Apple: le verità (s)comode di Tim Cook
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Economia

Apple: le verità (s)comode di Tim Cook

Siamo l’azienda che ha fatto registrare i migliori risultati fra tutte le tecnologiche. E i nostri prodotti sono molto più amati e utilizzati dei dispositivi Android. Nel corso di un meeting segreto (ma non troppo), il numero uno di Cupertino spiega ai suoi dipendenti qual è lo stato di salute dell’azienda

Cosa succede ad Apple? I dati dell’ultimo trimestre non hanno sciolto tutte le riserve sullo stato di salute della più importante azienda tecnologica del mondo. Se da un lato – è innegabile – la Mela continua a crescere in termini fatturato, dall’altro ci sono segnali non particolarmente incoraggianti. Uno su tutti: dopo anni di escalation l'utile per azione è in calo.

Semplificando, si potrebbe dire che Apple cresce, ma senza toccare quelle percentuali bulgare cui ci ha abituato negli ultimi anni. Ma non basta. Perché stiamo parlando dell’azienda tecnologica più chiacchierata del mondo, quella da cui ci si attende sempre qualcosa di più, qualcosa di mirabile e sorprendente.

Quel quid che in questo momento manca agli investitori, mai così insofferenti come nelle ultime settimane: a Wall Street il titolo Apple viene scambiato a circa 450 dollari per azione, una quotazione pari al 35% in meno rispetto al massimo toccato negli ultimi dodici mesi (705 dollari, lo scorso mese di settembre).

Ci vorrebbe una scossa, qualcosa che sappia riportare entusiasmo e ottimismo sui mercati. Già ma cosa?

SILENZIO, PARLA TIM COOK
Nel quartier generale di Cupertino, Tim Cook, è già al lavoro per dare ai suoi le motivazioni che – oggi più che mai – sono indispensabili per tenere alta la concentrazione e non farsi distrarre dalle turbolenze dei mercati.

I colleghi americani di 9to5mac raccontano di una riunione a porte chiuse (ma evidentemente con qualche buco nella serratura) nel quale il numero uno di Apple ha raccontato la sua visione dei fatti,attuali e futuri

Davanti agli stati generali dell’azienda, Cook ha sottolineato per prima cosa un aspetto, chiaro e incontrovertibile: fra le tecnologiche, Apple è l’azienda che ha fatto registrare i migliori risultati trimestrali. E a livello assoluto è seconda solo a un’azienda che estrae petrolio (la Exxon). Ma non solo: Cook ha voluto ricordare ai suoi che anche qualora Apple fosse scomposta in base alle divisioni che attualmente la compongono, ciascuna di queste farebbe parte della classifica delle 500 migliori aziende di Fortune.

Ma allora come si spiega il crollo del valore azionario in così poco tempo? L’erede di Steve Jobs ammette che il titolo Apple non stia vivendo un momento felice ma che questo non deve distogliere l’attenzione dal vero obiettivo della società: creare prodotti che piacciano ai consumatori. “Fatturato e prezzo azionario sono solo delle conseguenze degli sforzi che vengono attuati sul versante dei prodotti".

QUALITÁ DEL LAVORO (E DEI LAVORATORI)
Prodotti, quindi. Cook non vuole che niente e nessuno distragga le sue truppe dalla missione di sempre. E per dimostrare quanto questo lavoro sia tenuto in alta considerazione annuncia un nuovo piano di incentivi, a tutti i livelli. I dipendenti diretti, speiga sempre 9to5Mac, potranno acquistare iPhone, iMac e iPad a prezzi sempre più scontati, godranno di servizi gratuiti (50 gigabyte di spazio di storage su iCloud, ad esempio) e potranno dedicare una parte delle ore lavoro a progetti creativi (sulla falsariga di quello che fa da tempo Google).

Buone notizie, anche per chi lavora in qualità di fornitore. Tim Cook crede fermamente nell’operazione di rilancio dei valori etici avviata lo scorso anno sotto la sua gestione. Lo dimostrano i continui viaggi in Oriente (laddove risiede buona parte della manifattura della Mela) e soprattutto lo stretto controllo cui vengono sottoposte le aziende che operano per Apple.

I MAC E ANDROID? NON SONO UN PROBLEMA
Nel corso della riunione plenaria, Tim Cook avrebbe poi spiegato quali sono i reali motivi che hanno portato a un calo delle vendite dei Mac nell’ultimo quarto. Il problema non sarebbe da imputare a un calo della domanda bensì a un’incapacità di produrre un maggior numero di pezzi. "Abbiamo venduto ogni Mac che abbiamo potuto costruire", avrebbe detto il numero uno di Cupertino confermando l’intenzione di spostare parte delle produzione dei Mac negli Stati Uniti. Una mossa che aiuterebbe la società a rispondere meglio alle variazioni della domanda.

Non poteva mancare – infine – un riferimento al rivale numero uno, Google. Che potrà certo cullarsi del successo di Android in termini di quote di mercato ma non potrà mai scalfire la supremazia di iOS in termini di utilizzo: “L’obiettivo di Android è migliorare il market share con la sua gamma di dispositivi a basso costo, mentre iPhone e iPad lavorano sull'esperienza utente, sulla qualità superiore dell’hardware e del software e soprattutto sull'effettivo utilizzo da parte dei clienti".

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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