Redditometro e redditest: istruzioni per l'uso
Economia

Redditometro e redditest: istruzioni per l'uso

Come funzione l'auto-accertamento che ci dice se il nostro reddito dichiarato è congruo oppure no

Mancano pochi giorni. L’11 novembre, se la promessa del direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera sarà mantenuta, avremo finalmente i redditest, ovvero il sistema con cui l’Amministrazione spera di mettere in riga l’intero universo dei contribuenti italiani senza lettere, ispezioni spettacolari o accesso ai conti bancari. Solo con la minaccia implicita di un modulo da compilare (volontariamente) sul proprio pc.

È proprio questa la novità più interessante in arrivo con il redditometro: da adesso in poi il Fisco potrà contare sul fantasma dell’accertamento, che il test farà danzare davanti agli occhi di ogni italiano nel momento in cui verificherà se è considerato congruo.

La prima cosa da sapere, infatti, è che il redditest non è un modo per comunicare informazioni all’Agenzie delle entrate. Al contrario, è il modo attraverso il quale l’Agenzia dice qualcosa al contribuente. Precisamente, se sta camminando sul ciglio del burrone (inteso come accertamento fiscale) oppure no. Infatti non si compilerà on line, ma solo sul proprio computer (“i dati inseriti” ha detto Befera nella sua ultima audizione in Parlamento “rimangono noti solo al contribuente e non ne resta alcuna traccia sul web”), dopo aver scaricato un apposito software dal sito dell’agenzia delle entrate.

Il suo funzionamento dovrebbe essere abbastanza semplice: si riempiono una serie di campi indicanti le spese più importanti sostenute nel corso dell’anno (dall’acquisto della casa a quello dell’automobile, dall’assicurazione alle spese per i collaboratori domestici e così via). Le domande riguarderanno solo ed esclusivamente spese di cui l’amministrazione è già a conoscenza oppure che si consideri in grado di acquisire, altrimenti crollerebbe tutta l’impalcatura logica.

A queste spese il sistema aggiungerà automaticamente alcune uscite calcolate in modo forfettario sulla base delle statistiche nazionali, come le spese indispensabili per il cibo, i vestiti, le scarpe, che si presume ciascuna famiglia debba inevitabilmente affrontare.

Solo alla fine di questo percorso verrà chiesto qual è il reddito dichiarato. Quello sarà il momento della verità, in cui le famiglie scopriranno se l’insieme dei dati già in possesso del Fisco li collocano nel girone dei congrui o in quello degli incongrui. Nel primo caso la cifra del reddito dichiarato apparirà in verde, altrimenti in rosso.

In questo caso che si fa? Niente paura: basta ritoccare verso l’alto la dichiarazione dei redditi e pagare più tasse, prima che se ne occupi l’Agenzia delle entrate.

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Stefano Caviglia