Eve Arnold in retrospettiva a Torino
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Eve Arnold in retrospettiva a Torino

A due anni dalla morte, una mostra a Palazzo Madama omaggia la grande fotografa statunitense, prima donna dell'agenzia Magnum Photos

"Che cosa mi ha spinto e mi ha fatto andare avanti nel corso dei decenni? Qual è stata la forza motrice? Se dovessi usare una parola sola, sarebbe curiosità." Eve Arnold

 
 

Inaugurata il 15 gennaio scorso nella Corte Medievale di Palazzo Madama a Torino, la mostra EVE ARNOLD - Retrospettiva celebra l'opera della fotografa statunitense scomparsa nel 2012, i cui scatti hanno lasciato un segno indelebile nella storia della fotografia del XX secolo. Le 83 fotografie (in bianco e nero e a colori) in mostra, suddivise in 12 sezioni, ripercorrono le tappe più importanti e significative del suo lavoro di fotografa, dal 1950 al 1984.

 

Documentarista e ritrattista, nel corso della sua lunga e prolifica carriera Eve Arnold ha spaziato con disinvoltura tra generi molto diversi. Il suo nome è legato innanzitutto ai ritratti dell'alta società e dei divi di Hollywood (da Liz Taylor a Marlene Dietrich, da Joan Crawford a Marilyn Monroe, di cui divenne grande amica, seguendola per oltre un decennio, dal 1950 al 1961, nei vari set cinematografici, e dedicandole ben cinque volumi fotografici) ma anche presidenti, reali, politici come Indira Gandhi e attivisti come Malcolm X, che la scelse personalmente per documentare la sua battaglia per i diritti civili. Celebrities, da lei chiamate "personalities", che ritrae in modo inedito, immortalandole in immagini ufficiali ma anche in fotografie quasi rubate, momenti intimi e quotidiani, in un’epoca in cui i personaggi celebri non erano ancora ossessionati dal controllo della propria immagine.

 

Accanto ai servizi patinati, che le hanno consentito di potersi mantenere, Eve Arnold si dedica con passione alla fotografia sociale e documentaristica. Famosi i suoi grandi reportage nelle regioni più remote del pianeta (dall’India all'Afghanistan, alla Mongolia) che le furono commissionati da "Life", dal "Sunday Times" e dalle più prestigiose riviste dell’epoca. Fu tra i primi fotografi americani, negli anni settanta, a ottenere un permesso speciale per entrare in Cina; documentò inoltre la condizione della donna in Afghanistan e nei Paesi arabi attraverso alcuni scatti, presenti in mostra, dedicati all’uso del velo. Accanto al fotogiornalismo, di cui è considerata una pioniera, Eve Arnold ha lavorato anche come fotografa di scena sul set di numerosi film e si è interessata a temi sociali legati al cambiamento dei costumi e delle abitudini nel mondo americano, come si può vedere nella sezione della mostra che documenta una sfilata di modelle nere ad Harlem.

 

Eve Arnold

Al secolo Eve Cohen, nasce il 21 aprile 1912 a Philadelphia, in una modesta famiglia di emigranti ebrei russi, e inizia la carriera fotografica nel 1946 a New York, frequentando la New School for Social Research. Segue i corsi di Alexey Brodovitch, art director di "Harper’s Bazaar", che per primo ne intuisce il talento e le commissiona alcuni servizi di moda. Presto notata da Henri Cartier-Bresson, è la prima fotografa donna ammessa nel collettivo dell'Agenzia Magnum , dapprima come freelance nel 1951, e dal 1957 come membro effettivo. Per il suo lavoro ottiene importanti riconoscimenti internazionali nel campo della fotografia, come il National Book Award del 1980 e il Lifetime Achievement Award dall’American Society of Magazine Photographers. Muore il 4 gennaio 2012, all'età di 99 anni, in una clinica alle porte di Londra.

 

EVE ARNOLD Retrospettiva

15 gennaio - 27 aprile 2014

Corte Medievale di Palazzo Madama , Piazza Castello, Torino

La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale.

© Eve Arnold/Magnum Photos

Anthony Quinn e Anna Karina sul set del film "Gioco perverso" di Guy Green. Maiorca, Spagna, 1968.

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