Apple e la Cina, perché Tim Cook si scusa
Economia

Apple e la Cina, perché Tim Cook si scusa

Finita nel mirino dei media cinesi per le sue politiche di riparazione e garanzia degli iPhone, Apple fa un un passo indietro per non perdere uno dei suoi mercati più importanti

Un nuovo mea culpa pubblicato online sul sito web di Apple e firmato dall'amministratore delegato Tim Cook: se lo scorso anno era stata la volta dell'imbarazzante immaturità delle mappe di iOS 6 questa volta Cook si è rivolto all'utenza cinese per cambi nella politica di riparazione e sostituzione degli iPhone malfunzionanti. In una lunga lettera pubblicizzata in fondo alla home di www.apple.com.cn , il dirigente ha infatti offerto le sue scuse, annunciato cambiamenti nella politica aziendale e promesso più chiarezza e più attenzione nei rapporti con la clientela.

Anche questa volta l'obiettivo è anzitutto quello di placare le critiche che potrebbero danneggiare l'immagine e soprattutto le vendite in un mercato importantissimo. Nello specifico la lettera di Cook serve a porre un freno al duro attacco dei media cinesi che negli ultimi giorni hanno tenuto sotto tiro l'azienda di Cupertino. Rea di non sostituire tutte le parti degli iPhone e di non reimpostare la durata della garanzia dopo la riparazione, Apple è stata descritta come arrogante e discriminatoria verso l'utenza in una popolare trasmissione televisiva sull'emittente nazionale China Central Television (CCTV), a cui si è subito aggiunto il quotidiano The People's Daily, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, che ha pubblicato numerosi articoli sulla questione.

Il produttore della trasmissione su CCTV ha negato qualsiasi coinvolgimento o pressione da parte del governo cinese: Bloomberg ha però evidenziato come le manchevolezze di Apple abbiano ricevuto un'attenzione pari a quella di problemi ben più gravi (come ad esempio l'inquinamento) e Forbes constata che non è la prima volta che un grande marchio straniero finisce nel mirino di CCTV e viene costretto a fare pubblica ammenda per poter proseguire l'attività nel paese.

Che si tratti effettivamente di tutelare i diritti degli acquirenti dell'iPhone o di una questione politica per Apple il discorso non cambia: l'azienda è disposta a fare buon viso a cattivo gioco visto che dopo quello statunitense quello asiatico è in assoluto il suo mercato più importante. Durante gli scorsi risultati finanziari Cook ha evidenziato l'enorme crescita della mela mordicchiata nel paese, confermata da numeri straordinari: quasi 23 miliardi di dollari incassati in Cina nel corso del 2012 e un'accoglienza calorosissima per l'iPhone 5, con due milioni di esemplari venduti in una settimana dalla messa in commercio.

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Nicola D'Agostino