Facebook, ecco Connectivity Lab: internet arriva con i droni
Un'immagine stampa del progetto Connectivity Lab su internet.org
Tecnologia

Facebook, ecco Connectivity Lab: internet arriva con i droni

Emergono nuovi particolari sul progetto di Internet.org per abbattere il digital divide

Una volta c’erano i ripetitori. L’era delle antenne prevedeva che qualsiasi segnale vagasse per il mondo (tv, radio, web) fosse veicolato da torrette dislocate un po’ ovunque nei paesi. Il solo modo per ostacolare le diverse forme di “digital divide”, non per ultimo quello legato al digitale terrestre, passava quindi per infrastrutture terresti, utili quanto brutte da vedere e, secondo diverse associazioni, causa di diversi pericoli per la salute.

Tutto questo si trasformerà presto in un lontano ricordo, almeno per quanto riguarda il web. Conosciamo il progetto di Facebook di inviare una flotta di droni in cielo con l’obiettivo di rendere disponibile la linea internet, soprattutto nei paesi più poveri dove le infrastrutture mancano. Qualche ora fa il social network ha spiegato meglio come intende realizzare il progetto con l’aiuto di Ascenta, un’azienda aerospaziale con base nel Regno Unito che ha già un record: aver prodotto Zephyr, il drone senza pilota ad energia solare in grado di volare per 82 ore di seguito senza fermarsi mai.

Come ha spiegato con un post su Facebook, Zuckerberg intende portare in atto i buoni propositi di Internet.org, l’iniziativa lanciata un anno fa con cui il CEO del social network si proponeva di portare l’accesso ad internet a tutti, inteso come diritto fondamentale. “Il nostro sforzo di connettere l’intero pianeta con Internet.org ci ha spinto a lavorare ad una soluzione che non avesse confini, come il cielo. Oggi condividiamo alcuni dettagli sul Connectivity Lab, nella realizzazione di droni, satelliti e laser per portare internet a tutti”.

 

Nello specifico Internet.org utilizzerà diversi tipi di droni per diverse zone nel mondo. Nelle aree suburbane ci saranno quelli che usano maggiormente l’energia solare con la possibilità di volare più a lungo. Questi tipi di velivoli potrebbero, a detta delle aziende coinvolte, rimanere in cielo per mesi e consentire così una connettività stabile e duratura. Le aree meno popolose invece saranno servite da satelliti in bassa orbita, così da veicolare la connessione verso punti precisi del pianeta.

Lo scorso anno anche Google aveva lanciato un progetto simile che utilizza il cielo per inviare il segnale internet in zone altrimenti difficoltose da raggiungere. Con Project Loon Big G ha intenzione di portare internet ai cittadini di tutto il mondo attraverso palloni aerostatici e mongolfiere. 

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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