Un giorno tra i soldati dell'Esercito nazionale afghano
AP Photo/Anja Niedringhaus
Un giorno tra i soldati dell'Esercito nazionale afghano
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Un giorno tra i soldati dell'Esercito nazionale afghano

Nelle foto di Anja Niedringhaus, i volti e le storie di giovani soldati afghani

La fotoreporter Anja Niedringhausha trascorso una giornata presso l'avamposto dell'Esercito nazionale afghano di Chinari, nella provincia di Logar, inaugurato da pochi mesi, dopo che un edificio preesistente era stato attaccato e distrutto dalle forze talebane. Scatti che raccontano la vita quotidiana, le storie e le speranze di un gruppo di giovani soldati, il cui volto provato, segnato da rughe importanti, li fa apparire uomini già maturi.

Per la maggior parte, i soldati di questa unità, di etnia e regione di provenienza differenti, si sono arruolati "per amore dell'Afghanistan", ma anche perché l'Esercito nazionale afghano, pagando un salario mensile di 250 dollari USA, rappresenta una via d'uscita dalla povertà. Tutti dicono di sognare un futuro di pace e di prosperità per la loro patria, sfiancata da 30 anni di guerra. Al contempo sono contrariati dal fatto che, dopo 11 anni e miliardi di dollari investiti, il loro Paese si è sviluppato pochissimo, la pacificazione interna non è ancora stata raggiunta e tra i leader la corruzione è molto diffusa.

AP Photo/Anja Niedringhaus

Chinari, provincia di Logar, Afghanistan, 22 maggio 2012. Abdul Basir, 22, si è arruolato nell'Esercito nazionale afghano all'inizio 2012 e da poco ha terminato l'addestramento: ha imparato a dar fuoco alle armi, a sparare in corsa, a usare il silenzio e la segretezza a proprio vantaggio. Dice di non avere alcuna avversione contro i talebani: "Sono afghani ed esseri umani. Se il loro obiettivo è spararmi, non mi resta però che difendermi". Nella provincia settentrionale di Kunduz, da dove proviene, ci sono diversi talebani, ma nessuno nel suo villaggio, dove i più sostengono il Governo.

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