotify ma soprattutto sui palchi di mezza Italia.

Una voce pop che si ispira a Cesare Cremonini, un idolo così come Francesco Totti. Scudetto è un titolo che voleva essere di buon auspicio per la sua Roma ma soprattutto festeggiare un traguardo professionale importante: essere riuscito a concretizzare la sua musica dopo anni di concerti dal vivo e promettenti passaparola tra gli addetti al settore.

Come sta andando il tuo Scudetto?

"Non mi aspettavo tutto questo. Un po' per scaramanzia, un po' per insicurezza, non pensavo andasse così. Però l'insicurezza sta portando bene, quindi continuo..."

Sei pronto per portare la tua musica anche all'estero?

"Non vedo l'ora... Londra e Parigi sono anche le mie due città preferite, sto in fissa!"

Stai girando un sacco dal vivo: è stata una decisione o un'opportunità?

"Le date le trova l'agenzia, quindi se il progetto non funziona i locali non ti chiamano. Il fatto che io ne abbia tante è perché stanno andando bene le cose. Suonare è figo, farlo di lavoro è una soddisfazione gigante... Per tanti esisto solo da quattro mesi ma in realtà ho avuto più progetti andati male, sono quasi otto anni che ci provo..."

Cosa aveva in più questo progetto?

"Adesso è un bel periodo per la musica in Italia, sia da parte degli addetti ai lavori sia da parte del pubblico. Ci sono stati anni bui, ora mi sembra che ci sia più attenzione. C'è più curiosità nell'andare a trovare il nuovo cantautore e il nuovo artista, grazie anche a Spotify che permette a tutti di ascoltare musica in modo molto più semplice. Tutte queste cose insieme hanno portato un periodo florido, la mia crescita è stata una coincidenza di eventi. Queste canzoni le avevo già da due anni ma non era ancora il momento, evidentemente doveva andare così!"

Hai espresso più volte la tua stima per Cesare Cremonini, ti rivedi in lui?

"Mi rivedo... Magari! Diciamo che da Squerez in poi sono andato in fissa totale con i Lunapop. Mi ero comprato quaderni e diario, mi ero fatto la cresta come lui, quando ero piccolo era diventato un idolo. È sempre riuscito ad essere popolare ma mai volgare, un pop di qualità. È il pregio che hanno i grandi: arrivare a tutti, a prescindere dal ceto sociale o dall'età. Ho sempre invidiato questa capacità di riuscire a farsi capire da tante persone senza mai cadere nel banale, questo è un suo lato che mi dà ispirazione".

Hai mai avuto modo di conoscerlo?

"No, ma ho il cellulare. Tempo fa ho avuto un flirt con una ragazza che aveva un'amica che conosceva Cremonini. Mi sono fatto dare il numero ma non gli ho mai scritto, neanche su Whtasapp. Mi vergogno, non so che dirgli..."

Sei un grande tifoso della Roma, come valuti quest'anno?

"Siamo più pazzi degli altri anni. Abbiamo alternato mesi in cui potevamo pensare a cose bellissime e altri in cui sembravamo da quinto posto. Credo che la media sia la verità: meritiamo il terzo posto e siamo più forti di Lazio e Inter. A livello di consapevolezza abbiamo qualcosa in meno di Juventus e Napoli ma c'è la soddisfazione di essere arrivati tra le prime otto d'Europa, peccato che usciremo subito contro il Barcellona, speriamo di non fare figuracce! Potenzialmente ci siamo, ma ogni anno smantellano la squadra e finché non faremo questo benedetto stadio non credo che riusciremo a trattenere i campioni. Siamo in un limbo, sappiamo di essere forti ma non abbastanza. Io farei giocare i giovani per farli crescere ma so che a Roma è impossibile: già siamo nervosi di nostro, se poi non arriva qualche campione è un dramma..."

Cosa ne pensi di Alisson?

"È il portiere più forte del mondo..."

Di Under?

"Non lo devono rovinare. A Roma ne abbiamo visti tanti forti come lui che poi si sono persi per strada. Se lavora sodo e non perde la testa può diventare fortissimo, tecnicamente è 'na branda!"

E Schick?

"A livello di colpi di classe mi sembra fortissimo. Quest'anno glielo abbuoniamo perché è arrivato rotto e ci sono stati tanti problemi. È forte ma lo abbiamo pagato 40 milioni e Under 12. Ora lui ne vale 12 e Under 40...

Tornando alla tua musica, hai studiato cinema: ti occupi anche dei tuoi video?

"Col mio manager ogni tanto ci litigo perché sono un maniaco del controllo e soffro di attacchi d'ansia. Anche per questo motivo mi sto imponendo di non curare i miei video. Questo perché se dovessi anche pensare a come farli uscirei di testa. Per adesso quando mi chiedono 'che idee hai per il video?' la mia risposta è sempre la stessa: non deve essere brutto!"

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Matteo Politanò