D-DAY: le ore precedenti lo sbarco in Normandia
D-DAY: le ore precedenti lo sbarco in Normandia
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D-DAY: le ore precedenti lo sbarco in Normandia

La notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 scatta l'Operation Neptune, nome in codice dello sbarco alleato sulle spiagge della Normandia

Cinque spiagge da occupare, per garantire una testa di ponte sicura per il passaggio di uomini e mezzi alleati diretti nel cuore della Francia occupata: Omaha, Utah, Juno, Sword e Gold. Inizia la mattina del 6 giugno la cruenta lotta per lo sfondamento delle difese tedesche del "Vallo Atlantico". Il fallimento dell'operazione sarebbe risultato un gravissimo ostacolo all'avanzata verso il cuore del Terzo Reich. 

L'operazione Fortitude  aveva avuto pieno successo. I tedeschi credevano ancora in un imminente sbarco angloamericano presso Calais, ed avevano lasciato in Normandia solo forze di riservisti ad eccezione della 352a divisione di Fanteria, a difesa di Omaha beach. Nei pressi di Caen, si trovava la 21a divisione corazzata "Pazergrenadier", mentre le difese costiere erano costituite da bocche da fuoco nascoste in bunker di cemento, nidi di mitragliatrici, mine antiuomo e anticarro, ostacoli di vario genere sul bagnasciuga. 

I tedeschi non si aspettavano uno sbarco proprio il 6 giugno, poichè le condizioni meteorologiche non erano buone. Il mare era agitato, il cielo coperto. Tuttavia trascurarono questa eventualità a tal punto che Rommel si trovava in licenza in Germania quando fu dato il segnale dell'inizio delle operazioni. 

Alle 23 del 5 giugno furono gli inglesi della 6a Divisione Aviotrasportata a decollare sugli alianti per atterrare nella zona del fiume Orne e conquistarne le vie di comunicazione dietro le linee nemiche. L'operazione fu un successo, con l'interruzione delle comunicazioni nemiche presso il ponte di Ranville.

Agli inglesi seguirono gli americani, della 101a e 82a divisione aviotrasportata, che non ebbe l'esito positivo dell'operazione inglese. Molti alianti si dispersero, atterrarono lontani dal'obiettivo, alcuni impattarono al suolo, creando le prime vittime americane del D-Day. Oltre agli alianti, gli americani operarono aviolanci di paracadutisti, che,a causa del terreno allagato dai tedeschi e dall'imprecisione dei lanci causarono numerose vittime. Gli uomini della 101a, presso St. Mère Eglise, poterono ricongiungersi con le forze sbarcate a Utah beach soltanto tre giorni dopo il lancio. 

Poche ore dopo i lanci, preceduti da un ondata di bombardieri alle prime luci dell'alba, le forze da sbarco anglo-americane daranno il via a quello che è chiamato "il giorno più lungo" della storia del secondo conflitto mondiale.

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