Patrimoni: sette consigli per dribblare il Fisco nel 2013
Economia

Patrimoni: sette consigli per dribblare il Fisco nel 2013

Secondo la Confesercenti il prossimo anno la pressione fiscale salirà al livello record di 48,5%. Ecco come pagare meno tasse sui nostri risparmi

Inutile illudersi: il 2013 sarà l'anno delle tasse. Secondo le recenti stime della Confcommercio la pressione fiscale, per il maggior gettito dell'Imu salirà al livello record di 48,5%.

Eppure un modo c'è per dare di meno, soprattutto per chi ha investito soldi in titoli, prodotti finanziari o ha uno o più immobili in affitto. Ecco alcune scorciatoie (legali) per alleggerire il peso del Fisco sui nostri portafogli.

Conti correnti
La nuova imposta di bollo da 34,20 euro si paga se il conto supera i 5.000 euro, considerando la giacenza annuale, ossia la media dei saldi mensili.

Nel caso una persona abbia intestati due o più conti presso lo stesso intermediario, le giacenze si sommano. Ma se il secondo conto corrente è cointestato non concorre al calcolo.

Quindi, nel caso si voglia diversificare, meglio farlo presso istituti diversi, anche se il gioco non vale la candela: per non pagare il bollo da 34,20 euro si rischia di imbattersi in ulteriori costi, tra canoni e commissioni.

Conto titoli e conti deposito

I prodotti finanziari (ma anche i conti deposito, depositi bancari, postali e certificati di deposito) da gennaio pagheranno un bollo pari all'1,5 per mille, a partire da un minimo di 34,20 euro, mentre scompare il tetto massimo di 1.200 euro.

Il patrimonio minimo per il quale si è soggetti alla nuova aliquota, quindi, scende dai 34.200 euro di quest'anno ai 22.800 euro del prossimo anno: chi ha un patrimonio investito inferiore paga 34,20 euro.

Quindi, se per quest'anno è risultato conveniente in alcuni casi raccogliere i titoli in un unico dossier per alleggerire il prelievo fiscale, il prossimo anno converrà solo per i patrimoni più piccoli.

Esempio: se avessimo depositato 30.000 euro in tre conti deposito distinti da 10.000, pagheremmo un bollo più alto (102,6 euro, ossia tre da 34,20 euro) rispetto a quello che avremmo pagato, se avessimo depositato tutto il denaro in un solo conto da 30.000 (in questo caso il bollo è di 45 euro).

Gli investitori più ricchi, invece, non si salveranno più dalla tagliola: per pura ipotesi, quest'anno sia un conto con una giacenza media di 1,2 milioni di euro sia uno con 2,4 milioni hanno pagato comunque un bollo da 1.200 euro. L'anno prossimo sul primo conto si pagherà 1.800 euro; nel secondo caso 3.600.

Azioni vs. Btp

L'aliquota della tassazione delle rendite finanziarie è stata alzata in base all'ultima normativa dal 12,5 al 20%. L'imposta vale per tutti i titoli e prodotti finanziari.

Per non pagare la nuova aliquota, si può investire però in Btp e altri titoli del debito pubblico italiano o dei paesi inclusi nella white list, per i quali è stata mantenuta la vecchia aliquota al 12,5% (salvi anche i titoli di risparmio per l’economia meridionale e i piani di risparmio a lungo termine).

Se comprate azioni, inoltre, ricordatevi che dal primo gennaio (salvo ulteriori sorprese in Europa) dovrebbe entrare in vigore la Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie con un'aliquota dello 0,05%.

In questo caso, se l'amor patrio non è il vostro forte, si può benissimo acquistare azioni o derivati in altri mercati dove la Tobin Tax non sarà introdotta, come nel Regno Unito.

Fondi comuni e polizze assicurative

Oltre alla tassa sulle rendite finanziarie, sui prodotti del risparmio gestito si deve pagare anche l''imposta di bollo che nel 2013, come nel 2012, si applica sui prodotti finanziari non soggetti all’obbligo di deposito.

Quindi, l'aliquota dello 0,15% a prezzo di mercato si applica a polizze assicurative, unit linked, index linked, vita, fondi comuni, certificati di deposito, buoni postali e gestioni patrimoniali.

Si salvano solo questi prodotti: fondi pensione, fondi sanitari, estratti conto bancari, postali e i rendiconti dei libretti di risparmio.

Affitti: cedolare secca vs. Irpef

Se avete comprato un appartamento o un capannone da affittare per aumentare le vostre entrate annuali, tenete conto che la cedolare secca (sostituisce l’Irpef pagando ogni anno un’imposta sostitutiva del 21% per i contratti a canone libero e del 19% per i contratti concordati) conviene in genere solo a chi possiede diversi immobili affittati oppure a chi ha altri redditi oltre quello della locazione che gli farebbero raggiungere un’aliquota Irpef assai elevata.

Per i redditi bassi, invece, la convenienza andrebbe valutata caso per caso.

Ma attenzione in tutti i casi all'effetto Imu: secondo un recente sondaggio di Affitti.it in collaborazione con Nomisma, il risparmio fiscale medio con la cedolare secca va da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro. Questo vantaggio però nella maggior parte dei casi risulta più che compensato dall'aggravio Imu.

Gestioni patrimoniali e consulenza finanziaria

Se avete la fortuna di far parte della categoria dei Paperoni, e cioè avete come minimo un patrimonio investito di 500.000 euro, considerate che da inizio anno l'Iva con un'aliquota del 21% (dal primo luglio 2013 salirà di un punto percentuale) potrebbe essere estesa anche alla prestazione del servizio di gestione patrimoniale personalizzata, che di solito le banche erogano ai clienti più ricchi.

Una tassa che inoltre potrebbe colpire anche l’attività di consulenza in materia di investimenti, erogata da promotori finanziari e private banker.

Come raggirare la tagliola in questo caso? Il modo c'è ma è un po' macchinoso: si potrebbe chiedere all'intermediario di smontare le gestioni e di venderci singolarmente i titoli, attività che invece resta esente dall'applicazione dell'Iva.

Conti all'estero
Tira un sospiro di sollievo, infine, chi ha aperto legalmente un conto corrente in Svizzera , a San Marino, a Montecarlo o a Singapore.

Dal 2013, stando alla nuova versione del ddl Stabiltà approvato dalla Camera e ora al Senato che va a modificare l'articolo 19 del del Salva Italia (dl 201/2011), pagherà una tassa pari a quella che avrebbe pagato se il conto fosse stato aperto in Italia (34,20 euro).

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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