Banzai, ePlaza & co.: risposta italiana ad Amazon?
Economia

Banzai, ePlaza & co.: risposta italiana ad Amazon?

Rilevati quattro marchi da Terashop: il nuovo gruppo italiano dell'e-commerce darà filo da torcere al colosso USA?

Non capita tutti i giorni sul mercato italiano una mossa come quella che ieri ha visto Banzai - società italiana di e-commerce - acquisire tre importanti negozi elettronici come Bow, ePlaza e Misterprice oltre ad Ovo, sito per venite private che si unisce all'analogo club di vendita SaldiPrivati.

L'operazione - conclusa con le risorse fornite a Banzai dalla sottoscrizione dell'aumento di capitale da parte di Sator Group (società fondata e presieduta da Matteo Arpe) crea un inatteso polo italiano del commercio elettronico.

I marchi acquisiti arrivano da Terashop, pioniere del commercio elettronico in Italia sin dal 1999, che rimarrà comunque nel settore come fornitore di servizi, anche in collaborazione con la stessa Banzai.

Sono tanti i siti che nel nostro paese vendono articoli di elettronica, grandi elettrodomestici ed altro ancora. Spesso tra questi si verificano sovrapposizioni più che vera concorrenza: gli articoli sono gli stessi, e i prezzi pur essendo differenti sono rappresentati in modo diverso (alcuni contengono le spese di consegna; molto più spesso, il prezzo riguarda il solo articolo ma sono forniti servizi premium a pagamento come installazione di un elettrodomestico, ritiro di un apparecchio usato analogo, consegna al piano e su appuntamento per chi non abita al piano terra e ha ordinato un articolo voluminoso, e via dicendo).

Il nuovo polo di sicuro si pone in una posizione di forza nei confronti di situazioni analoghe nostrane, decisamente più piccole. Ma sarà abbastanza da poter sfidare anche Amazon.it?

Un raffronto diretto con la presenza italiana del colosso USA è difficile, in particolare per la riservatezza di quest'ultimo nel diffondere dati di vendita. Ma è possibile fare una riflessione: Amazon - nato come negozio elettronico di libri e tuttora fortissimo in questo settore - negli Stati Uniti è ormai da tempo uno store in grado di fornire di tutto, dagli utensili per cucina ai farmaci, dagli alimentari agli mp3. Nel nostro paese la situazione è ben diversa e le categorie merceologiche non sono certo così tante, ma di certo si è verificata una notevole espansione dal momento dello sbarco avvenuto due anni e mezzo fa. Amazon è partito gradualmente con poche categorie di articoli: cd, libri, film. Inizialmente non pensava neppure di vendere musica digitale, ritenendo il nostro un mercato troppo piccolo per questo settore. Poi, non solo sono arrivati gli mp3, ma sono comparse categorie come elettronica, informatica, borse, scarpe, elettrodomestici, articoli per l'infanzia. E la possibilità anche per venditori privati (professionali e non) di usare il sito per vendere loro stessi un articolo a prezzo fisso. Questo ha portato alcune categorie a esplodere: provate a cercare "lavatrice". Nella categoria "Casa e cucina", dove poco più di un anno fa si potevano trovare poche decine di risultati, ne sono presenti oltre 1.400. Molti di questi articoli presentano anche valutazioni e brevi recensioni lasciate dagli acquirenti. Il giro d'affari c'è, insomma.

Sul proprio sito , Banzai dichiara: "Due milioni di clienti registrati, un fatturato di quasi 70 milioni di euro e più di 500.000 ordini all’anno. I marchi – ePRICESaldiPrivati e Gioie – hanno già servito oltre 800.000 clienti e ogni mese vengono visitati da più di 2.4 milioni di persone (unduplicated audience, Nielsen NetRatings DEC 2010)". L'aggiunta dei marchi provenienti da Terashop dovrebbe far crescere non poco le cifre suddette.

In Italia il commercio elettronico resiste anche in tempo di crisi; anzi, cresce: perché talvolta i prezzi offerti online sono migliori non solo di quelli di piccoli negozi ma anche delle grandi catene (che, non a caso, tendono ad attrezzarsi con una presenza anche nell'ecommerce: è il caso di Media World, per esempio). Da dati diffusi al recente Netcomm eCommerce Forum , "la previsione di crescita delle vendite dai siti italiani per tutto il 2013, secondo l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm–School of Management del Politecnico di Milano, si attesta intorno al 17%, per un fatturato stimato intorno ai 11,2 miliardi di euro. Fra i principali comparti sono in crescita rispetto al 2012: l’abbigliamento (27%), l’informatica (24%), il grocery (18%), il turismo (13%)".

Insomma, possibilità di crescita ce ne sono: sta ora al nuovo gruppo nostrano intercettare questo grande potenziale, anche sfidando i colossi stranieri come Amazon.

I più letti

avatar-icon

nicolabattista