8 settembre
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Storia del Generale Ferrante Gonzaga, il primo caduto dopo l'8 settembre 1943

Il nobile comandante rifiutò di arrendersi ai Tedeschi un'ora dopo la notizia dell'armistizio. Fu il primo caduto italiano dopo la resa di Cassibile

8 settembre
Bundesarchiv
Carri armati della 16a Panzerdivision

Il Generale Principe Ferrante Vincenzo Gonzaga di Vescovato ne era già convinto nei giorni successivi alla caduta di Mussolini il 25 luglio 1943: avrebbe compiuto qualunque sacrificio per difendere la Bandiera italiana dall'aggressione degli ex alleati tedeschi.

Gonzaga comandava allora la 222a Divisione di Artiglieria Costiera, impegnata dopo i fatti del luglio 1943 nell'organizzazione della difesa dell'area di Salerno.

Le difficoltà e le angosce di quei giorni, Ferrante Gonzaga le riportò in una lettera alla sorella scritta sotto gli incessanti bombardamenti alleati che preparavano lo sbarco nel porto della città che il nobile ufficiale nato a Torino cercò di difendere schiacciato da due forze soverchianti con un manipolo di uomini stanchi, spaventati, ammalati.

La storia del primo caduto dopo l'8 settembre è raccontata da Luciano Garibaldi nel libro "Maurizio e Ferrante Gonzaga - Storia di due Eroi" (Ares Editore).

Frequenze radio dell'EIAR. Ore 19,45 dell'8 settembre 1943

La radio installata presso il Comando della 222a Divisione di Artiglieria Costiera gracchiò la parole di Badoglio che annunciavano l'armistizio e l'inizio dell'ora più buia per l'Italia. Siamo a Buccoli di Conforti, nei pressi di Eboli dove il Generale Gonzaga si era acquartierato nella villa del Commendator Conforti.

Senza esitare, il Comandante stilava l'ordine di ritiro dalla zona costiera di Salerno per organizzare la difesa, nell'imminenza dello sbarco alleato che avverrà la mattina successiva. Arrivavano gli anglo-americani e bisognava resistere contemporaneamente all'assalto tedesco. L'ordine faticò ad arrivare alle batterie costiere a causa del pesante bombardamento aereo che nel pomeriggio dell'8 settembre aveva interrotto molte comunicazioni stradali nella preparazione dello sbarco.

L'amico tedesco si fa nemico

I tedeschi della 16a Panzerdivision erano stanziati a circa mezz'ora di strada, nel centro di Eboli. Gonzaga mandò allora un ufficiale a comunicare ufficialmente la "cessata collaborazione" con le truppe germaniche in virtù del proclama Badoglio appreso poco prima dalla radio. Giunto al comando tedesco il messo del Generale, Maggiore Pinna, fu rimandato indietro con la richiesta di portare con sè il Generale Gonzaga. Sulla strada del ritorno viene fermato ad un posto di blocco della Wehrmacht, disarmato e fatto prigioniero.

Mentre Ferrante Gonzaga è ignaro della sorte del suo ufficiale di collegamento, il Comando della 222a Divisione è preso d'assalto dai Tedeschi. Dopo un breve conflitto a fuoco con feriti, gli ex alleati fanno irruzione all'interno del Comando di Buccoli. Li comandava il Maggiore Von Alvensleben, che chiese ai militari italiani la resa immediata e la consegna delle armi. Quindi si avvicinò a Gonzaga, chiedendo quali fossero le sue intenzioni. Secondo le testimonianze raccolte nel libro, Ferrante Gonzaga dichiarò che "avrebbe mantenuto l'atteggiamento di lealtà nei confronti del Governo italiano". Von Alvensleben chiese allora al Principe Gonzaga chiarimenti: che atteggiamento avrebbe tenuto nei confronti degli ex alleati germanici? Come interpretava l'ambiguo proclama del Capo del Governo dopo l'armistizio? La tragedia del primo caduto dopo la notizia della resa italiana si consumò in una manciata di secondi. Quando il Maggiore tedesco si fece insistente e minacciò l'uso della forza in caso di resistenza, Gonzaga fece un passo indietro e portando la mano alla pistola Beretta d'ordinanza esclamò "All'armi!". Subito partì una raffica dall'arma automatica di uno dei tedeschi presenti nella stanza, che colpì il Generale con tre colpi al cranio, fatali. Erano le 20,30 circa dell'8 settembre 1943.

Verso le 23 il Maggiore Pinna fu scortato dai soldati della 16a Panzerdivision presso il comando della 222a, quando la tragedia si era ormai consumata. Incontrò Von Alvensleben visibilmente scosso. Disse che il nobile Generale era morto da eroe, esclamando "Un Gonzaga non si arrende! Viva l'Italia!". Poche ore dopo, la costa di Salerno brulicava di uomini e mezzi alleati.

Due principi, 12 medaglie

Ferrante Gonzaga sarà insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare, di una Medaglia d'Argento, di una Medaglia d'Argento al Valor di Marina e di due Medaglie di Bronzo.

il Principe Comandante della 222a Costiera era figlio del Generale Maurizio Ferrante Gonzaga, che partecipò alla guerra Italo-turca e alla Grande Guerra quale Comandante della 9a Divisione di Fanteria e quindi della 53a combattendo sull'Isonzo e a Caporetto. Dopo la guerra sarà eletto Senatore e quindi nominato da Mussolini Comandante della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Ebbe 7 Medaglie al Valor Militare. Insieme, i due Principi Gonzaga hanno totalizzato 12 tra le massime onorificenze militari.

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Edoardo Frittoli