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Economia

La teoria del “pungolo” del Nobel Thaler, spiegata bene

Come incoraggiare le persone a fare le scelte migliori per se stesse e per la società nel rispetto dalla libertà individuale

Il Nobel per l’economia attribuito a Richard Thaler, professore di economia e scienze comportamentali della University of Chicago e ricercatore associato del National Bureau of Economic Research, accende i riflettori sull’importanza dell’economia comportamentale.

Attori non solo razionali

La disciplina, che si sviluppa all’incrocio fra l’economia e la psicologia, dimostra come le nostre decisioni economiche possano essere influenzate da pregiudizi cognitivi. Thaler lo racconta nel saggio del 2008 intitolato - appunto - “Nudge”, ovvero “spinta gentile”, in cui prende le distanze dal concetto di decisioni esclusivamente razionali dei modelli economici.

Il paternalismo libertario

L'economista, al contrario, evidenzia come il contesto può essere alterato per orientare le persone a fare la scelta migliore. Lo scopo di questa teoria di “paternalismo libertario” è, pur nell’ambito della libertà di scelta individuale, migliorare il benessere del singolo e della collettività.

La novità

In sè, il concetto di economia comportamentale non è nuovo, ma è stato utilizzato soprattutto dalle imprese nel tentativo di influenzare le scelte dei consumatori. La novità rappresentata dall’intervento di Thaler, invece, è l’adozione di questa filosofia da parte di governi e istituzioni.

Il caso del governo britannico

Dopo la pubblicazione del libro, Thaler è stato ingaggiato come consulente dal governo di David Cameron e ha contribuito alla creazione del “Behavioural Insights Team”, un gruppo di lavoro che ha tradotto in pratica la teoria del paternalismo libertario. Il successo è stato tale che il team fornisce adesso consulenza ai governi di altri paesi. Anche la Banca Mondiale e le Nazioni Unite hanno adottato il nudge per le loro politiche.

L’architettura della scelta

La chiave per l’utilizzo del “pungolo” è la presentazione delle opzioni al decisore. Gli architetti delle scelte, infatti, operano a monte nella definizione delle opzioni, utilizzando due categorie di strumenti: la strutturazione delle alternative e la loro descrizione. 

Come presentare le alternative

In pratica, il decisore può essere influenzato da variabili come il numero di alternative (una rosa di opzioni troppo ampia, per esempio, è controproducente), l’ordine delle alternative, ma anche da impostazioni predefinite. Queste ultime sono le opzioni di default che richiedono l’opt out da parte del decisore. Fra le variabili in grado di influenzare la decisione c’è anche il modo in cui le opzioni sono presentate.

Esempi illustri

Il caso classico di un’opzione di default è rappresentato dalla donazione di organi. Molti stati, infatti, considerano tutti i cittadini disposti alla donazione, salvo l'esplicito diniego. Di solito, anche quando una  scelta è priva di costi, le persone preferiscono non cambiarla. Il Regno Unito, inoltre, ha utilizzato la descrizione delle opzioni come un modo per influenzare la scelta nel pagamento della tassa sul reddito. Informare i cittadini morosi che la maggior parte delle persone che abitano nella loro stessa zona ha già pagato, infatti, ha fatto incrementare i versamenti del 15%.

Per saperne di più

- Gli 8 Ted Talk più interessanti sui soldi

- Nudging: perché aiuterà Governi e imprese


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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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