Nepal, i sadhu indù al Maha Shivaratri
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Nepal, i sadhu indù al Maha Shivaratri

Rinuncia, solitudine, santità e marijuana: il reportage di Omar Havana tra gli asceti induisti in festa per Shiva a Kahtmandu

Il fotografo spagnolo Omar Havana ha ritratto ieri a a Kahtmandu, in Nepal, alcuni delle migliaia e migliaia di sadhu - gli asceti induisti considerati "uomini santi" - giunti presso il tempio di Pashupatinath per le celebrazioni di Maha Shivaratri, la Grande notte spirituale di Shiva, in città insieme a circa un milione di pellegrini.

In occasione di questa festa, la più importante e sacra dell’anno per gli induisti, i devoti di Shiva (protettore di eremiti, asceti, yogin, sadhu e di tutte le persone che, rinunciando al mondo, si impegnano nella ricerca spirituale) digiunano per un giorno in suo onore e rimangono poi svegli durante la notte, porgendo offerte votive e chiedendo benedizioni con preghiere e canti devozionali. 

I sadhu sono gli asceti che, rinunciando ai beni terreni e alla vita sociale, dedicano l'esistenza alla meditazione e all'elevazione spirituale. Non hanno dimora, si muovono da un luogo all'altro e vivono delle offerte fatte loro dalla gente. Si cospargono il corpo e il volto con la cenere, simbolo di morte e di rinascita, portano i capelli lunghi come il dio Shiva, vestono semplici tuniche e spesso si adornano di collane. Imitando Shiva, che secondo la leggenda era solito fumarla, la maggior di loro fa un abituale consumo rituale di cannabis per "sollevare il velo di Maya" che nasconde l'essenza della realtà. Anche se la cannabis è illegale in Nepal, ai sadhu le autorità ne consentono il consumo all'interno dei tempi. 


Omar Havana/Getty Images
Kathmandu, Nepal, 17 febbraio 2015. Un sadhu si specchia mentre si dipinge il volto con polveri colorate.

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