Illustratori: una guida alla sopravvivenza in 100 immagini
Maria Sole Macchia
Lifestyle

Illustratori: una guida alla sopravvivenza in 100 immagini

The Illustrated Survival Exhibition di MiMaster Illustrazione, una mostra-guida sull’essere illustratori alla Bologna Children’s Book Fair

La Bologna Children’s Book Fair (dal 4 all 7 aprile) è il più importante evento internazionale per quanto riguarda l’editoria per ragazzi. Illustratori, editori e libri sono i protagonisti indiscussi della Fiera, che concentra in pochi giorni tutte le energie degli addetti ai lavori del settore. Essere illustratori e districarsi tra le tante opportunità che la Fiera offre, sfruttandole a proprio vantaggio non è semplice e per questo Mimaster Illustrazione ha creato The Illustrated Survival Guide, una guida illustrata che con tono ironico, talvolta caustico, indica la via più efficace alla sopravvivenza alla professione di illustratore . La guida è diventata una mostra, che sarà visitabile durante la Fiera, con oltre 100 immagini e tantissimi consigli utili per destreggiarsi tra le difficoltà della professione.

Ivan Canu, illustratore, direttore di Mimaster Illustrazione e curatore della mostra, ci racconta il primo grande errore che molti aspiranti illustratori compiono nell'affacciarsi alla professione:

I primi errori, quando si inizia a lavorare, sono di valutazione: si è entusiasti e si pensa che il solo fatto di fare l’illustratore sia un privilegio, perché si fa quello che è sempre stato un hobby incoraggiato dalle mamme. A questo consegue il primo errore: pensare “lo farei anche gratis”. Io ho avuto ottimi compagni di strada, sia maestri che colleghi, generosi nell’introdurmi alla professione seguendo le tappe più corrette.

Come è nata la Survival Guide, cosa ti ha mosso a progettarla insieme a Giacomo Benelli e agli studenti della scuola?

È dalla mia esperienza fortunata, insieme all’ascolto delle esigenze dei giovani aspiranti illustratori, che è nato prima il Mimaster a Milano nel 2009, come specializzazione e avviamento alla professione dell’illustrazione; poi, nel 2011 e nel 2013 le due Survival Guide, come agile e divertente prontuario di sopravvivenza al mestiere. Perché il mestiere è sì individuale, ma si progetta meglio con più teste: meno ego e più umiltà sono una chiave per sopravvivere in un settore non facile. La consapevolezza aiuta la speranza a farsi realtà.


L'editoria per ragazzi è in crescita in Italia, è cambiato qualcosa rispetto al passato?

L’ultimo decennio ha visto non solo crescere in quantità l’editoria per ragazzi (soprattutto quella per bambini), ma anche emergere nuove realtà editoriali, progettualità e autori. Ne è una non trascurabile premessa l’epoca digitale cui tutti apparteniamo e soprattutto il suo inserirsi non solo nella produzione, ma anche nel circuito comunicativo. La vita editoriale ai tempi dei social, non è paragonabile a quella anche di poco antecedente: il digitale, l’azzeramento del gap spazio-temporale, i social e la loro capillare diffusione, hanno consentito l’esplosione di quello che prima era appena pensabile.

Conoscere gli strumenti di auto-promozione online è un passo imprescindibile per essere un illustratore professionista oggi, le potenzialità che gli illustratori possono trarre dalle modalità di comunicazione 2.0 sono tantissime

Il mestiere dell’illustratore ora si lega al web, ai siti, alle gallery, ai social. Adesso più che mai lavorare a livello internazionale è semplice, il mercato non è più soltanto nazionale, ma globale. Ora non ci si irrita se la punta di un lapis si spezza, ma se il wi-fi è scadente.


Quella dell’illustratore è una professione complessa che abbraccia moltissime possibilità sia stilistiche che tecniche, quanto è importante specializzarsi e quanto invece è meglio saper spaziare tra un tipo di lavoro e un altro? Ivan Canu fa un po’ di chiarezza sulla differenza sostanziale tra illustratore e artista:


L’illustratore è un risolutore di problemi, non li crea. Quello è di solito l’artista, perché nasce problematico ed è una delle sue funzioni quella di porre domande scomode. Quando l’illustratore si avvicina troppo all’artista risulta scomodo. Meno artista sei, più illustratore funzionale resti, mestiere comunque nobile. La tecnica, in tal senso, è una variabile dipendente: può essere spettacolo puro, esercizio stilistico insuperabile, ma pure funzionale allo scopo.

Parlando di libri, cosa deve guidare realisticamente l'llustratore nel realizzare il suo lavoro in maniera professionale? 

Se parliamo di libri, la tecnica risponde alla pubblicabilità: non è funzione primaria di un’illustrazione quella di finire appesa ai muri di una mostra, ma di essere in un libro. Quindi digitalizzata e stampata. Che lavori a olio o acquarello o in digitale, all’editore deve arrivare un file, ben lavorato, cui nessuno possibilmente metta poi mano. L’editore avrà cura che il suo stampatore sia d’eccellenza e che alla fine, il prodotto-libro sia quello che soddisfi tutti gli attori coinvolti. Un libro non è l’emanazione della volontà di potenza dell’illustratore, ci vogliono talenti e abilità e lavoro di diverse persone per crearne uno. In tal senso, io son dell’idea che l’illustratore sia versatile, curioso, sperimentatore di diversi ambiti e discipline, pur dando il suo massimo in un territorio di elezione. Che sia l’editoria adulta per magazine o le copertine dei libri o la pubblicità o l’editoria per l’infanzia.



The Illustrated Survival Exhibition - Alcune immagini della mostra

Giulia Orecchia

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Ilaria Cairoli