Felicità è anche un piccolo albero di Natale in Québec

Felicità è anche un piccolo albero di Natale in Québec

Sara Marpino da Pordenone al Canada per un anno* Anche qui in Québec, da un po’ è arrivato Dicembre. La magia del Natale c’è però già da un bel po’! Dall’inizio di Novembre le case hanno cominciato a riempirsi delle …Leggi tutto

Sara Marpino da Pordenone al Canada per un anno*

Anche qui in Québec, da un po’ è arrivato Dicembre. La magia del Natale c’è però già da un bel po’! Dall’inizio di Novembre le case hanno cominciato a riempirsi delle più svariate decorazioni natalizie, per le quali qui non si bada a spese. Nei negozi si sentono ormai solo canzoni di Natale e quasi tutti i ragazzi, me compresa, hanno ormai completato le loro liste di regali. La ciliegina sulla torta è la neve che, per la gioia mia e dei canadesi, è arrivata qualche giorno fa. Insomma tutto sarebbe praticamente perfetto se non fosse per i 15 gradi sotto zero contro i quali lotto ogni mattina aspettando l’autobus all’angolo della strada, e ogni settimana a scuola nelle ore di educazione fisica durante le quali si va a correre all’aperto! Quando mi lamento con i miei amici canadesi della temperatura, la loro risposta è: “E questo è niente rispetto all’inverno!”, e ammetto che ciò mi preoccupa un pochino.

Quest’anno il mio Natale sarà diverso dal solito, per la prima volta dopo sedici anni non lo passerò con la mia famiglia italiana, ma con i Lebreux-Valois, che sono ormai per me come una famiglia a tutti gli effetti. Ieri, arrivata a casa da scuola, un grande albero di Natale mi aspettava in mezzo al soggiorno, dopo essermi complimentata con la mia mamma ospitante per quanto fosse bello, sono scesa nella mia stanza e vicino al mio letto c’era un piccolo e carinissimo alberello tutto per me. È stato un piccolo gesto che mi ha fatto un immenso piacere!

Il 22 Dicembre partiremo per andare una settimana in uno chalet al nord, sono sicura che sarà un’esperienza meravigliosa, e soprattutto che mi farà legare ancora di più con la mia famiglia! Ci sarebbero miliardi di cose da raccontare e di emozioni da descrivere, ma il mio italiano non è più fluido come una volta..Spero che questi giorni passino in fretta perché sono veramente curiosa di sapere come sarà il mio Natale Quebecois

 

*Ripensarsi come figli o come genitori. È quello che accade ogni anno ai 1.600 studenti delle scuole superiori che, accolti gratuitamente da una famiglia come dei veri e propri figli, trascorrono un periodo della loro vita in un altro Paese, in uno dei 60 Paesi con cui la onlus Interculturasviluppa questi programmi di studio e di vita. Ma è quello che accade anche alle 800 famiglie italiane che ogni anno aprono le porte della loro casa a un ragazzo straniero. Con la stessa intensità di emozioni e di affetti che si può avere alla nascita di un figlio, la cui gestazione e la crescita si concentrano però in un unico anno, accompagnate da uno sguardo diverso non solo su di una cultura che sinora era sconosciuta, ma anche sulla propria identità di italiani. Simbolo di questa riflessione è proprio il Natale. Tra gli adolescenti all’estero c’è chi lo vivrà al caldo, su una spiaggia, chi lo sta aspettando per prima volta con trepidazione, avvolto nelle nevi del nord Europa, chi lo festeggerà tra un mese, perché si trova in un Paese ortodosso, chi proprio non lo celebrerà, perché, ad esempio si trova in Cina. Tra le famiglie italiane, la sfida sarà spiegare questo rito a chi probabilmente neppure conosce il cristianesimo, come noi non conosciamo il buddhismo o l’animismo, e di viverlo assieme, sviluppando un sincretismo del tutto personale.

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