Giovanni Vernia/2: felice sì, soddisfatto mai

Giovanni Vernia/2: felice sì, soddisfatto mai

Riprendiamo da dove siamo rimasti ieri… Riecco a voi GIOVANNI VERNIA. Non sei mai felice quindi? Felice sì, faccio il lavoro dei miei sogni. Soddisfatto mai. Ci sono dei momenti in cui mi guardo indietro e allora capisco che ho fatto …Leggi tutto

Riprendiamo da dove siamo rimasti ieri… Riecco a voi GIOVANNI VERNIA.

Non sei mai felice quindi?

Felice sì, faccio il lavoro dei miei sogni. Soddisfatto mai. Ci sono dei momenti in cui mi guardo indietro e allora capisco che ho fatto una valanga di “robe grosse” che mai mi sarei sognato di fare in così poco tempo. Quindi in quel millisecondo sono appagato, poi torno a pensare a una roba ancora più grossa da fare. Del resto, come si dice, solo pensando in grande si può provare a fare cose grandi.

Ieri ascoltavo un intervista a J.AX dove spiegava che nella sua carriera non ha mai avuto recensioni positive da grandi testate giornalistiche o da critici del settore, ma lui cmq ha tutto il suo pubblico che da anni s’incrementa e che lo ama e i suoi colleghi lo rispettano. Quindi in sostanza ci soffre ma anche un po’ se ne fotte, ti ritrovi anche tu in questo?

La critica si è divertita e parecchio con questo film, nel più brutto dei significati intendo. Sono al corrente di certi episodi che mi hanno ferito, ad esempio un critico che la sera era in sala a divertirsi e a ridere con i figli guardando il mio film e il giorno dopo era a scrivere che il film non faceva ridere.

Ti hanno preso un po’ come bersaglio?

No beh lo fanno un po’ con tutti. Però quello che mi dispiace è che puoi scrivere che il film ha delle lacune di regia, che ha delle lacune di sceneggiatura, che non ti piace, sei un critico e quello è il tuo mestiere ma se scrivi che non fa ridere, prima di tutto stai dando un giudizio soggettivo, perché magari non fa ridere te ma qualcun altro sì, in più se sai di mentire, allora è un po’ triste e fai perdere credibilità anche alla tua categoria.

La verità è che arrivando dalla televisione il cinema non ti accoglie a braccia aperte. Il mio personaggio è stato un fenomeno televisivo comico e popolare, e il cinema, che snobba, non si capisce perché, televisione e comicità, ha mostrato la volontà di distruggere il fenomeno per circoscrivere il suo territorio. E’ sempre stato così anche in passato. Quanti comici ora considerati icone assolute sono stati trattati malissimo agli inizi dal mondo cinematografico?

Non è stato tenuto conto dell’esordio?

Sembra di no. Insomma è stato il mio primo film, con tutte le sviste del caso. Ma poi in un momento dove il cinema italiano non è messo benissimo accanirsi così su un film che comunque non ha la colpa d’essere volgare e che porta nelle sale cinematografiche un pubblico che generalmente non va al cinema e che quindi si avvicina così al cinema e crea più indotto per il cinema, non è secondo me un gesto così furbo.

E’ più facile parlar male che bene, fa più notizia.

Sì, ad esempio mi da fastidio questo atteggiamento che si ha anche su Twitter, dove si fa a gara, con questi 140 caratteri, a chi denigra nel peggiore dei modi e il più sinteticamente possibile il lavoro altrui. Senza pensare che dietro a quello che vedono ci sia un lavoro importante. Ci si confonde, fare una battuta non vuole dire denigrare gli altri, né la satira né l’ironia si basa su questo, ma sul far ridere e riflettere allo stesso tempo.

Un episodio in particolare?

Uno. L’altra sera durante il programma di Saviano e Fazio una ragazza ha scritto “Se vado io faccio più ridere della Littizzetto” e io non c’ho visto più e le ho risposto “Facile parlare”. In effetti la ragazza voleva fare ironia ma non c’è riuscita. Lei, Luciana, per arrivare lì ha fatto un percorso, una carriera. Troppo facile fare i fighi dietro a una tastiera. Le categorie sono 2: quelli che fanno e quelli che criticano: io preferisco la prima.

Parlando di SheCanDj, cosa dovrebbe fare una dj per impressionarti se tu fossi in giuria?

Prima cosa il nome, ho visto un po’ in rete e ci sono questi nomignoli tipo “bambolina” o cose del genere, il nome deve essere figo! Deve essere originale anche nel look e deve essere originale quello che suona. Ascolto spesso “Ibiza Global Radio” e quasi tutti i pezzi che passano se provi a “shazzamarli” non li trovi, ecco la dj per me deve essere così, deve spiazzarmi.

Quindi il fatto che cerchino dj e produttrici insieme è un punto a favore?

Sì, anche se ormai non è più così necessaria come condizione, ci sono dj fortissimi che interpretano la musica di altri. E poi ci sono dei grandi produttori che in realtà hanno in studio dei ragazzini che fanno i pezzi per loro, ce ne sono, ora quest’intervista verrà letta da dj e quindi non mi sbilancio con i nomi ma ci sono.

Progetti imminenti?

Dopo tutto questo marasma del film che è durato, fra preparazione, scrittura e tutto il resto, un anno e mezzo, mi son preso un mesetto di riposo ed ora sto mettendo in piedi un bel po’ di cose. Lato Jonny Groove sto producendo un nuovo pezzo dance e sto iniziando un nuovo progetto televisivo che vede lui come protagonista. Lato Giovanni Vernia sto scrivendo un altro film e sto lavorando a un progetto per le aziende.

Raccontami

Ti racconto del progetto aziende che è l’unico di cui posso parlare. Nel mio trascorso da manager avevo un buon successo, forse perché come manager ero un po’ anomalo, mi piaceva mettere sempre la battuta di spirito in ogni situazione. Dai capi ero mal visto, considerato un farfallone e invece i risultati li portavo a casa sempre e meglio degli altri. E il segreto era questa dose di umorismo innata che mi faceva diventare simpatico ai clienti.

Umorismo per le aziende?

Sì, ho pensato di mettere a servizio dei manager questa dote, creando un corso d’umorismo per i manager. Un workshop che io chiamo work-shock! Perché è molto pratico, non è il solito corso palloso. Ognuno ha un umorismo che si può manifestare in diversi modi. Sta solo nel saperlo utilizzare.

Sguilo qui—->GIOVANNI VERNIA TWITTER

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Andrea Delogu

Disgrafica e di sinistra, abbiate pietà.

Nella mia biografia basterebbe scrivere che sono nata a Rimini per farvi capire che volente o nolente sono cresciuta con la musica da club o da discoteca.

Nei giorni in cui non andavo a ballare son riuscita a diventare cintura nera di Karate secondo Dan, scrivere e condurre un programma per Match Music dal titolo "A casa di Andrea", presentare il meglio di Sky, recitare in "Saturday Night Live" su Italia1, far parte di un gruppo musicale e cantare la colonna sonora dello spot Heineken USA, a recitare in alcuni cortometraggi, partecipare a diversi spot pubblicitari, ma soprattutto sono riuscita a convincere Panorama a darmi un Blog.

Chi è il matto tra i due? Prima che mi dimentichi: amante del rock, della buona e abbondante cucina, sostenitrice della piadina della Lella e degli strozzapreti del BarSole, malata di Twitter e tuttologa in pensione

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