Francesca Fagnani: «Seconda Linea, un modo nuovo d'informare»
Ufficio Stampa Rai
Televisione

Francesca Fagnani: «Seconda Linea, un modo nuovo d'informare»

Intervista alla giornalista che debutta in coppia con Alessandro Giuli con il nuovo approfondimento politico di Rai 2, al via da giovedì 1° ottobre in prima serata. Tra gli ospiti della prima puntata anche Paolo Bonolis e Max Giusti

Esiste un modo nuovo di narrare il grande gioco della politica e di raccontare l'attualità con uno sguardo laterale? Rai 2 prova a farlo con Seconda Linea, il «varietà dell'informazione» guidato dall'inedita coppia formata dai giornalisti Francesca Fagnani e Alessandro Giuli, al via in prima serata da giovedì 1° ottobre, con Paolo Bonolis come primo ospite. Parola d'ordine: sperimentazione. A cominciare dai conduttori, dal tipo di narrazione del presente e anche dagli ospiti e dai polemisti presenti in studio. «Vogliamo uscire dallo schema destra contro sinistra, mischiando i registri», spiega a Panorama.it a poche ore dal debutto.

Fagnani, il direttore di Rai 2 Ludovico Di Meo ha detto che l'obiettivo è quello di sorprendere il pubblico. In che modo ci riuscirete?

«Saremo un'altra cosa rispetto ai soliti talk: ci sarà equilibrio e imparzialità ma più che sulla contrapposizione giocheremo sull'alternanza di voci. Le istanze e il dialogo verranno dalla società, non ci interessa ridurre tutto allo scontro tra slogan».

Il primo ospite sarà Paolo Bonolis. Come l'avete convinto?

«Il suo è l'atto di generosità di una prima linea nei confronti di due seconde linee come me e Alessandro. È stato generoso e verrà e titolo gratuito, non per fare la promozione del suo libro ma per raccontarci la sua lettura dei fatti».

Il giovedì è una serata affollata sul fronte dell'offerta tv, anche quella informativa. Paura per gli ascolti?

«Di Meo ci ha detto una cosa coraggiosa: fate un buon programma, non preoccupatevi degli ascolti. Pian piano quelli verranno».

Rai 2 è davvero una rete sovranista così come viene descritta?

«Guardi, la libertà che ci è stata data è massima, il mandato è quello di rispettare equilibrio. Ci sarà un turnover di voci, ci sarà massimo rispetto per il pluralismo informativo».

La conduzione a due non rischia di essere po' un limite per un talk politico?

«La conduzione a due è complicata per la gestione degli spazi fisici, causata dai protocolli anti Covid. Ed è difficile se si pone un problema di vanità, quelle robe tipo "hai parlato due minuti più di me". La forza di Alessandro è la mia e viceversa. Mi sento più sicura a scendere in campo in due, lo considero il mio compagno di banco».

Lei e Alessandro Giuli condurrete spazi separati?



Francesca Fagnani e Alessandro Giuli Ufficio Stampa Rai


«No, tutti i blocchi assieme. Sono contenta di fare questo programma con lui, perché siamo diversi e complementari: lui è un filosofo, uno molto riflessivo, io una "concretona" che si accende subito».

Lei ha condotto sul Nove un programma molto gustoso, Belve. Cosa ci sarà di "belvesco" in Seconda Linea?

«La stessa energia di Belve, programma che mi sono scritta addosso. Lì ho estremizzato il mio stile per dare identità al programma: faccio le domande, tutte, ma sempre con il sorriso. E poi spero di portare le donne: intanto ho voluto Nicole Rossi fissa in studio».

Perché ha scelto proprio l'ex concorrente di Pechino Express?

«Perché l'ho seguita nel programma e sui social: è una ragazza piena di domande, veloce di pensiero e di azione. Durante il lockdown ho notato ad esempio che si parlava di scuola ma sempre ospitando politici e professori, mai i ragazzi: si dice che si vuole dare voce alla società ma lo si fa sempre troppo poco. Nicole rappresenta in qualche modo una parte dei giovani italiani».

Un altro ospite della prima puntata?

«Ci sarà uno dei primi volontari italiani a essersi sottoposto al vaccino anti Covid».

Considera Seconda Linea la sua grande occasione?

«Sì, e la devo a Di Meo che mi ha chiamato. Io non sono tra quelli che sgomita per esserci a tutti i costi in tv. Ho sempre aspettato di avere una cosa buona tra le mani per proporla, sia con Belve che con Il prezzo, altro programma di cui sono molto fiera. Esserci per esserci, non porta bene: ci voglio essere quando ho qualcosa di interessate da proporre».

Lei ai suoi esordi ha lavorato con Minoli e con Santoro. Quali caratteristiche del loro stile vorrebbe rubare per farle sue?

«Di Minoli lo stile delle interviste a grappolo. Di Santoro la capacità di innovare il linguaggio televisivo e di costruire un'identità precisa a tutti i suoi programmi».

Ultima curiosità: il suo compagno, Enrico Mentana, che consigli le ha dato mentre preparava Seconda Linea?

«Quello di non avere ansie, perché il pubblico la percepisce e perché l'ansia ti si fa perdere di lucidità. Per dubbi e consigli sulle questioni politiche invece chiamo sempre Alessandra Sardoni». (ride)

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Francesco Canino