Dario franceschini
ANSA
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Il valore della cultura in Italia

Uno studio Ernst&Young ha calcolato che l'industria culturale ha generato 46,8 miliardi nel 2014, pari al 2,9% del pil

L'industria della cultura e della creatività in Italia ha generato nel 2014 un fatturato di 46,8 miliardi di euro, pari al 2,9% del prodotto interno lordo, per 1 milione di occupati, pari al 4,5% della forza lavoro italiana. Di questi, il 41% ha tra i 15 e i 39 anni. È quanto emerge dallo studio Italia Creativa, presentato oggi alla Triennale di Milano, e realizzato da Ernst & Young con il supporto di tutte le principali associazioni di categoria, guidate da Mibact e Siae.

Del valore economico complessivo nel 2014 per 46,8 miliardi di euro, l'86% sono diretti, derivanti cioè da attività legate direttamente alla filiera creativa, quali la concezione, la produzione e la distribuzione di opere e servizi culturali e creativi. Si tratta di 40,1 miliardi, pari al 2,5% del pil nazionale, e colloca il settore della cultura e della creatività davanti al segmento delle telecomunicazioni (39 miliardi) e subito dopo quello dell'industria automobilistica (49 miliardi).

Occupazione
Quanto agli occupati - pari a 995.000 persone nel dettaglio nel 2014 -, l'85% sono nelle attività economiche dirette (il 3,8% della forza lavoro italiana). Nei 28 Paesi dell'Unione Europea la quota di occupati diretti nel settore è del 3,3%. Secondo l'analisi Ernst & Young se in Italia la creatività italiana pesasse sul Pil italiano come in Francia ci sarebbero 15 miliardi addizionali, l'industria arriverebbe a generare 55 miliardi di euro e 300.000 posti di lavoro, raggiungendo oltre 1,2 milioni di persone.

L'architettura pesa di più
La ricerca ha misurato gli undici settori maggiormente rappresentativi dell'industria della cultura e della creatività: architettura (2,6 miliardi di fatturato, per 69.489 occupati), arti performative (4,5 miliardi per 151.280 occupati), arti visive (11,2 miliardi per 241.607 occupati), cinema (1,7 miliardi per 74.014 occupati), libri (3,1 miliardi per 140.173 occupati), musica (4,3 miliardi per 160.598 occupati), pubblicita' (7,4 miliardi per 94.741 occupati), quotidiani (5,1 miliardi per 100.949 occupati) e periodici (0,8 miliardi per 7.917 occupati), radio (0,8 miliardi per 7.917 occupati), televisione e home entertainment (12,2 miliardi per 95.885 occupati) e videogiochi (2,9 miliardi per 15.420 occupati).

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