Sameiullah, lustrascarpe bambino a Kabul
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Sameiullah, lustrascarpe bambino a Kabul

La vita quotidiana di uno dei tanti bambini afghani costretti a lavorare per aiutare la famiglia in difficoltà

La povertà e l'insicurezza economica costringono in Afghanistan un gran numero di bambini a lavorare, rinunciando agli studi. Anche se dal 2001 a milioni hanno potuto riprendere le scuole dopo la fine del regime talebano, moltissimi sono ancora oggi costretti a rinunciarvi, dovendo lavorare per aiutare le proprie famiglie a sopravvivere. Spesso i loro parenti sono stati feriti e resi invalidi dalla guerra. Secondo Unicef, circa 40.000 bambini sono al lavoro nelle strade della città, per lo più impiegati come lustrascarpe, facchini o venditori di piccoli oggetti o prodotti locali.

In questi scatti del fotografo afghano Shah Marai, vediamo una giornata come tante del piccolo Sameiullah, 11 anni, che ogni giorno lavora dall'alba al tramonto come lustrascarpe intorno al cimitero di Karta-e-Sakhi, nella parte occidentale di Kabul, guadagnando circa 4 dollari al dì. Lo vediamo lasciare la sua casa di primo mattino, trasportando gli attrezzi del mestiere in una piccola borsa, e poi cercare clienti, lavorare e scherzare insieme ad alcuni piccoli colleghi. 


SHAH MARAI/AFP/Getty Images
Kabul, Afghanistan, 10 febbraio 2015. Sameiullah sulla strada verso il cimitero di Karta-e-Sakhi, dove cercherà clienti fino a sera.

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