Sigarette elettroniche: il Fisco è pronto a tassarle
Economia

Sigarette elettroniche: il Fisco è pronto a tassarle

Un emendamento bipartisan (Pd e PdL) al decreto sui debiti della Pa introduce il balzello sulle e - cig. Ma il gettito previsto è solo di 14 milioni di euro

UPDATE - Dietrofront della maggioranza sulla tassa sul fumo elettronico. La commissione Bilancio della Camera lunedì pomeriggio ha cancellato l'emendamento bipartisan che introduceva il nuovo balzello e per cercare un'altra copertura è stato introdotto un mini taglio al fondo Ispe da 15 milioni tra il 2014 e 2015.

Nuovi vizi, nuove tasse. Le sigarette elettroniche (o in breve e  cig) presto potrebbero finire sotto la tagliola del Fisco.

Lo prevede un emendamento bipartisan al decreto sui debiti della Pa, presentato da Maurizio Bernardo (PdL) e Marco Causi (Pd) e al voto in Commissione Bilancio alla Camera, che vorrebbe applicare l'accisa per il tabacco e prodotti da fumo anche alle ricariche per le sigarette elettroniche, sul cui acquisto viene pagata l'Iva.

Con la nuova tassa, infatti, si potrebbe recuperare parte di quel gettito perso a inizio anno sul tabacco, che da dicembre 2012 a febbraio 2013 è risultato in calo di 200 milioni sia per la crescita del contrabbando sia, appunto, per il boom del fumo elettronico.

Un gettito che contribuirebbe alla copertura dell'emendamento al cosiddetto Patto di Stabilità, dando un po' di ossigeno a Regioni, Province e Comuni che devono onorare impegni di spesa sul fronte degli investimenti.

Ma secondo le prime stime, il contributo della norma sulle sigarette elettroniche sarà davvero irrisorio: porterà al Fisco a fine 2013 solo 14 milioni di euro (pari allo 0,12%) all'interno di un provvedimento che sblocca in tutto 40 miliardi di euro di crediti scaduti della Pubblica amministrazione verso le imprese.

I produttori di questi dispositivi che vaporizzano una dose minima di nicotina, assieme ad altre sostanze, promettono guerra. E puntano il dito contro la lobby del tabacco: "La nuova tassa è contro gli italiani: colpisce uno dei pochi settori in crescita, che dà lavoro", attacca Ovale, uno dei primi produttori italiani di sigarette elettroniche.

Ad oggi le e – cig, infatti, sono utilizzate da circa 400 mila italiani, ma il mercato è in crescita esponenziale: il numero di utenti stimato è di 2 milioni, mentre i negozi che vendono sigarette elettroniche e flaconi (il consumo quotidiano è di circa 300.000 unità) sono e gli addetti tra vendita e produzione 4.000, per un volume d'affari di mezzo miliardo di euro.

Applicare l'accisa per il tabacco ai flaconi di nicotina, inoltre, potrebbe andare incontro a uno scoglio giuridico: lo status di questi dispositivi non è ancora chiaro, senza contare che l'esame tecnico ancora in corso al ministero della Salute potrebbe definire le sigarette elettroniche un prodotto paramedico, in quanto utili alla salute, perché aiutano ad uscire dalla dipendenza da nicotina. E in questo i produttori avrebbero la strada spianata per ricorrere contro il nuovo decreto.

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