Francesco Iodice
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Francesco Jodice. Hikikomori

Dal 13 al 21 febbraio 2016, la Galleria civica di Modena presenta il progetto di Francesco Jodice costituito da un film e da una serie di fotografie

Il film, girato a Tokyo nel novembre del 2004, esplora alcuni sintomi del disagio e della mancanza di comunicazione che colpiscono frequentemente i giovani giapponesi, assumendo diverse forme: dall'appartenenza a gruppi chiusi (skaters, harajuku-kids), alla scelta di una vita passiva e priva di azione (Otaku; Hikikomori) fino all'annullamento (come nel caso del “suicide pact”).

Il termine Hikikomori definisce una condizione sociale che consiste in una reclusione volontaria e in un totale isolamento sociale.

Gli Hikikomori sono generalmente adolescenti e giovani-adulti, soprattutto maschi, spesso istruiti, che scelgono di non uscire più dalla propria casa o addirittura dalla propria stanza per mesi o talvolta anni, rifugiandosi negli elementi della propria infanzia, nel gioco virtuale, nei manga, in Internet. Gli Hikikomori si caratterizzano per un forte stato di depressione, per una vita vissuta di notte, per il rifiuto di ogni responsabilità esterna (scuola, lavoro, famiglia) e attività sociale. Anche la sessualità viene molto spesso vissuta virtualmente.

«Quando nel 2004 realizzai Hikikomori - ricorda Francesco Jodice - il fenomeno costituiva per me una forma di disfunzionalità sociale molto importante; in modo forse incosciente gli Hikikomori, gli Otaku, le harajuku girls e i suicide pact erano forme silenziose di ribellione, distinte ma coeve e coerenti con i Seattle movements o i giovani delle banlieues. Gli Hikikomori costituivano per me una forma di "inconsapevole e nuovo eremitismo collettivo" per una generazione di giapponesi che rifiutavano la gerarchia sociale del paese; era come se un milione di ragazzi avesse detto alla nazione: “Sono queste le regole del gioco? bene, noi non giochiamo più”».

Oltre al film, vengono esposte anche alcune fotografie realizzate da Francesco Jodice durante diversi soggiorni in Giappone, come parte di un'ampia ricerca a carattere sociale e antropologico (un progetto tuttora in corso dal significativo titolo “What we want”), e in particolare sul contesto metropolitano da cui hanno origine Hikikomori e altri fenomeni analoghi

La mostra si tiene in occasione della messa in scena dello spettacolo “Hikikomori. Metamorfosi di una generazione, in silenzio” di Holger Schober, ospitato nella sala grande di Palazzo Santa Margherita dal 12 al 19 febbraio in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Francesco Jodice. Hikikomori
Dal 13 al 21 febbraio 2016
Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103.

Francesco Jodice
© Francesco Jodice.
Francesco Jodice, Yasuaki, Hikikomori, 2004

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