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Tecnologia

Huawei Mate 30 arriva il 19 settembre, cosa sappiamo

Ufficiale la data di lancio della nuova serie della casa cinese. Molte le indiscrezioni sull’hardware, tanti i dubbi sul software

Di questi tempi, in casa Huawei, c’è bisogno di certezze. E almeno due, peraltro a scadenza molto ravvicinata e concentrate nella medesima nazione, sono già fisse sul calendario di settembre: venerdì 6 alle ore 10.30 nel corso dell’Ifa di Berlino, la principale fiera europea della tecnologia, il Ceo Richard Yu salirà sul palco ufficialmente per parlare di 5G, ma è evidente che ci saranno riferimenti al nuovo sistema operativo autarchico svelato poche settimane fa e soprattutto al braccio di ferro con gli Stati Uniti, che hanno da poco concesso altri 90 giorni alle aziende americane per fare affari con la casa cinese. Secondo appuntamento, di nuovo in Germania, a Monaco di Baviera, giovedì 19: come confermato da un tweet dell’account ufficiale di Huawei (nell’immagine sotto), quel giorno sarà svelata l’attesa serie Mate 30. La famiglia di dispositivi dedicata alla produttività, ai professionisti e ai consumatori che mettono le prestazioni al primissimo posto.

Huawei-tweetTwitter

L’incognita software

La conferma del lancio è molto significativa e assieme da seguire con il massimo dell’attenzione perché il prodotto potrebbe nascere zoppo, con una grossa incognita lato software: come rivelato nei giorni scorsi da alcuni dirigenti di Google all’agenzia di stampa Reuters, la serie Mate 30 potrebbe non offrire il sistema Android nella sua interezza, cioè privo di applicazioni cruciali per gli utenti occidentali (meno per quelli cinesi) come le mappe e il Play Store, il negozio delle app. La deroga di 90 giorni varrebbe infatti per i vecchi prodotti, per i dispositivi attualmente in commercio, ma non per quelli in arrivo, incluso il telefono pieghevole Mate X il cui approdo, annunciato per l’estate, infatti non è ancora avvenuto. Non ha chiarito nemmeno un po’ la vicenda la risposta ufficiale di Huawei, che a un suo portavoce ha affidato un commento che sa d’attesa: «Continueremo a usare il sistema operativo Android e il suo ecosistema se il governo americano ci consentirà di farlo. Altrimenti continueremo a sviluppare il nostro ecosistema». Quell’HarmonyOS di cui sopra.

Cosa accenderà la serie Mate 30

Ma HarmonyOS non è ancora pronto, dunque è molto probabile che a bordo della nuova famiglia di smartphone svelati a Monaco e presumibilmente disponibili sul mercato da ottobre, ci sarà la versione open source di Android, familiare agli utenti ma monca di alcuni servizi essenziali. Non è da escludere che sarà Huawei stessa a spiegare come procurarseli o a consigliare delle alternative: per esempio, se non ci fosse Gmail basterà configurare il client di posta elettronica presente a bordo del telefonino; YouTube si può guardare dal browser, così come consultare le mappe. O esistono comunque altri software formato app come Here che hanno all’attivo oltre 10 milioni di download e recensioni molto positive (4,3/5 di media, basato su mezzo milione di opinioni). Sì, è evidente che pochi utenti avanguardisti saranno disposti a modificare profondamente le loro abitudini come atto di fedeltà a un telefono, per giunta dal prezzo di listino importante. Perciò la risoluzione della vicenda Android risulta dirimente. Come resta cruciale vedere cosa dirà e come agirà Huawei, d’altronde non ci sono precedenti di questa portata nella storia della telefonia. Che parta il conto alla rovescia: si saprà tutto in una ventina di giorni.

Come sarà lato hardware

Nel frattempo sono trapelate generose indiscrezioni su come la serie Mate 30 sarà dal punto di vista dell’hardware. E, tra foto rubate e le solite soffiate dei bene informati, pare saranno splendidi a livello estetico, oltre che superbi dal punto di vista delle prestazioni. Speculazioni a parte, si può rimanere nel terreno delle certezze dicendo che le fotocamere saranno rinchiuse in un elegante spazio tondo posto in alto nella parte posteriore del display. È il tweet stesso di Huawei a suggerirlo affermando che a Monaco si entrerà in un «full circle», un cerchio pieno.

Huawei-renderTwitter

Un poker di occhi

Le fotocamere dovrebbero essere quattro, con il flash invece collocato sulla parte esterna. E saranno sviluppate a livello ingegneristico sempre in partnership con Leica. La promessa sarà un ulteriore lato di qualità sul piano della resa delle immagini, che con il P30 era già sorprendente. Praticamente scontata la presenza della connettività 5G, di cui Huawei è alfiere mondiale ed è già stata portata sul mercato con il Mate 20X 5G. Sempre dando retta ai rumor, il lato frontale della serie Mate 30 dovrebbe essere pressoché senza cornici, ma con una tacca abbastanza vistosa sulla parte superiore anche per ospitare i sensori del riconoscimento facciale. Ma non è detto. Nella versione Pro il display potrebbe essere davvero generoso, arrivando a 6,71 pollici. E se ci si aspetta l’eccellenza lato video, è presumibile un salto di qualità dal punto di vista sonoro: sempre con un cinguettio sull’account ufficiale, Huawei ha anticipato che a Ifa svelerà una nuova esperienza audio legata al suo processore Kirin, quello che accende i suoi telefoni. Manca poco per le conferme. Staremo a vedere. E a sentire.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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