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Economia

Un algoritmo ci presenterà (sul web)

Ecco ItsMe, bollino anti-impostori per le attività in rete. L'app è già disponibile. Banco di prova gli accordi con le internet company

C’è una condizione preliminare, ormai così scontata da esser divenuta inconsapevole, alla base di qualunque relazione su internet: la fiducia.

Comprare, pagare, ma anche vendere, scambiarsi opinioni, litigare e tanto più prendere un appuntamento con qualcuno che non è a portata di contatto fisico, richiede la convinzione che una persona sia esattamente chi dice di essere.

Ma un conto è pensarlo altro è saperlo per certo. In questa distanza (capace di riservare amare sorprese, come è successo alla star di Masterchef Bruno Barbieri, quando ha scoperto che il suo conto corrente era stato alleggerito di 30 mila euro da un alter ego di posta elettronica che non sapeva di avere) il manager milanese Livio Brachetti ha visto lo spazio per un nuovo business.

L’idea, nella sua semplicità, è di quelle che potrebbero cambiare vita e comportamenti sul web di molti di noi: un algoritmo che attribuisca a ciascuno un’identità digitale unica e non manipolabile, per dare a tutti la certezza che le nostre azioni in rete siano compiute veramente da noi. L’applicazione che ne deriva ha un nome del tutto esplicito: ItsMe.

Dal mese di maggio è scaricabile gratis sul telefonino sia per Apple che per Android, con un’attivazione al costo annuo di un euro e 90 centesimi.

Ma poiché difficilmente si riuscirà a convincere milioni di utenti presi singolarmente ad acquistare il nuovo prodotto, il target naturale del servizio sembrano essere le compagnie presenti sul web: da quelle che vendono prodotti e servizi, come Amazon o Tripadvisor, a quelle che si limitano a creare ambienti per mettere in contatto le persone, come eBay o Airbnb.

Dovrebbero essere loro ad acquistare i pacchetti di identità digitali certificate da attribuire poi ai rispettivi utenti.

A questo mira Social Nation, la società fondata nel 2013 da Brachetti, nei cui progetti ItsMe sembra essere solo il primo di una serie di servizi per favorire la creazione di reti e comunità digitali di settore. “Già da settimane” dice a Panorama.it il project manager della società Matteo Maggioni “sono in corso contatti con diverse compagnie e a settembre potrebbero arrivare i primi accordi”.

Come si utilizza in concreto l’applicazione? “La prima cosa da chiarire” prosegue Maggioni “è che questo servizio non ha nulla a che vedere con un account di posta elettronica certificata. Quello serve a rendere ufficiale e dimostrabile l’invio di un’email e il suo contenuto. Qui invece viene assicurata l’identità di un soggetto, qualunque azione compia in rete: dall’intervento in un dibattito su un social network a un’operazione di acquisto o di vendita”.

In più, questo sistema offre all’utente ha la possibilità di controllare le informazioni fornite a chi gli vende prodotti e servizi, limitandole allo stretto indispensabile richiesto per portare a termine la transazione ed evitando così quella pioggia di sollecitazioni commerciali indesiderate che oggi segue qualunque acquisto in rete.

Anche questa sarebbe una rassicurazione non da poco. Secoli di storia delle relazioni economiche dimostrano la spinta straordinaria che può venire a qualunque business da un aumento della fiducia e della sicurezza.

Varrà lo stesso per le transazioni digitali del futuro?

Brachetti e la sua Social Nation scommettono di sì. Nel giro di qualche mese si comincerà a vedere se hanno ragione.

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Stefano Caviglia