Ucraina, economia prossima al collasso
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Economia

Ucraina, economia prossima al collasso

Agricoltura, industria e finanza sono in sofferenza, e il paese sta lentamente scivolando nella recessione

La guerra in Ucraina è il tipico esempio di un conflitto combattuto su molti fronti: quello su cui si confrontano gli armati, ma anche quello mediatico, quello politico e, soprattutto, quello economico. Ed è mettendo in ginoccchio l'economia di Kiev che i filorussi e la Russia che li sostiene stanno ottenendo i risultati migliori.

Il Paese, infatti, sta scivolando nella recessione più cupa. Nella migliore delle ipotesi, il Fondo monetario internazionale e altri finanziatori occidentali rischiano di dover intervenire di nuovo (e massicciamente) per aiutare il governo di Kiev, che non può più sostenere il tremendo deficit fiscale. Nel peggiore dei casi, il programma da 17 miliardi di dollari avviato dal Fondo ad aprile potrebbe fallire, costringendo il paese al default e alla ristrutturazione del debito: uno scenario a dir poco preoccupante per un Paese coinvolto in un conflitto a tutto campo, ma anche plausibile, purtroppo. La strategia del Fondo si era bastata sulla previsione che il Prodotto Interno Lordo ucraino avrebbe potuto contrarsi del 5 per cento nel 2014, per poi riprendere a crescere nel 2015, mentre il rapporto debito/Pil avrebbe dovuto passare da poco più del 40 al 62 per cento. Cifre negative, ma gestibili con qualche sacrificio.

Gli effetti del conflitto si stanno però rivelando molto più pesanti. Si stima che la sola perdita della Crimea possa implicare una contrazione del Pil pari al 3,7 per cento. Conseguenze ancora peggiori dovrebbe avere il blocco delle attività produttive nelle regioni orientali, che potrebbero finire addirittura sotto il controllo russo: le province di Donetsk e Lugansk rappresentavano circa il 16 per cento del Pil e un quarto delle esportazioni. Il conflitto ha provocato la distruzione di gran parte delle infrastrutture, incluso l'aeroporto di Donetsk che era stato rimesso a nuovo in occasione degli Europei di calcio del 2012.

Il risultato è che i dati più recenti indicano che l'economia ucraina si è già contratta del 5 per cento nei primi sei mesi del 2014. Oltre all'industria, anche l'agricoltura (tradizionalmente punto di forza dell'Ucraina, che è sempre stata considerata il granaio dell'Europa orientale) è in sofferenza. Campi distrutti, semina e raccolta rallentate o bloccate. Per non parlare del settore finanziario, anch'esso colpito duramente dalla guerra. La moneta ucraina si è svalutata, il debito pubblico continua a salire, a ritmi più elevati di quelli previsti dal Fondo Monetario Internazionali. Non solo, una parte del debito è in mani russe e rappresenta un'altra arma che a Mosca potrebbero decidere di utilizzare:  se il rischio di default si facesse più concreto, dal Cremlino potrebbe essere reclamato l'immediato rimborso dei titoli. Ecco perché il primo ministro ucraino non ha torto quando dichiara che "la Federazione russa mira a distruggere la nazione politicamente ed economicamente."

 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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