Studi di settore, come rispondere a un avviso di ispezione
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Studi di settore, come rispondere a un avviso di ispezione

L’Agenzia delle entrate ha annunciato circa 190mila comunicazioni di anomalie in attesa dei chiarimenti dei contribuenti

Scattano i primi accertamenti del fisco legati agli studi di settore che, come noto, da quest’anno hanno interessato una platea di professionisti e lavoratori autonomi ancora più ampia del passato. In un comunicato ufficiale, l’Agenzia delle entrate ha infatti annunciato che sono in partenza circa 190mila comunicazioni riguardanti anomalie legate proprio alle dichiarazioni erariali di soggetti sottoposti al regime degli studi di settore. Nella sua nota ufficiale l’Agenzia ha innanzitutto chiarito le motivazioni che potrebbero essere alla base delle notifiche in questione, specificando anche i mezzi attraverso cui le comunicazioni giungeranno ai destinatari.

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Nello specifico i lavoratori autonomi interessati dalle comunicazioni potranno vedersi recapitare inviti a presentare modelli di studi di settore, se non hanno provveduto pur essendo obbligati, oppure un elenco delle anomalie emerse sulla base dei controlli telematici previsti tra i modelli Unico e i dati degli studi. E ancora comunicazioni di anomalie nei dati dichiarati, sempre in allegato a Unico, rilevate dall’Agenzia analizzando anche altre fonti informative disponibili, oltre a statistiche relative ai dati dichiarati ai fini degli studi stessi. Insomma una documentazione corposa e dettagliata che permetterà al contribuente, o a chi lo assiste fiscalmente, di comprendere nel dettaglio quali siano i rilievi mossi.

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Per quanto concerne le modalità attraverso cui i soggetti interessati potranno accedere a tali informazioni, si potrà innanzitutto consultare il proprio “Cassetto fiscale”, che come noto è accessibile sia al diretto contribuente che al suo intermediario di fiducia che ne avesse ricevuto delega specifica. Inoltre, l’Agenzia trasmette le comunicazioni di anomalie via Entratel all’intermediario, se il contribuente ha effettuato questa scelta al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi e se l’intermediario ha accettato di riceverle. Infine, se i contribuenti non hanno delegato gli intermediari, l’amministrazione fiscale comunica invece agli indirizzi di Pec da loro attivati che la sezione degli studi di settore del “Cassetto fiscale” è stata aggiornata. Per quanto riguarda poi le modalità con cui il contribuente oggetto di una comunicazione di anomalia potrà rispondere, due sono le strade possibili.

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Se si è convinti di essere nel giusto, sarà possibile fornire tutti i chiarimenti del caso, con eventuali “pezze d’appoggio” documentali, sfruttando i software gratuiti messi a disposizione sul sito dell’Agenzia proprio nella sezione dedicata agli studi di settore. Se invece ci si rende conto di aver effettivamente omesso qualcosa, c’è la possibilità di mettersi tempestivamente in regola utilizzando l’istituto del ravvedimento operoso. In questo caso tra l’altro è utile precisare una questione molto rilevante: mentre per altre imposte, il ravvedimento non è utilizzabile nel caso sia già scattato un controllo o un’ispezione fiscale, per gli studi di settore invece tale rimedio agevolato resta sempre valido a prescindere dal fatto che la violazione sia già stata constatata o che siano iniziate altre attività amministrative di controllo, delle quali il contribuente abbia avuto precedente conoscenza. Insomma, il tempo per mettersi in regola evitando pesanti sanzioni c’è tutto, e dunque nel caso fosse necessario sarà bene sfruttarlo in maniera adeguata.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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