Ugo Panella - Bangladesh
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Le immagini di Ugo Panella al Festival Fotografico Europeo

Fino al 22 aprile 2018, al Castello di Masnago (Varese), un intenso reportage sulle donne sfigurate del Bangladesh

Dal 24 marzo al 19 maggio 2018, sul territorio di Busto Arsizio e dei comuni limitrofi - fino a toccare Milano - torna la settima edizione del Festival Fotografico Europeo, il grande evento ideato e curato da Claudio Argentiero e dall’Afi-Archivio Fotografico Italiano, posto "sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo”

In un programma espositivo articolato, che muove dalla fotografia d’archivio al reportage d’autore, dalla fotografia d’arte all’architettura, dalle ricerche creative alla documentazione del territorio, oltre quaranta le mostre in programma: tra queste, "Volti Negati" di Ugo Panella, uno straordinario reportage realizzato nel 2001 dal noto fotoreporter umbro

Quando

La mostra di Ugo Panella sarà visitabile dal 24 marzo al 19 maggio 2018 nei seguenti giorni e orari

Da martedì a domenica, 9.30 / 12.30 e 14.00 / 18.00

Dove

Ad ospitare l'esposizione, le stanze del Castello di Masnago in Via Cola di Rienzo, 42 a Varese

Perchè è interessante

Nazione incastonata tra India e Birmania, poco più grande del nord Italia ma con una popolazione che supera i 160miloni di abitanti, in Bangladesh si consuma da sempre  una tra le maggiori atrocità contro la donna: 20.000 ragazze, ogni anno, vengono punite gettando loro dell'acido solforico per il solo fatto di rifiutare matrimoni combinati o denunciare l'uomo che le ha stuprate.

Per la donna (quando soparvvive), il dolore  della violenza subita dura tutta la vita. Ed è un dolore non solo fisico, ma profondamente radicato nella mente, dal momento che la stessa famiglia della ragazza offesa la costringerà a nascondersi al mondo per la vergogna di una colpa che non ha commesso.

Il reportage di Panella - realizzato nel 2001 per il magazine "D - Repubblica" in collaborazione con Renata Pisu e successivamente diventato un libro fotografico dal titolo "I Volti Negati" - ha cercato di dare voce a queste donne, sfregiate nel corpo e nello spirito, denunciando al mondo questa primitiva bestialità.

Sono immagini forti, che colpiscono come un pugno nello stomaco e scuotono le coscienze nel profondo: immagini di volti sfigurati, deturpati, a brandelli, che conservano solo poche e quasi impercettibili tracce di una bellezza distrutta per sempre.

E non è un caso che, qualche anno dopo l'uscita di questo lavoro, il governo del Bangladesh - costretto dalla pressione internazionale - ha inserito nel suo ordinamento giuridico la pena di morte per gli esecutori materiali di simili misfatti.

Ugo Panella, breve biografia

Nato a Spoleto, Ugo Panella, inizia la carriera di fotogiornalista documentando i conflitti del Centro America alla fine degli anni ’70, in particolare la guerra civile in Nicaragua e più tardi quella in Salvador. 

Ha raccontato la vita negli slums di Nairobi, il lavoro di migliaia di uomini che (per pochi dollari al giorno) smantellano navi cargo in disuso nel porto di Cittagong in Bangladesh, la vita in un cimitero del Cairo abitato da quasi due milioni di senza tetto e che hanno fatto delle tombe la loro casa.

Il suo lavoro lo ha portato anche in Albania, Argentina, India, Sri Lanka, Filippine, Cipro, Palestina, Somalia, Etiopia, Afghanistan, Iraq.

Nel 2001, in Sierra Leone, ha affiancato l’impegno di I.M.C. (International Medical Corp) nel recupero dei bambini soldato, mentre con Handicap International ha seguito i campi profughi per i mutilati della guerra civile.

Nel 2009, a Sarzana, ha ricevuto il premio al fotogiornalismo Eugenio Montale.

Attualmente, in collaborazione con Soleterre, sta seguendo un progetto articolato in quattro continenti sui tumori infantili derivanti da disastri ambientali, documentando i progetti sanitari e l’assistenza alle famiglie dei bambini malati.

Collabora assiduamente con Pangea onlus, documentando i loro progetti di microcredito in India e Afghanistan.

Ugo Panella - Bangladesh
Ugo Panella
Ugo Panella, Volti Negati, le donne sfigurate del Bangladesh

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Rita Fenini