A Valencia il grande fuoco de Las Fallas
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A Valencia il grande fuoco de Las Fallas

Si è conclusa nella notte una delle feste più attese dell'anno in Spagna, celebrata in onore di San José, patrono dei falegnami

Si sono concluse nella notte le tre settimane di festeggiamenti dedicate dalla città di Valencia alla festa popolare conosciuta come "Las Fallas", cominciate il 25 febbraio scorso, e che hanno animato la città con fuochi d’artificio, bande musicali, bancarelle che vendono pietanze tipiche, corride, locali e ristoranti aperti fino a tardi, spettacoli visivi e innumerevoli festeggiamenti "sonori": mascletà, despertà, spettacoli pirotecnici, canti e cori della gente.


La festa ha origine in un’antica consuetudine, quando i falegnami, all’arrivo della primavera, mettevano in strada il legno eccedente e inutilizzato accumulatosi nelle loro officine nel corso dell'inverno. Un cumulo di legna che veniva incendiato alla vigilia del giorno dedicato al patrono dei falegnami: San Josè (San Giuseppe), il 19 marzo. Nel tempo, i valenciani presero l'abitudine di disfarsi, con l'occasione, delle cose vecchie e inutili, messe per strada e bruciate insieme alla legna. Più tardi fecero la loro comparsa anche fantocci o cartelli con allusioni e critiche alle persone del quartiere o ai problemi della città: gli antenati di quelle che sarebbero diventate le Fallas, dalle quali la festa prende il nome. Si tratta di opere monumentali, costruite in legno e cartapesta, che rappresentano in forma satirica personaggi e situazioni legati all’attualità o alla tradizione popolare. A realizzarle, nel corso dell'anno, artisti e scultori locali chiamati falleros.


Nei giorni dal 14 al 19 marzo, quando la città è colorata e animata da una lunga serie di eventi, le Fallas sono disposte nelle vie e nelle piazze della città. Per il gran finale della festa, questi monumenti vengono bruciati in un immenso falò, nonostante la loro bellezza e i mesi di lavoro necessari per prepararli. Solo un'effigie viene salva dal fuoco: quella preferita dai visitatori alla festa per bellezza, arguzia e forza satirica. Scampando al rogo, viene definita Ninot indultat e trova posto nel Museo Fallero, ricavato in un ex convento, insieme ai ninot indultati negli anni precedenti.

EPA/MANUEL BRUQUE

19 marzo 2013. Una "mascleta" in centro città.

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