Sukkòth e la ricerca del cedro perfetto
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Sukkòth e la ricerca del cedro perfetto

L'accuratissima scelta del profumato e saporito agrume da utilizzare nel rito dell'importante festa ebraica di Sukkòth, che comincia stasera

Inizia questa sera, nel quindicesimo giorno del mese ebraico di Tishrì, la festa di Sukkòth, una delle più importanti del calendario ebraico, che ricorda i quarant'anni durante i quali gli ebrei abitarono nel deserto, riparati da capanne, dopo la fuga dall'Egitto e prima di giungere alla "Terra promessa". Durante i 7 giorni (8 fuori da Israele) di Sukkòth, nota anche come "Festa delle capanne", gli ebrei ortodossi trascorrono buona parte della giornata in una capanna (sukkà) di rami, abbellita da fiori, frutti e disegni, e con un tetto fatto di frasche rade, che consentano di osservare le stelle durante la notte.

 

"Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma, rami con dense foglie e salici di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni": da questi versetti del libro del Levitico viene fatto derivare un altro comandamento da onorare, prima dell'inizio della festa: la preparazione del lulàv - un mazzo costituito da un ramo di palma, due rami di salice e tre di mirto, a cui si aggiunge un cedro (in ebraico etrog; plurale etrogim) - che, in particolari momenti della preghiera, verrà impugnato e agitato in sei direzioni.

 

Le quattro diverse specie vegetali che compongono il lulàv, secondo l'interpretazione più accreditata, simboleggiano la varietà del creato e i diversi tipi di esseri umani. Così come la palma non ha profumo ma dà frutti dolci, il salice non profuma né ha sapore, il mirto profuma ma non è saporito, mentre il cedro possiede entrambe le qualità, allo stesso modo esistono persone sapienti e generose, mentre altre hanno solo una o nessuna di queste caratteristiche. La festa di Sukkòth vuole riunirle tutte, come un invito all'aiuto e al sostegno reciproco.

 

Come vediamo in questa fotogallery, particolare attenzione viene dedicata alla scelta del cedro destinato al rito, che non può essere un frutto qualunque. Per essere adatto alla cerimonia del Sukkòth, il cedro deve infatti essere privo di imperfezioni: senza rugosità o macchie sulla buccia e con una forma conica perfetta. Non possono essere usati i cedri secchi o rubati, né quelli - per divieto generale della Kosherut, l'insieme delle regole alimentari ebraiche - colti da piante cresciute da una talea innestata, più giovani di quattro anni o coltivate in una città scomunicata.

EPA/ABIR SULTAN

Meah Shearim, Gerusalemme, Israele, 15 settembre 2013.  

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