Gabriele Muccino, se non ora un’altra volta

Fosse una donna, Gabriele Muccino, le nuove femministe nostrane griderebbero allo scandalo. Da un po’ stanno tutti a sottolineare che è ingrassato, farebbero notare, quando invece bisognerebbe considerare prima di tutto il suo lavoro, foss’anche così brutto come dicono il …Leggi tutto

Fosse una donna, Gabriele Muccino, le nuove femministe nostrane griderebbero allo scandalo. Da un po’ stanno tutti a sottolineare che è ingrassato, farebbero notare, quando invece bisognerebbe considerare prima di tutto il suo lavoro, foss’anche così brutto come dicono il suo ultimo film. Va sempre così: dei James Cameron si nota principalmente la bravura, delle Kathryn Bigelow la figaggine, per fare i nomi di due ex a caso. E bla bla bla.

Non è tanto la storia del nemo propheta in patria, dell’invidia per il troppo successo altrui, del provincialismo che non ci abbandona mai. Sta di fatto però che quando Muccino cerca di raccontare, a suo modo, un mondo e un sistema che ha conosciuto da vicino (le logiche degli Studios, i director’s cut pressoché inesistenti nell’industria del cinema statunitense, la facilità di cadere dopo aver raggiunto vette importanti), al massimo gli si replica come il nipotino che vede a Natale lo zio che vive a New York: «Com’è l’America? I grattacieli sono davvero così alti? Le macchine così grandi?».

Di mondi e sistemi aveva già parlato tante volte, e come pochissimi altri negli ultimi quindici anni. Il mondo piccolissimo e insieme immenso dell’adolescenza in quel capolavoro generazionale che è Come te nessuno mai; la coppia e le sue fughe nell’Ultimo bacio; il famigerato sistema-Paese tutto in Ricordati di me, che rivisto oggi è da pelle d’oca.

Ho visto Quello che so sull’amore, titolo originale Playing for Keeps, terzo film amerikano dopo La ricerca della felicità e Sette anime. È brutto. È brutto come lo era Baciami ancora, ma allora non si era assistito a questo massacro. Quello era girato ai Parioli, non al di là dell’oceano; lì c’era gente venuta da Elisa di Rivombrosa, mica Le Star Di Hollywood.

Probabilmente nei prossimi anni girerà un film migliore, Muccino. Probabilmente nei prossimi anni perderà svariati chili. Probabilmente nei prossimi anni avrà quella che si è soliti chiamare seconda possibilità.Probabilmente da loro, non da noi. Qui non usa. Neanche se un giorno si facesse fotografare sulla copertina di Men’s Health con la tartaruga in bella mostra. Neanche se domani si presentasse in piazza, a manifestare con le signore di sinistra e i loro Se non ora quando.

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Mattia Carzaniga

Nato nel 1983, giornalista, scrive per varie testate. Ha pubblicato i  libri «L'amore ai tempi di Facebook» (Baldini Castoldi Dalai, 2009) e  «Facce da schiaffi» (Add Editore, 2011). Guarda molti film, passa troppo  tempo on line, ruba pezzi di storie alle persone che incontra.

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