Samsung, tutti i perché delle dimissioni del Ceo
L’attuale guida se ne andrà a marzo come conseguenza dello scandalo che ha portato in carcere il vicepresidente Lee Jae-yong
Il numero uno di Samsung, Kwon Oh-hyun lascerà la guida dell’azienda a partire da marzo. Lo ha annunciato con una lettera nella quale si complimentava per gli ottimi risultati raggiunti nel terzo trimestre dell’anno, pari a circa 12,8 miliardi di dollari.
Il perché della decisione
Il motivo? Stando alle sue parole una crisi senza precedenti, che sta attraversando il conglomerato coreano nell’ultimo periodo. Non la scarsità di vendite di prodotti di largo consumo ma una serie di scandali che hanno causato prima l’arresto del vicepresidente Lee Jae-yong e poi la condanna a 5 anni per corruzione, trasferimento illegale di fondi all’estero, occultamento di prove, falsa testimonianza e appropriazione indebita.
Conseguenze della crisi politica
Il tutto all’interno dell’impeachment che ha portato alle dimissioni di Park Geun-Hey, ex presidente della Corea del Sud, rea di aver facilitato l’ottenimento di alcune donazioni a fondazioni private dell’amica-consigliera Choi Sonn-sil, tramite giri di denaro provenienti proprio da Samsung Electronics ma non solo (anche LG).
La verità è un’altra
La sensazione è che Kwon Oh-hyun, soprannominato Mr. Chip, abbia voluto defilarsi prima che i tempi si facciano ancora più bui, soprattutto per le alte cariche di Samsung. È chiaro che, seppur con un utile triplicato nel giro di un anno (dal resoconto 2016 a quello 2017), presto la piramide aziendale verrà riformulata, con le persone sinora più vicine a Lee Jae-yong probabilmente messe alla porta.
Insomma: lasciare adesso conviene un po’ a tutti, anche a velocizzare la rivoluzione che cambierà l’assetto della multinazionale in grado di partecipare al Pil coreano con un cospicuo 17%.
Le implicazioni del sistem chaebol
Samsung Electronics è un cosidetto chaebol, ovvero un conglomerato a guida famigliare. Questo vuol dire che, come nella migliore tradizione asiatica, le posizioni in vetta seguono la gerarchia di sangue. Fino al 2012 in testa al gruppo c’era Lee Kun-hee, colpito tre anni fa da un infarto che ne ha causato uno stato di coma persistente.
Cambio di programma
Per ovvie ragioni, a lui sarebbe dovuto succedere il figlio Lee Jae-yong, allora vicepresidente, accompagnato alla poltrona dall’attuale CEO Kwon Oh-hyun, in carica da 5 anni ma parte di Samsung da ben 32. I guai giudiziari del primo e le dimissioni del secondo pongono ora un punto interrogativo gigantesco sul consiglio di amministrazione e, ancora di più, sulle certezze degli investitori.
Non a caso il giorno dell’annuncio di Kwon, dopo un’apertura che aveva fatto toccare alle quotazioni della coreana un massimo storico, il mercato è divenuto più cauto e si attende una certa contrazione in borsa.
La lettera di addio
“Ci stiamo confrontando con una crisi senza precedenti, fuori e dentro la compagnia. Per questo credo sia arrivato il momento giusto per un nuovo inizio, per entrambi. Serve un nuovo leader con uno spirito pronto a rispondere alle sfide del futuro dinanzi alle quali ci pone l’industria della tecnologia".
"È stata una scelta difficile ma non posso più tornare indietro” – ha scritto Kwon Oh-hyun nella comunicazione ai dipendenti. Seguendo le voci degli analisti, a prendere il suo posto dovrebbe essere Kim Ki-nam, presidente della divisione Semiconductor Business e membro della US National Academy of Engineering.
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