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Tecnologia

Huawei Mate 8: i 5 motivi che lo mettono alla pari di iPhone e Galaxy

Gli smartphone del marchio cinese non sono più una sorpresa. E il nuovo 6 pollici Android ne è la conferma


Chiamatele pure cinesate, ma le ultime uscite in fatto di smartphone delle aziende orientali, Huawei, Honor e Meizu in primis, non sono per nulla prodotti da evitare. La conferma arriva proprio da Huawei, la prima tra le “nuove” compagnie cinesi ad aver approcciato il mercato europeo della telefonia mobile, scontrandosi (e non poco) con una certa ideologia ramificata secondo cui il mondo della tecnologia è composto da due o tre grandi nomi, seguiti da una folta schiera che conta ben poco.

Beh, Huawei ha risposto con i fatti, producendo un paio di ottimi smartphone e lanciando sul mercato il Mate 8, quello che ad oggi è uno dei migliori phablet Android in circolazione, e non solo nel rapporto qualità-prezzo. Abbiamo individuato cinque motivi che, secondo noi, pongono il dispositivo al pari di prodotti altisonanti, come l’iPhone 6S Plus e il Galaxy Note 5, superandoli anche in alcune occasioni. Non resta che cliccare sulla freccia a destra e scoprire assieme la recensione di Huawei Mate 8!

Design

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Ha lo schermo più grande tra i phablet migliori visti sinora. Nonostante ciò, lo spessore ridotto, la qualità dei materiali e l’assenza di bordi ai lati del display, lo rendono estremamente maneggevole, anche se difficilmente lo userete con una sola mano anche se basta un singolo scroll sulla barra inferiore per ridurre l’interfaccia ad un 4 pollici e districarsi meglio tra finestre e menu. Misura 157 mm di altezza, 80 mm di larghezza e 7,9 mm di spessore. L’iPhone 6S Plus che ha uno schermo da 5.5 pollici, quindi inferiore al Mate 8, è addirittura più alto: 158,2 mm. Anche con il Note 5 siamo lì, con uno schermo di 5.7 pollici.

Fotocamera

Ha un sensore di 16 Megapixel, sulla carta solo un piccolo aggiornamento dei 13 MP del Mate 7 ma nella pratica la differenza è sostanziale. Catturare foto con il Mate 8 è semplice e divertente, nonostante le diverse opzioni a disposizione. Se serve avere un’immagine all’istante basta entrare nell’app, puntare e poi piazzare il dito dietro il sensore di impronte. Per uno scatto più articolare si può invece scegliere “light painting” tramite cui selezionare l’effetto desiderato. Alla fine la qualità è comparabile, se non superiore, a quella di un iPhone 6 Plus.

Certo, non avete le Live Photos e la registrazione di video in 4K, ma quanti di voi utilizzano cose del genere? Nel complesso, solo Sony con l’Xperia Z5 sembra aver aggiornato sul serio la propria sezione fotografica, grazie all’introduzione dell’autofocus predittivo che permette di focalizzare il mirino su un soggetto anche in movimento, per poi imprimerlo in uno scatto. Un qualcosa che si potrebbe vedere sui prossimi Huawei con tecnologia Leica

Autonomia

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Uno dei punti forti del Mate 8 è l’autonomia. Sotto la scocca c’è una batteria da ben 4.000 mAh. Tradotto vuol dire avere con sé uno smartphone che, anche se stressato, può arrivare a due giorni di utilizzo pieno, un vero record. Oltre all’hardware, una delle ragioni che rendono così bilanciato il dispositivo è EMUI 4.0, l’interfaccia personalizzata che porta con sé la possibilità di visualizzare in automatico quali app stanno consumando più energia, così da chiuderle o disabilitarle. All’interno delle Impostazioni Avanzate c’è anche una comoda Gestione batteria con cui ottimizzare il consumo energetico alla stregua dell’app CCleaner per Android, ma senza quei fastidiosi e spesso invadenti banner pubblicitari. Continuiamo con i paragoni: la batteria dell’ultimo phablet di Samsung, il Galaxy Note 5 è di soli 3.000 mAh; quella del 6S Plus di Apple è da 2.740. C’è bisogno di aggiungere altro?

Specifiche tecniche

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A bordo abbiamo un Kirin 950, sviluppato internamente da Huawei, che ha quattro core a 2.3 GHz e altri quattro a 1.8 GHz. La memoria RAM è da 3 GB (ma in Cina esiste anche una versione da 4 GB), lo spazio di archiviazione è da 32 GB e si può espandere con una scheda microSD che, se non utilizzata, lascia spazio ad un’altra sim in formato nano. Nel complesso le performance sono equiparabili ai pezzi grossi di Samsung, Sony ed Apple ma la differenza la fa proprio l’ampio schermo da 6 pollici dove, vista l’assenza di rallentamenti o indecisioni, è un piacere farsi una partita al videogioco preferito o guardare un video in alta risoluzione.


La chicca, a cui Huawei ci ha abituato, è il sensore per lo sblocco del telefono con le impronte, piazzato sul retro, sotto la fotocamera. Qualche anno fa qualcuno sosteneva come questo fosse uno degli errori maggiori di Huawei, non allineato alla logica dello sblocco sul pulsante Home nella parte bassa frontale. Beh, a distanza di mesi e dopo un susseguirsi di aggiustamenti e migliorie, possiamo dire che quello a bordo del Mate 8 (come del Mate S) è il sensore più utile, preciso e funzionale che ci sia oggi su uno smartphone. Chapeau.

Sistema operativo

Sul Mate 8 gira Android 6.0 Marshmallow ma non lo riconoscerete così velocemente. Manca infatti il Material Design (presente invece su Huawei Nexus 6P, ma potete benissimo considerare la EMUI 4.0 il miglior ibrido possibile tra le attuali interfacce utenti dei sistemi operativi più blasonati, iOS, Android e Windows Phone. Il motivo? Ne abbiamo tre. Primo: non esiste un drawler, ovvero il pulsantino con cui raggiungere “Tutte le app” installate, per cui la logica è quella di Apple: le icone sono tutte presenti sulle prime pagine e organizzabili in cartelle; cancellandone una dalla vista si elimina definitivamente l’app dal cellulare.

Secondo: esistono ancora i widget di Android e ciò vuol dire che potete farli coesistere con le icone e le cartelle presenti. Certo, la stessa cosa si può fare su un Android classico, ma alla fine li ci si riduce ad avere qualche app nelle schermate principali e tutte le altre nel drawler, dimenticandosene un bel po’. Qui è impossibile.

Terzo: quello che manca ad iOS e a cui Android sopperisce con software terzi è la possibilità di personalizzare la grafica e lo stile degli elementi sulla home. Qui basta entrare in temi e scegliere lo stile che più aggrada. Per ora ne ce sono solo sei ma le combinazioni sono davvero tante.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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