Vita quotidiana nelle Grotte di Mustang, Nepal
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Vita quotidiana nelle Grotte di Mustang, Nepal

Le foto dei "trogloditi" che ancora oggi vivono in uno dei luoghi archeologici più misteriosi del mondo, tra 10.000 grotte artificiali scavate nella roccia

Isolato nella zona montagnose himalayana detta "Parbat", dove un tempo sorgeva l'antico Regno di Mustang, nel Nepal centrosettentrionale, si trova uno dei luoghi archeologici più misteriosi del mondo: i bellissimi resti di almeno 10.000 grotte artificiali scavate nella pareti di roccia a circa 60 metri d’altezza, di una gola - assai più grande del Gran Canyon - scavata dal fiume Gandaki. 

 

In queste grotte artificiali gli esseri umani hanno vissuto per migliaia di anni. Solo dalla metà degli anni ’90, un gruppo di archeologi nepalesi e dell’Università di Colonia hanno cominciato ad esplorarne l’interno, trovandovi una dozzina di corpi umani, tutti antichi di almeno 2.000 anni. Altrove sono stati rinvenuti murales, manoscritti dedicati alla storia buddhista e segni di vita domestica come focolari, attrezzi e contenitori. Ancora oggi non si sa chi le abbia scavate, a quale scopo, e con quali tecniche, considerato anche che alcune si trovano a diverse decine di metri di altezza dal suolo, in certi casi con accatastamenti verticali fino a nove livelli. Il regno di Mustang, divenuto parte del Nepal nel 1951, prima di questa data non era visitabile dai turisti, a cui l'accesso era proibito. 

 

In queste foto di Taylor Weidman , la vita quotidiana del piccolo gruppo di persone anziane che ancora oggi abitano qui, tra tutte la signora Pema Dolma, 78 anni, protagonista del reportage. 

Taylor Weidman/Getty Images

Chosher, Nepal, 24 maggio 2014.

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