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Tecnologia

Google Amp, 5 cose da sapere

Presto arriveranno le Accelerated Mobile Pages e renderanno più veloce la lettura del web, soprattutto le notizie

Ieri Google ha presentato Amp, un progetto che mira a creare un web più leggero, in grado di caricare pagine in maniera più veloce, così da semplificarne la consultazione. Big G c’ha lavorato con diversi editori internazionali, anche italiani, proprio nell’ottica di realizzare uno standard funzionale al suo obiettivo: far si che i lettori, soprattutto quelli con dispositivi mobili, non debbano aspettare interi minuti per navigare su alcuni siti, che magari contengono ridondanze di codice o elementi grafici fin troppo pesanti.

Il formato è già in via di analisi da parte di giornali internazionali, come il New York Times e presto verrà adottato anche da Twitter.

Ma cosa comporterà l’utilizzo del nuovo standard Amp HTML? Scopriamolo insieme.

Cos’è Amp

Tecnicamente è un’architettura per il web, fatta di codici ottimizzati per un’apertura istantanea delle pagine. È stato progettato per supportare lo “smart caching”, ovvero la memorizzazione intelligente dei siti visitati sui server di Google che potrà continuare a mostrali sui propri servizi, come Google News, anche se il portale di origine non fosse disponibile ma anche performance “predittive”, cioè se navighiamo spesso su un certo portale, le informazioni in esso contenute e aggiornate, potranno essere già conservate in piccolo sul dispositivo, computer o smartphone che sia.

Nuovo modo di scrivere il web

Amp è anche un nuovo modo di “scrivere” il web. Secondo Google, promotore del progetto, molti dei rallentamenti ai siti sono causati da un numero elevato di elementi prodotti in JavaScript, cioè dinamici e interattivi ma anche esigenti dal punto di vista prestazionale. Amp punta a inglobare tutti questi eventi all’interno di un unico codice JavaScript proprietario, che toglierà di mezzo gli orpelli grafici di troppo mostrati sul desktop, per restituire una pagina web più pulita e navigabile da mobile.

Necessità di adattamento

Il passaggio ad Amp non sarà istantaneo. Come si legge sul sito del progetto, gli attuali portali costruiti con logiche diverse dovranno adattarsi per abbracciare il nuovo standard. Proprio “per colpa” dei numerosi JavaScript utilizzati, editori e amministratori web dovranno ripensare il modo in cui organizzare i propri contenuti, perché ci sarà da capire cosa permetterà di creare la libreria di Amp HTML. 

Open source

Sin dal lancio di ieri il progetto è open source. Questo vuol dire che si può scaricare il codice di base e adattarlo alle proprie esigenze. C’è da dire che tutto è ancora molto in divenire visto che siamo nella fase di una “developer preview”. La pubblicazione definitiva avverrà solo nel 2016.

La pubblicità

Molta della pubblicità su internet oggi passa per elementi JavaScript, quindi molto presto tutto dovrà essere scritto in Amp HTML. I grandi brand non avranno molte difficoltà a pensare soluzioni alternative, capaci di essere supportate dallo standard, sicuramente più lento il processo di trasformazione per la marea di medie e piccole compagnie che dovranno ricompilare banner e spazi pubblicitari secondo le direttive di Google.

Ma c’è già una buona notizia: nonostante le pagine scritte in Amp siano conservate e distribuite da Google, i ricavi pubblicitari e il traffico ottenuto saranno attribuiti interamente agli editori.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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