Nicola-Zingaretti
ANSA/ANGELO CARCONI
Economia

Tfr: stop alla doppia liquidazione dei dipendenti Arsial

Bloccata l'erogazione del tfr aggiuntivo e chiesti indietro i soldi a chi li aveva ricevuti. Possibili conseguenze in tutta Italia

È stata dura, ma alla fine la scoperta della doppia liquidazione dei dipendenti delle regioni italiane, che Panorama ha segnalato con due articoli a novembre e a dicembre 2015, un risultato lo ha prodotto: da poco più di un mese il privilegio è stato abolito all’interno dell’Arsial, piccola agenzia regionale per lo sviluppo del sistema agro-industriale del Lazio (in passato assai chiacchierata per la disinvoltura nelle assunzioni) da cui è partita la prima e finora unica denuncia di questa pratica illegale.

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Per ben nove mesi l’agenzia ha chiesto indicazioni su come comportarsi a chi in teoria sarebbe tenuto a dargliele. Invano. Racconta l’amministratore unico Antonio Rosati (inviato all’Arsial nel 2013 come commissario straordinario dal presidente della Regione Nicola Zingaretti) di aver sollecitato un chiarimento anzitutto all’Inps locale, essendone dirottato, senza alcun costrutto, su quella nazionale. Poi è stata la volta del ministero del Lavoro, che si è ben guardato dal rispondere. "L’ultima porta a cui abbiamo bussato" dice a Panorama.it "è quella della Regione, che ha sessanta giorni per esprimersi. Ne sono passati più di trenta e non lo ha ancora fatto".  

La strana coppia
Stanco di aspettare, Rosati ha deciso di tagliare il nodo per conto proprio con un’apposita delibera pubblicata il 13 giugno scorso, anche perché se sarà accertato che la doppia liquidazione è priva, come sembra, di fondamento giuridico non sarà certo all’Inps o al ministero del Lavoro che la Corte dei Conti chiederà ragione dei relativi esborsi, ma a lui personalmente.

La decisione non è stata comunque presa a cuor leggero. "Sono di sinistra e non sottovaluto i problemi economici dei lavoratori dipendenti" prosegue il presidente, che in anni lontani è stato consigliere comunale in Campidoglio per il Partito comunista italiano "ma la legalità viene prima di ogni altra considerazione".

Del resto qui la politica non sembra entrarci molto. Non nelle sue forme tradizionali almeno, visto che a dare origine al procedimento è stato il responsabile delle risorse umane dell’Arsial, Damiano Colaiacomo, già capo del personale del Comune di Roma durante la giunta di Gianni Alemanno.

Le conseguenze sul piano nazionale
La mossa a sorpresa di questa strana coppia di "amministratori legalitari" potrebbe innescare conseguenze di portata nazionale. L’anomalia del doppio tfr infatti non riguarda solo il Lazio ma tutte le Regioni italiane a statuto ordinario con la sola eccezione della Lombardia, che vi pose rimedio nel 2000. Il nocciolo della questione è che le normative regionali istitutrici del «regalo» ai rispettivi dipendenti, risalenti tutte alla fine degli anni Settanta, violavano e violano la legge nazionale del ’68, tutt’ora in vigore, che vieta trattamenti aggiuntivi a quanto pagato dai rispettivi enti previdenziali.

È questa la motivazione amministrativa della delibera con cui l’Arsial ha abrogato ogni maggiorazione del tfr e richiesto pure indietro parte del denaro già versato a quanti hanno ottenuto l’anticipo della liquidazione. Occorre aggiungere che solo un’incredibile sequenza di omissioni, se non proprio di violazioni della legge, ha consentito alla maggioranza delle Regioni italiane di comportarsi diversamente per così tanto tempo, pescando a man bassa nelle tasche dei cittadini per decine e forse centinaia di milioni di euro l’anno, al solo scopo di finanziare il raddoppio delle liquidazioni del proprio personale.

La prossima puntata potrebbe essere una pioggia di ricorsi dei dipendenti dell’Arsial che (comprensibilmente dal loro punto di vista) non si rassegnano all’idea di essere i primi a perdere il tfr dorato. In tal caso toccherà al Tar del Lazio dirimere una questione su cui da troppo tempo la politica e l’amministrazione, centrale e locale, evitano accuratamente di esercitarsi.

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Stefano Caviglia